Nonostante i 15 miliardi di maggior deficit decisi dal governo, i margini della manovra restano «limitati».
Ma è solo una delle ipotesi sul tappeto. L’altra è un’operazione “chirurgica”, andare a colpire cioè nel lungo elenco delle spese fiscali (l’ultimo allegato alla Nadef ne ha contate ben 626) quelle sotto un certo importo o che coinvolgono un numero ridotto di contribuenti. Anche questa però, si è sempre rivelata un’operazione più facile sulla carta che nella realtà, soprattutto a causa delle prevedibili resistenze degli interessati. L’eventuale taglio delle detrazioni dovrebbe servire a finanziare l’accorpamento dei primi due scaglioni dell’Irpef, quello del 23 per cento e quello del 25 per cento. In questo modo si arriverebbe a un solo maxi-scaglione del 23 per cento fino a 28 mila euro.
IL PASSAGGIO
Ma Meloni ha anche sottolineato che gli sforzi che il governo metterà in campo, saranno volti «a confermare i provvedimenti per il taglio del cuneo fiscale e se possibile fare qualche passo in avanti». Questo potrebbe voler dire per esempio, allineare al 7 per cento il taglio anche per i redditi tra 25 e 35 mila euro, oggi fermo al 6 per cento. Altri «segnali», ha spiegato ancora il premier, arriveranno sulle pensioni, sulla sanità e sulla natalità che è un tema «economico non ideologico», mette in guardia il premier: il «nostro sistema di welfare non può reggere se la popolazione continua a invecchiare e ci sono meno persone che lavorano per mantenerla».
Il pacchetto famiglia potrebbe essere quello in grado di riservare le maggiori sorprese. Per adesso si lavora ad un rafforzamento dell’assegno unico a partire dal terzo figlio. E di sicuro ci sarà una decontribuzione per le aziende che assumono mamme con almeno due figli (una parte dello sconto andrà all’impresa e una parte servirà a rafforzare la busta paga della lavoratrice). Ma non è nemmeno escluso che possano essere introdotti alcuni meccanismi simili al “quoziente familiare” in grado di ridurre la pressione fiscale alle famiglie con i figli. Tutto questo è ancora oggetto di discussione e di simulazione in quel sentiero «stretto» delineato dalla Meloni. Per andare incontro alle richieste di Forza Italia, infine, un segnale dovrebbe arrivare anche sulle pensioni minime la cui rivalutazione potrebbe di nuovo essere rafforzata.
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