Stipendi, aumenti dipendenti 2024 nella riforma fiscale: i calcoli per deduzioni e taglio del cuneo

Con le nuove deduzioni per il reddito da lavoro dipendente, sommate al probabile rinnovo del taglio del cuneo fiscale e alla riduzione delle aliquote Irpef, molti stipendi cresceranno: ecco di quanto

Lunedì 14 Agosto 2023 di Giacomo Andreoli e Riccardo Palmi
Riforma fiscale, deduzioni e taglio del cuneo: ecco gli aumenti per i dipendenti nel 2024

L'attuazione della delega fiscale e la probabile conferma, almeno per la maggior parte della platea, dell'attuale taglio del cuneo fiscale, potrebbero rendere più pesanti gli stipendi dei dipendenti nel 2024.

Il governo è al lavoro per la riduzione delle aliquote Irpef e per l'introduzione delle nuove deduzioni per il prossimo anno. Se questo davvero fosse legato alla conferma dello sconto contributivo varato da luglio fino a dicembre di quest'anno ci potrebbero essere aumenti anche da alcune centinaia di euro rispetto allo stipendio di giugno. Vediamo nel dettaglio cosa può cambiare.

Cosa cambia con la riforma fiscale

La legge delega (che ha una validità di due anni) fissa solamente gli obiettivi della riforma fiscale e non dovrà portare oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche o aggravi della pressione fiscale. Si punta quindi a rivedere le esenzioni fiscali (che in totale costano 165 miliardi), con i primi interventi che dovrebbero arrivare già  con la prossima legge di Bilancio: per questo gli occhi sono puntati sulla Nadef (la Nota di aggiornamento al Def), in calendario alla fine di settembre, pubblicata la quale si avrà un'idea dei numeri.

Le nuove aliquote Irpef

Partiamo dalla riduzione delle fasce di aliquote Irpef, da quattro (23%, 25%, 35% e 43%) a tre. L'idea è quella di estendere quanto più possibile il primo scaglione (quello più conveniente per il contribuente), oggi riservato ai primi 15mila euro di reddito. Ovviamente, ciò porterà per molti a una crescita della busta paga. La domanda è quanti però ne beneficeranno: appare piuttosto difficile pensare a un accorpamento delle due fasce più basse (la seconda con l'aliquota del 25% si applica fino a 28mila euro di reddito). Ipotizzando di arrivare a metà strada (soglia a 25mila euro di reddito), il guadagno annuale in busta paga sarebbe di circa 200 euro. 

Inoltre, nel corso dell'ultimo passaggio alla Camera sono state inserite alcune modifiche, come l'impegno a tener conto «nella revisione e riduzione dell'Irpef» anche «della composizione del nucleo familiare» prendendo «in considerazione, in particolare, i nuclei familiari in cui sia presente una persona con disabilità» ma anche dal fatto di avere una casa (sia in proprietà che in affitto) oppure di aver svolto lavori per l'efficientamento energetico. Tutte modifiche che, se confermate, dovrebbero tradursi in un ulteriore risparmio per il contribuente.

Quanto può guadagnarci il lavoratore dipendente

Un altro obiettivo dell'esecutivo appare quello di "premiare" quelle entrate aggiuntive che arrivano durante l'anno. In questa logica, va letto anche il tentativo di introdurre una sola aliquota Irpef sulla tredicesima (aumentandone così l'importo ricevuto dal dipendente): l'obiettivo è portarla al 15%. Su una retribuzione aggiuntiva di fine anno pari a mille euro, al lavoratore entrerebbero in tasca circa 80 euro in più di quanto accade ora (con la tassazione al 23%). Allo studio ci sono anche interventi  sugli straordinari.

Già nella legge di Bilancio scorso, poi, è stata prevista un'aliquota del 5% sui premi di produttività (invece che al 10%), entro il limite di 3mila euro. Infine, l'obiettivo è poi quello di uniformare la no tax area (la soglia di reddito sotto la quale nulla è dovuto allo Stato) dei lavoratori dipendenti (8.174 euro) e dei pensionati (8.500 euro). 

Le nuove deduzioni

Capitolo deduzioni. Innanzitutto: cosa sono? Si tratta delle agevolazioni che concorrono a determinare il reddito imponibile, cioè la base di calcolo per le imposte dovute. Le spese deducibili abbassano il reddito da tassare e quindi le imposte da pagare. Sono diverse le spese deducibili ma il lavoratore dipendente ne può usufruire solamente in sede di dichiarazione dei redditi.

Con la riforma fiscale dovrebbe essere stilato un elenco di nuove spese deducibili e ci dovrebbe essere la possibilità di beneficiarne direttamente in busta paga. Così il dipendente ogni mese avrà la possibilità di ridurre l'imponibile, beneficiando di un cospicuo risparmio. Ma non è chiaro se le deduzioni saranno applicato su tutto l’imponibile oppure su quello al netto dei contributi (questa è l' ipotesi più probabile). Si potrebbe quindi risparmiare sui contributi Irpef oppure solamente sull'imposta.

L'elenco delle nuove spese deducibili

A essere deducibili saranno le spese sostenute direttamente dal dipendente che servono per lo svolgimento dell’attività lavorativa. Potrebbero essere: la benzina, il costo di biglietti e gli abbonamenti per i trasporti pubblici. Potrebbero esserci sgravi per chi lavora in smart working. Infine ci potrebbe essere la possibilità ai genitori lavoratori di portare in deduzione le spese sostenute per baby sitter e asilo nido per la parte ancora non rimborsabile. Sarà comunque un decreto attuativo ad hoc a definire l'elenco delle nuove spese deducibili per i lavoratori dipendenti.

Ultimo aggiornamento: 18:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci