Il sasso gettato nello stagno del Superbonus da Mario Draghi ha creato uno tsunami.
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Il passaggio
Poi, una volta che ci si è resi conto che gli istituti avevano terminato i loro spazi fiscali per accettare nuove fatture, è stata introdotta una quarta cessione. Dopo i due passaggi tra banche, il credito può essere nuovamente ceduto a un correntista. Il meccanismo però, non funziona. Troppo articolato. Nel decreto del governo arriverà una semplificazione: le banche potranno cedere i crediti ai correntisti anche senza prima il passaggio tra banche stesse. C’è poi una seconda misura che il mondo del credito ha chiesto per poter permettere alla macchina di ripartire: poter frazionare il credito. Per bloccare le truffe, il governo ha obbligato gli istituti a cedere solo in blocco i bonus. Chi compra, dunque, deve comprare tutti e 5 o 10 gli anni di detrazione ceduti dal cliente. Le banche chiedono di poter frazionare gli importi. Questa semplificazione è però in bilico. Al Tesoro non sarebbero convinti. Sul tavolo comunque, resta l’ipotesi di vendita di quote di bonus al massimo per annualità, mentre sicuramente non saranno consentiti frazionamenti ulteriori. Si vedrà se basterà a riattivare il mercato. Intanto c’è un altro tema che sta emergendo. L’ipotesi di una riforma di tutti i bonus edili. Ne ha fatto accenno la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra. «Il tema - ha spiegato - è che abbiamo moltissimi interventi sulle ristrutturazioni con finalità positive ed è ora di razionalizzarli».
Il dossier
Il dossier sarebbe uno di quelli allo studio per la prossima legge di Bilancio. Ma a difendere l’impianto degli incentivi ieri è intervenuta la Confindustria. «Al netto del dialogo costante con il governo e del confronto sulle criticità a cui siamo sempre disponibili», ha detto il vice presidente Emanuele Orsini, «vale la pena oggi ribadire che l’impianto delle agevolazioni, come definito dall’ultima legge di Bilancio, non è in discussione; il piano è confermato e continuerà a funzionare secondo i tempi previsti e le modalità di decalage stabilite. Ho personalmente ricevuto», ha aggiunto Orsini, «rassicurazioni su questo e d’altro canto non sarebbe accettabile un radicale ripensamento in corso d’opera».