Incentivi fiscali per i medici; prestazioni aggiuntive pagate di più per smaltire le liste di attesa; possibilità di carriera e un migliore percorso previdenziale per chi lavora nel fronte caldo dei pronto soccorso. Ecco il piano del Ministero della Salute. In Italia c’è una emergenza personale sanitario: nei pronto soccorso, la prima linea dove negli ultimi tre anni ci sono state cinquemila aggressioni, mancano 4.500 medici e spesso si ricorre al sistema perverso dei “gettonisti” che ha conseguenze negative sia sulla qualità della risposta sanitaria sia sulla spesa.
Pronto soccorso, il quadro
In totale, negli ultimi 20 anni, tra medici e infermieri, hanno lasciato il servizio sanitario nazionale 31.600 professionisti.
Il piano di Schillaci
Rispondendo all’interrogazione di Noi Moderati, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha presentato il piano, frutto del lavoro di una commissione, che sarà dettagliato in una proposta di legge nelle prossime settimane. Punta a fermare la fuga dal sistema sanitario nazionale. Per chi accetterà di lavorare in pronto soccorso ci saranno incentivi economici, ma anche maggiori contributi previdenziali e carriera più rapida. E ai medici che si impegneranno nell’operazione di taglio delle liste di attesa, saranno assicurati incentivi economici. In sintesi: premi a chi resta, premi a chi combatte al fronte. Perché il paradosso della sanità è che chi è in prima linea, leggi pronto soccorso, ha meno prospettive economiche, meno possibilità di carriera, è obbligato a turni massacranti, non di rado si prende insulti (e purtroppo anche botte) di chi non comprende che il sistema è in affanno. Schillaci: «Ci saranno misure di natura finanziaria per incentivare l’interesse verso il servizio sanitario nazionale e per l’incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive». Più nel dettaglio: «Sto pensando ad ulteriori iniziative normative che tengano in considerazione, per una valorizzazione ai fini previdenziali, la difficoltà e il disagio del lavoro nei servizi di emergenza-urgenza. Puntiamo a disincentivare il ricorso alle esternalizzazioni». Sulle aggressioni: ci sarà negli ospedali, un presidio fisso delle forze dell’ordine, «prevedendo la procedibilità d’ufficio del reato».
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