Statali, ok al contratto: aumenti fino a 117 euro e cambiano le carriere

Ieri le ultime firme: a giugno in busta paga gli arretrati che possono arrivare a 1.800 euro. Più scatti di carriera anche senza la laurea e valutazioni legate al merito e all’anzianità

Lunedì 9 Maggio 2022 di Luca Cifoni
Statali, aumenti di stipendio e arretrati per dipendenti ministeri e agenzie: ecco quanto andrà in busta paga

Le ultime firme sono state messe ieri mattina all’Aran, l’agenzia che gestisce la contrattazione per conto del governo.

Ora ai dipendenti delle amministrazioni centrali dello Stato non resta che attendere gli aumenti contrattuali: arriveranno con le retribuzioni di giugno, perché quelle di maggio sono già in via di definizione. Le maggiorazioni lorde vanno da 63 a 117 euro mensili in base alla qualifica ma saranno accompagnate da cospicui arretrati. Va ricordato infatti che il rinnovo riguarda il triennio 2019-2021, già terminato. Quindi i dipendenti, al momento dell’adeguamento a regime dello stipendio, devono ricevere oltre tre anni di aumenti non corrisposti. E queste somme spettano anche a chi nel frattempo è andato in pensione, per il periodo in cui era ancora in attività. Gli importi sono variabili in base alla posizione del singolo ma dovrebbero andare da quasi 1.000 a oltre 1.800 euro.

Statali, aumenti fino a 117 euro (più arretrati) subito alle funzioni centrali

Statali, aumenti di stipendio e arretrati

Gli incrementi retributivi generalizzati non sono naturalmente l’unica novità del contratto, che riguarda i dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali, dell’Inps, dell’Inail e di altri enti pubblici economici (in tutto sono quasi 230 mila, più o meno il 7 per cento del totale dei lavoratori pubblici). Un capitolo importante tocca le progressioni di carriera. Quelle orizzontali, che non comportano il passaggio da un’area all’altra ma uno scatto di stipendio, saranno decise per il 40 per cento sulla base della valutazione individuale e per la restante parte dell’esperienza di servizio, ovvero sostanzialmente l’anzianità. Nasce poi una “quarta area” (accanto a quelle di operatori, assistenti e funzionari) nella quale confluiranno professionalità particolari come quelle richieste per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È anche previsto che fino al 2025 le progressioni verticali, da un’area all’altra, possano avvenire in deroga al titolo di studio: così ad esempio un assistente della seconda area potrà diventare funzionario anche se non ha la laurea. Rivisto pure il funzionamento del lavoro agile, distinto da quello a distanza: viene fissata una fascia temporale all’interno della quale al dipendente non potrà essere richiesta alcuna prestazione lavorativa. Di fatto si introduce un diritto alla disconnessione.

Le reazioni

La sottoscrizione definitiva del contratto è stata salutata con soddisfazione sia dal ministro della Funzione pubblica che dai sindacati. «La rivoluzione del lavoro pubblico è in corso, adesso avanti, con la stessa determinazione, per chiudere i contratti della sanità e degli enti locali» ha commentato Renato Brunetta. Di «contratto innovativo che riconosce diritti e un adeguato riconoscimento economico» ha parlato la Cgil, mentre la Cisl evidenzia «il naturale adeguamento dello stipendio e la possibilità di un più snello percorso economico dei lavoratori della pubblica amministrazione». Massimo Battaglia di Confsal-Unsa ricorda la «trattativa lunga e complessa che ha portato una boccata d’ossigeno ai lavoratori». Marco Carlomagno per Flp sottolinea le «potenzialità innovative malgrado le criticità». Come rilevato dal ministro, il contratto delle Funzioni centrali svolge tradizionalmente la funzione di apripista rispetto agli altri. Dunque nelle prossime settimane dovrebbe toccare ai lavoratori della sanità (la trattativa presso l’Aran è a buon punto) e a quelli degli enti territoriali, Regioni e Comuni: in tutto quasi 1,2 milioni di persone. Poco meno di quelle interessate dal contratto di istruzione e ricerca. Tutti i dipendenti intanto dal mese di aprile hanno iniziato a ricevere l’indennità di vacanza contrattuale relativa al triennio 2022-2024, ovvero quello successivo ai contratti ora in via di definizione.

 

Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 13:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA