Superbonus 110, cosa succede se non si finiscono i lavori entro l'anno? Dalla cessione allo sconto in fattura: le novità

La proroga dell’applicazione dell’aliquota al 110% per le spese sostenute sui condomìni non ci sarà

Domenica 15 Ottobre 2023 di Roberta Amoruso
Superbonus, cosa succede se non si finiscono i lavori entro l'anno? Dalla cessione allo sconto in fattura: tutte le novità

È ormai certo: nonostante i tentativi, poi falliti, passando da un emendamento al Decreto Asset, la proroga dell’applicazione dell’aliquota al 110% per le spese sostenute sui condomìni non ci sarà.

Meglio dunque preparararsi alla possibilità che molti interventi in corso d’opera non possano essere conclusi entro il 31 dicembre 2023 e saranno quindi detraibili, ceduti o scontati con l’aliquota del 70% in vigore dal 1° gennaio 2024.

 

I RISCHI

Rimane la speranza della Legge di Bilancio. Ma sono pochi a crederci. Gli spiragli sono ridotti all’osso. E dunque, se non interverranno modifiche in sede di discussione della Legge di Bilancio 2024 e non sarà introdotta una proroga dell’agevolazione nella misura riconosciuta nel 2023 per condomini e assimilati si rischia un salasso economico per chi ha ancora i cantieri aperti e, ipotesi ancora peggiore, il blocco dei cantieri e opere lasciate incompiute. Tenendo presente nel 2024 l’agevolazione scenderà al 70%, per poi ridursi al 65% nel 2025. Fanno eccezione soltanto le opere compiute nei comuni interessati da gravi eventi sismici a partire dal 2009. Si aprono più scenari a seconda dello stato di avanzamento dei lavori. Prendiamo il caso del Superbonus effettuato con cessione del credito o sconto in fattura con Sal (stato avanzamento lavori) già comunicati.

 

IL CASO CON CESSIONE

Si ha diritto al 110% per le somme relative ai Sal, la parte restante dei lavori o viene compiuta entro il 31 dicembre con relativa cessione del credito oppure si scende al 70%, a meno che la parte rimanente non venga liquidata in contanti entro il 31 dicembre, con richiesta di detrazioni sulla dichiarazione dei redditi. E se non si finiscono i lavori l’Agenzia delle Entrate chiederà indietro i soldi ceduti con i Sal.

 

SENZA CESSIONE

Poi c’è il caso dei lavori pagati senza cessione o sconto in fattura. In questa eventualità, si può saldare entro il 31 dicembre anche se i lavori finissero successivamente, perché vale il criterio di cassa: e le aliquote applicabili sono quelle in vigore quando si è saldata la fattura. Quando si cede il credito invece il diritto alla detrazione matura dal momento in cui si sono conclusi i lavori, come ha ribadito pochi giorni fa l’Agenzia delle Entrate. Infine, è possibile anche che per i lavori non si è raggiunto nemmeno il primo Sal, possibile quando si siano effettuati almeno il 30% delle opere. In questo caso, o si paga tutto entro il 31 dicembre e si vira sulle detrazioni dirette oppure, se non si sceglie di lasciar perdere e affrontare inevitabili strascichi legali, si va avanti nel 2024 con il 70%, lo sgravio ridotto appunto per il Superbonus 2024.

 

I NUMERI

Intanto l’ultima fotografia dell’Enea racconta come al 30 settembre scorso gli investimenti ammessi a detrazione per il Superbonus 110% sono aumentati a quota 88,17 miliardi di euro rispetto agli 85 miliardi del 31 agosto scorso, su un totale di investimenti (comprese le somme non ammesse a detrazione) di 89,53 miliardi rispetto agli 86,3 del mese precedente. Con una precisazione però: le detrazioni maturate per lavori conclusi, onere a carico dello Stato, sfiorano gli 80 miliardi, a quota 79,33 miliardi rispetto a 76,1 miliardi di agosto. Più in dettaglio, spiega l’Enea, il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è di 72,50 miliardi pari all’82% dei lavori realizzati. In totale il numero di edifici interessati è 430.661 (il numero di asseverazioni depositate) di cui 78.260 condomini per un totale di investimenti di 50,32 miliardi di cui 49,97 ammessi a detrazione. Il totale dei lavori condominiali realizzati ammessi a detrazione ammonta a 37,30 miliardi di euro. Sono 237.127 gli edifici unifamiliari per 27,85 miliardi di investimenti totali di cui 27,07 miliardi ammessi a detrazione. È di 24,77 miliardi il totale dei lavori realizzati ammessi a detrazione. Ci sono poi 115.267 unità immobiliari funzionalmente indipendenti per complessivi 11,35 miliardi di investimenti e 11,12 ammessi a detrazione. Il totale dei lavori realizzati è di 10,42 miliardi. Infine salgono a 7 i castelli (erano 6 al 31 agosto) aperti al pubblico per un totale di investimenti di 1,781 miliardi di cui 929,03 milioni ammessi a detrazione. I lavori realizzati ammessi a detrazione ammontano a 752,66 miliardi. L’investimento medio, indica la nota di Enea, è di 643mila euro per i condomini, 117.461 euro per gli edifici unifamiliari, 98.504 euro per le unità funzionalmente indipendenti e 254.502 euro per i castelli che si trovano uno in Basilicata (63.539 di euro il totale degli investimenti ammessi a detrazione e 27.027 l’importo ammesso a detrazione di lavori realizzati) uno nel Lazio (88.553 il totale dell’investimento pari ai lavori realizzati ammessi a detrazione), 2 in Lombardia (per un totale di investimenti di 177.220 ammessi a detrazione e 115.361 a detrazione per lavori realizzati) e 3 in Piemonte (per complessivi 599.718 euro di investimenti ammessi e 521.723 a detrazione per lavori già fatti).

Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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