Statali, maxipiano per la formazione nella Pa: tutti i dipendenti a scuola di digitale

Programma da 2 miliardi, metà finanziati con il Pnrr. Brunetta: «Ricarichiamo le batterie alle amministrazioni»

Martedì 11 Gennaio 2022 di Andrea Bassi
Pa, maxipiano per la formazione. Tutti gli statali a scuola di digitale

Un maxi piano di formazione per tutti i 3,2 milioni di dipendenti della Pubblica amministrazione. Partendo dalle competenze digitali. Chiunque lavora nel pubblico dovrà saper inviare una Pec, utilizzare un power point, collegarsi a una web call. E molto altro ancora. Del resto la transizione digitale è una delle missioni del Pnrr, che finanzierà con un miliardo di euro la metà dei 2 miliardi complessivi che il ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha annunciato verranno impiegati nei prossimi 5 anni per formare tutto il personale pubblico.

Oltre al ministro, alla presentazione del piano Ri-Formare la Pa, persone qualificate per qualificare il paese», c’erano la ministra dell’Università Maria Cristina Messa, la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, il Capo dipartimento della Funzione pubblica Marcello Fiori, il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, il presidente del gruppo Tim, Salvatore Rossi e il direttore Pa di Microsoft Italia Stefano Stinchi. E in prima fila sedeva la presidente della Sna, Paola Severino. 

 

LA TECNOLOGIA

La formazione digitale, come si diceva, diventerà obbligatoria. Si svolgerà su una piattaforma sviluppata dal Dipartimento della Funzione pubblica: Syllabus. I corsi saranno organizzati in cinque aree e tre livelli di padronanza. Ogni dipendente pubblico riceverà un “open badge” per partecipare ai corsi, che consentirà di verificare le competenze in entrata e quelle in uscita. Ovviamente chi ha già competenze elevate non sarà tenuto a partecipare. Informazioni che finiranno nel «fascicolo delle competenze» realizzato insieme a Sogei. Un fascicolo che porterà la formazione ad avere un impatto sulle carriere e sulle retribuzioni dei dipendenti. Lo ha ricordato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. Nei nuovi contratti che sono in via di definizione, sule progressioni di carriera e sugli aumenti stipendiali (i cosiddetti “differenziali”) peserà anche la formazione.

Ma chi fornirà i contenuti formativi ai dipendenti pubblici? A fare da apripista sono state Tim e Microsoft che, ha ricordato il ministro Brunetta, hanno fornito la loro collaborazione a titolo totalmente gratuito. Questo progetto, ha spiegato il presidente di Tim Salvatore Rossi, è la «dimostrazione di come nel nostro paese di possano fare cose concrete, utili e importanti anche nel mondo della Pa. Tim ha subito creduto nell’obiettivo di far fare un salto alle competenze digitali di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici e ha messo a disposizione del governo le proprie competenze e anche i suoi mezzi». Ma Tim e Microsoft non saranno sole. Ieri è stato pubblicato un avviso sul sito del Dipartimento della Funzione pubblica per «chiamare a raccolta» gli operatori del settore tecnologico e digitale, nazionali e globali, per «partecipare allo sforzo di riqualificazione della Pubblica amministrazione». Il termine per l’invio delle proposte è stato fissato al 31 gennaio. 

Ma lo sforzo formativo del personale pubblico non si esaurirà con le competenze digitali. Dopo anni di tagli e di blocco dei fondi per la formazione, l’obiettivo è portare strutturalmente la spesa per questo capitolo almeno all’1% della massa salariale. Quasi due miliardi di euro. Ogni amministrazione dovrà orientare questa formazione. L’esempio è quello del ministero della Difesa, che ha appena avviato un progetto di formazione sulla cybersecurity. C’è poi la seconda gamba del progetto: l’accesso facilitato dei dipendenti pubblici ai corsi di laurea. A ottobre è stato firmato un protocollo d’intesa tra il ministero della Funzione pubblica e quello dell’Università. Ieri la rettrice della Sapienza, Polimeni, ha annunciato che sono stati attivati cinque corsi di laurea a cui già quest’anno potranno iscriversi i dipendenti della Pa. Oggi, ha detto Brunetta, «comincia un percorso importante di ricarica delle batterie della Pubblica amministrazione, che si aggiungerà al cambio del sangue nella Pa legato al turnover e alle decine di migliaia di assunzioni per l’attuazione del Pnrr».

Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA