Superbonus 110, prorogato il termine degli sconti in fattura: governo al lavoro sul maxiemendamento

Governo al lavoro sul maxiemendamento. Confedilizia chiede tempo fino al 30 aprile. Zanetti: per le banche uso selettivo degli F24

Giovedì 23 Febbraio 2023 di Andrea Bassi
Superbonus, nelle modifiche al decreto prorogato il termine degli sconti in fattura

Il decreto legge sui bonus edilizi che ha interrotto dal 16 febbraio scorso la possibilità di effettuare sconti in fattura da parte delle imprese, sarà corretto.

La modifica più rilevante, sulla quale si stanno già confrontando il governo e il Parlamento, riguarda la possibilità di “riaprire” il termine per poter effettuare lavori con la cessione del credito alle imprese. Confedilizia ha chiesto che la proroga arrivi almeno fino alla fine di aprile. Più probabilmente il termine potrebbe essere allungato di 30-45 giorni. 

Ma c’è un nodo tecnico da sciogliere. Il decreto del governo sarà convertito in legge soltanto entro la fine del mese di aprile. Per spostare il termine del 16 febbraio per le cessioni del credito servirebbe dunque, un altro decreto legge. Oppure, in alternativa, il governo dovrebbe prendere un impegno politico forte in grado di rassicurare il mercato che l’allungamento del termine sarà approvato e blindato con un emendamento al decreto in Parlamento. Una soluzione ponte, come l’ha definita il relatore del provvedimento, Andrea De Bertoldi di Fratelli d’Italia. Oltre al periodo “transitorio” per riaprire allo sconto in fattura, ci sono anche altre modifiche allo studio che dovrebbero finire in un maxi emendamento del governo. Come la salvaguardia del sismabonus, la tutela di incapienti e dei percettori di redditi bassi fino un utilizzo selettivo dell’F24 proposto da Abi e Ance. Di quest’ultimo ne ha parlato ieri in audizione in Commissione finanze al Senato, Enrico Zanetti, ex sottosegretario all’Economia e oggi consigliere del ministro Giorgetti. 

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IL PASSAGGIO

Sui crediti incagliati, ha spiegato Zanetti, «può essere molto utile la proposta di estensione anche agli F24 dei correntisti chiusi con un saldo a debito da versare allo Stato. Le banche alle quali gli F24 vengono canalizzati potrebbero usare i crediti di imposta che hanno comprato per compensare quel saldo da pagare». Zanetti ha evidenziato che tra le banche vi sono comunque ancora spazi fiscali e per questo «legittimamente questa misura potrebbe essere introdotta solo a favore di quelle banche che precedentemente abbiano assorbito davvero, in concreto con acquisti e non solo con impegni di acquisto, una porzione veramente rilevante della propria capacità fiscale potenziale».

Zanetti ha quindi evidenziato che la prirità andrebbe comunque piuttosto data alla «perimetrazione nel miglior modo possibile» delle azioni da compiere per non essere chiamati come responsabili in solido delle frodi. Altrimenti anche la norma sull’F24, «per quanto utile, non produrrebbe degli effetti benefici immediati se innestata in un contesto dove tra la data in cui avviene l’offerta di cessione del credito e la data in cui il credito viene acquistato dalla banca continuassero a passare mesi e mesi a causa di procedure troppo farraginose». Ieri anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, nell’ambito del Question time al Senato, ha ribadito che il governo ha istituito un tavolo tecnico di lavoro per garantire una transizione ordinata dal vecchio al nuovo regime. 

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 17:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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