Stipendi docenti, bonus-caro vita in arrivo? Ecco in quali città potrebbe arrivare il contratto "integrativo"

Ecco quali insegnanti potrebbero godere dell’”integrazione” in busta paga alla quale vorrebbe arrivare il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara

Martedì 7 Febbraio 2023 di Roberta Amoruso
L'ipotesi degli stipendi degli insegnanti a due velocità

Milano si conferma la città italiana dove la vita costa di più, Napoli la più economica sul fronte della spesa alimentare, mentre Pescara risulta la più conveniente sul fronte delle tariffe dei servizi.

Per i beni alimentari, Roma risulta invece l’ottava città più cara, dietro Milano, Aosta, Trieste, Genova, Torino, Bologna, Cagliari, la quinta per servizi e beni.

Forse vale la pena guardare l’ultima indagine fatta dal Codacons elaborando i dati sul costo della vita nelle principali città italiane, per capire quali insegnanti potrebbero godere dell’”integrazione” di stipendio alla quale vorrebbe arrivare il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Lo ha ribadito in una lettera al Messaggero tornando sulla sua proposta che sembra dipingere di fatto un contratto a due velocità tra nord e sud.

LA PROPOSTA

«Il contratto nazionale non si tocca», ha chiarito il monistro e «non ho mai sentito qualche regione che voglia mettere in discussione il contratto nazionale. Semmai una richiesta delle regioni è quella di consentire una maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto». Valditara sottolinea «come il costo della vita sia molto più alto rispetto alla media nazionale non solo a Milano, ma anche a Roma. E che anche a causa del costo della vita più alto registriamo molte domande di trasferimento non solo dalla Lombardia, ma anche dal Lazio con evidenti problemi di continuità didattica per gli studenti e dunque di qualità del servizio». «Questa è la vera sfida» secondo Valditara: «capire come fare per far sì che il lavoratore che si trova ad avere un costo della vita più alto in un determinato territorio (ovunque si trovi: al Nord, al Centro, al Sud, questo è poco rilevante) non vada ad avere uno stipendio che nei fatti è molto più basso». «Si tratta pertanto - osserva - di una questione di equità che non necessita della autonomia, dal momento che già oggi si può affrontare con la contrattazione integrativa prevista proprio nei contratti nazionali». Il ministro risponde anche alla preoccupazione di «programmi spezzatino» con l’Autonomia: «le indicazioni nazionali, e dunque i programmi, sono considerate dalla giurisprudenza costituzionale come norme generali sull’istruzione, quindi riservate alla competenza esclusiva dello Stato», inoltre rientrano nei «livelli essenziali delle prestazioni (lep), di competenza statuale».

LA VIA DELL'INTEGRATIVO

Anche secondo l'Aran, la soluzione potrebbe essere la contrattazione integrativa: «Nella scuola ad oggi vi sono 4 livelli di contrattazione: uno nazionale generale, uno integrativo nazionale fra Ministero e sindacati, e poi uno regionale sottoscritto tra la direzione scolastica regionale e i sindacati e infine un livello scolastico, tanti contratti integrativi quanto sono le scuole. Nessun comparto ha una tale stratificazione».
Il riferimento è al contratto integrativo regionale che disciplina l’utilizzo di fondi che provengono o dalla stessa Regione o da altri enti pubblici o anche privati, per iniziative e progetti che possono riguardare anche gli insegnanti. In genere sono utilizzati per attività aggiuntive da parte del personale. E rappresenta una specificità della scuola.

 

LA CLASSIFICA

Tornando all’indagine Codacons, l’Associazione ha messo a confronto prezzi e tariffe di un paniere di beni e servizi che va dalla carne all’ortofrutta, passando per dentisti, parrucchieri e bar. Per quanto riguarda il comparto alimentare, a Milano per mangiare occorre spendere in media il 47% in più rispetto a Napoli: per l’acquisto di un paniere composto da ortofrutta, carne, pesce, pane, ecc. sotto la madonnina si spendono in media 99,24 euro, contro i 67,58 di Napoli – analizza il Codacons – La città partenopea, tuttavia, è quella con la tariffa dei rifiuti più alta d’Italia (507,96 euro), il 148% in più rispetto a Trento, dove per la Tari si pagano appena 205 euro. La situazione si ribalta al bar: Trento vanta il caffè più salato (in media 1,24 euro l’espresso), seguita da Trieste (1,14 euro) e Bologna (1,13 euro), contro una media di 0,82 euro a tazzina a Catanzaro Bari la città dove, per una donna, costa di più farsi tagliare i capelli (26,48 euro contro gli 11,80 euro di Napoli), e se si vuole portare una gonna in lavanderia occorre spendere il record di 7,49 euro a Trieste – spiega ancora il Codacons – In caso di problemi ai denti, meglio risiedere a Palermo: qui per un otturazione si spendono circa 66 euro, contro i 174 euro di Aosta. Una visita privata dal ginecologo costa di meno al sud (80 euro a Napoli, 95 euro a Catanzaro), contro i 155 euro di Trento e Milano. «Il costo della vita è estremamente diversificato sul territorio, con le città del sud che risultano mediamente più economiche rispetto al Nord Italia – spiega il presidente Carlo Rienzi – Prezzi e tariffe che appaiono tuttavia in continua evoluzione: gli aumenti delle bollette di luce e gas stanno infatti determinando nelle ultime settimane rincari a cascata dei prezzi al dettaglio, a causa dei maggiori costi in capo a imprese e attività che vengono inevitabilmente scaricati sui consumatori attraverso rialzi dei listini».

Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 20:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci