Statali, Zangrillo: «Più tecnici e potenziamo la Pa, così miglioriamo il funzionamento del Paese»

Parla il ministro: «Il decreto non è per il Pnrr ma per migliorare lo Stato»

Venerdì 7 Aprile 2023 di Andrea Bassi
Statali, Zangrillo: «Più tecnici e potenziamo la Pa, così miglioriamo il funzionamento del Paese»

Ministro Paolo Zangrillo, il consiglio dei ministri ha approvato il decreto di rafforzamento della Pubblica amministrazione. Però prima vorrei chiederle notizie sullo stato di salute di Silvio Berlusconi. C’è grande apprensione in tutto il Paese in queste ore.
«Silvio Berlusconi è un punto di riferimento per il Paese ed è quindi normale essere preoccupati.

Come ha tenuto a ricordarci lui stesso, quello che possiamo fare per stargli vicino è continuare a lavorare. Lo stiamo facendo con ancora maggiore impegno, in attesa che torni a guidare Forza Italia con la consueta energia e lungimiranza, mettendo a disposizione dell’Italia la sua grande esperienza».

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Parliamo del decreto. A cosa serve questo nuovo provvedimento, si è detto a rafforzare enti locali e ministeri alle prese con il Pnrr. È questo l’obiettivo?
«Il decreto Pa è inteso a rafforzare la capacità amministrativa a prescindere dal Pnrr, a cui abbiamo dedicato altri provvedimenti. L’Italia, come pure l’Europa, non finiscono certo nel 2026: dobbiamo preoccuparci di centrare gli obiettivi del Piano, ma anche essere capaci di guardare oltre. L’obiettivo di questo intervento è quello di migliorare in generale il funzionamento dello Stato, una macchina complessa, tenendo conto sia dell’apparato centrale che delle specifiche necessità delle realtà territoriali. Stiamo potenziando i vari organismi e, in alcuni casi li riorganizziamo pure, per dare risposte più veloci ed efficaci alle esigenze di cittadini e imprese».

Le nuove assunzioni che tipo di profili faranno entrare nella Pubblica amministrazione?
«Stiamo parlando di circa tremila assunzioni straordinarie, in aggiunta alle oltre 156mila previste dal turn over, uno sforzo straordinario. Per le amministrazioni centrali si tratta di un migliaio di dirigenti, generali e no, funzionari e assistenti. Vari profili, dunque, anche tecnici, come ingegneri civili, meccanici e dei trasporti, oltre ai nuovi ingressi in forze dell’ordine, forze armate, vigili del fuoco e capitanerie di porto. Sono tutte professionalità necessarie per una Pa davvero moderna, all’altezza delle sfide del presente e del futuro, da affrontare con strumenti adeguati».

Palazzo Chigi e Tesoro qualche giorno fa avevano fermato il provvedimento dicendo che era troppo ampio. C’era stato una sorta di assalto alla diligenza da parte dei ministeri?
«Nessun assalto alla diligenza e nessuno stop, tant’è vero che ieri sera il decreto era come previsto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Le amministrazioni pubbliche sono trasversali, per competenza, a diversi ministeri ed è quindi normale il lavoro di squadra, che è la cifra di questo governo. Il confronto è costante ed è teso a compiere le azioni davvero necessarie all’Italia e agli italiani, con uno sguardo sempre vigile ai conti, che vogliamo restino in equilibrio soprattutto per il bene delle future generazioni».

Una delle norme che più ha fatto discutere era quella che dava la possibilità ai pensionati di continuare a lavorare nella Pubblica amministrazione. È stata inserita nel decreto?
«No, la norma è stata cassata»

Perché?
«La Pubblica amministrazione ha di fronte nuove sfide. La priorità, in questo momento, è arricchirla di risorse fresche, che possano crescere all’interno degli enti così da contribuire allo sviluppo delle stesse amministrazioni. Al tempo stesso, però, intendiamo valorizzare il nostro capitale umano, potenziando i percorsi di carriera interni: abbiamo infatti ampliato la quota di riserva nei concorsi per dirigenti per promuovere i funzionari più esperti e meritevoli. Si tratta di una norma di buon senso, pensata per dimostrare che anche nella Pubblica amministrazione chi ha i numeri può fare strada».

Intanto gli enti locali potranno stabilizzare i loro precari. In quanti potranno entrare per questa via?
«Ogni amministrazione, in base alle proprie risorse, potrà stabilizzare il personale assunto a tempo determinato negli ultimi otto anni, purché abbia maturato almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativi, abbia una valutazione positiva sul proprio operato e superi una prova selettiva finale. È una norma importante che guarda al futuro, prevedendo la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato che si è mostrato all’altezza dei compiti assegnati, come importante è pure la norma che abbiamo previsto per la stabilizzazione del personale impiegato nei territori terremotati». 

È una risposta ai sindaci che avevano chiesto più risorse umane?
«È innanzitutto una misura che offre una prospettiva a chi ha scelto di mettersi in gioco per il bene comune lavorando nella Pubblica amministrazione. Un modo, quindi, per renderla più attrattiva. L’attenzione del governo nei confronti degli enti locali è grande: per i piccoli comuni, ad esempio, prevediamo circa 20 milioni di euro per i prossimi quattro anni per l’assunzione dei segretari comunali, una figura altamente professionale indispensabile per il loro funzionamento».

Il nuovo decreto prevede anche la nascita di un osservatorio sui lavori pubblici. Cosa dovrà osservare esattamente?
«È in primo luogo un intervento di razionalizzazione. Questo nuovo organismo, che opererà a titolo gratuito, assorbe una serie di comitati e commissioni oggi presenti, con l’obiettivo di monitorare in maniera trasversale temi fondamentali per lo sviluppo della Pubblica amministrazione: dal lavoro agile alla misurazione e valutazione della performane, passando per la formazione e la valorizzazione del capitale umano. L’ottica è quella dell’innovazione organizzativa, con una attenzione particolare alla messa a punto del Piano integrato di attività e organizzazione. Lavoriamo per proporre idee e soluzioni per una Pubblica amministrazione moderna e ci preoccupiamo di verificare in itinere il suo corretto agire».

Martedì arriva il Def. Ci saranno risorse per i rinnovi contrattuali?
«La mia attenzione a questo tema è grande e il confronto con il ministro Giorgetti è costante. Chiusa la tornata 2019-2021, c’è consapevolezza della necessità di aprire una nuova stagione contrattuale improntata alla responsabilità delle parti, tenendo in considerazione gli equilibri dei conti dello Stato».
 

Ultimo aggiornamento: 11:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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