Solo il 67% dei precedenti possibili beneficiari: si riduce di un terzo la platea dei destinatari potenziali del Superbonus 110 con l'applicazione del tetto Isee fino a 25mila euro. E questo per gli immobili di tipo unifamiliare. È quanto si legge nella relazione tecnica della manovra di bilancio 2022. Il ddl introduce il tetto per le villette a partire dal prossimo anno. Le reazioni non mancano. Confederazione nazionale dell'artigianato, Confartigianato imprese e Casartigiani, con un comunicato denunciano l'impossibilità da questa mattina, per Caf e professionisti, di inviare le comunicazioni di opzione per sconto in fattura o cessione dei crediti all'Agenzia delle entrate anche per l'assenza di chiarimenti.
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Il costo della manovra in campo edilizio
Il Superbonus, prorogato ma in versione rivista e corretta nella manovra, costerà poco più di 14 miliardi dal 2022 al 2037. È quanto si evince dalle tabelle della relazione tecnica al ddl. Per l'agevolazione sugli interventi effettuati da condomini e persone fisiche (con decalage a partire dal 2024) il costo stimato è di poco meno di 13,2 miliardi, per gli interventi sulle villette con tetto Isee è di 795 milioni, mentre per le case popolari è di 96 milioni.
M5s: correttivi per evitare blocco dei lavori e frodi
Sul Superbonus «i controlli previsti dal decreto voluto dal presidente Draghi e dal ministro Franco e pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale rischiano di diventare un ostacolo all'applicazione della cessione del credito e all'utilizzo dell'agevolazione da parte dei cittadini. Certo, è necessario evitare ogni tipo di frode e su questo fronte il Movimento 5 Stelle non si è mai tirato indietro, ma farlo con norme che contraddicono il lungo lavoro di semplificazione delle procedure fatto da inizio legislatura e addirittura mortificano la portata della nostra misura è inaccettabile». Lo dicono i parlamentari M5s Riccardo Fraccaro, Luca Sut e Patrizia Terzoni. «Anche la tesi, secondo alcuni media avallata dal presidente Draghi, di una presunta correlazione tra il Superbonus e l'aumento dei prezzi delle materie prime è priva di fondamento, dal momento che, come conferma anche uno studio dell'Ance in proposito, siamo davanti a una dinamica mondiale ingenerata dalla veloce ripresa di alcune grandi potenze dopo il lockdown e, per la componente energia, dall'eccessiva dipendenza dalle fonti fossili.