Statali, slittano le assunzioni. Giorgetti frena la corsa a ingaggiare nuovi dipendenti della Pa

Pnrr, avanti con gli stadi: «Convinceremo la Ue»

Mercoledì 5 Aprile 2023 di Andrea Bulleri
Statali, slittano le assunzioni. Giorgetti frena la corsa a ingaggiare nuovi dipendenti della Pa

Nessun dietrofront. Sulla partita degli stadi di Firenze e Venezia, il governo non ha intenzione di alzare bandiera bianca.

Al contrario: Palazzo Chigi punta a convincere Bruxelles che è giusto finanziare almeno in parte le due opere con fondi del Pnrr. E per farlo, intende portare al tavolo della Commissione europea molte delle ragioni ribadite ieri dai sindaci delle due città, Dario Nardella e Luigi Brugnaro, durante l’incontro tra i due primi cittadini e il ministro Raffaele Fitto, titolare della delega sui fondi del Recovery. A cominciare dal fatto che si tratta di opere, secondo i sindaci, in grado di portare benefici per tutti i cittadini, e non soltanto per qualche squadra di calcio. 

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AGGIORNAMENTO
Quella del Piano di ripresa e resilienza è una partita centrale, per l’esecutivo di Giorgia Meloni. Che ha già chiarito come il governo non intenda rinunciare neanche a una parte dei 191 miliardi di fondi europei assegnati all’Italia. Per riuscirci, però, bisogna accelerare: entro la fine del mese, infatti, l’esecutivo dovrà inviare alla Commissione un aggiornamento del Pnrr, in grado di rispondere ai chiarimenti chiesti da Bruxelles. Pena, la perdita dei 19 miliardi di euro della terza tranche di finanziamenti. E se le opposizioni incalzano, paventando il rischio che l’Italia resti indietro, Fitto ieri ha risposto facendo sapere che si presenterà alle Camere, per dare conto del livello di avanzamento dei progetti del Recovery: «Il governo – ha chiarito il ministro delle Politiche Ue – accoglie volentieri l’invito a riferire sullo stato di attuazione del Pnrr: non c’è nessuna difficoltà a farlo, anzi, la consideriamo un’opportunità e un’occasione di confronto». 


La deadline per approntare le modifiche è fissata al 20 aprile: nei giorni successivi, Fitto si siederà al tavolo con la Commissione per discutere il Piano aggiornato. Ed è in quella sede che si proverà a sciogliere il nodo degli ostacoli segnalati da Burxelles. Ostacoli che coinvolgono anche la questione degli stadi. La Commissione, infatti, aveva sollevato subbi sulla possibilità di includere i due impianti sportivi di Firenze e Venezia tra le opere da finanziare nell’ambito del Recovery (all’Artemio Franchi andrebbero 55 milioni, 93 al “Bosco dello Sport” del capoluogo veneto). Per questo Fitto ha convocato i sindaci Nardella e Brugnaro, insieme al presidente dell’Anci Enzo Decaro. Terminato l’incontro, la linea è tirare dritto: «Sono emersi elementi utili che il governo trasmetterà alla Commissione, per superare tutte le criticità riscontrate dalla stessa». 


Si tratta di un tentativo obbligato, secondo fonti di governo. Che fanno notare come lo stadio di Firenze sia sottoposto a numerosi vincoli imposti dalla Soprintendenza: «Di fatto, più che un impianto sportivo, è da considerarsi come un monumento». E poi c’è il tema della «funzione sociale» dell’opera, che resterà di proprietà pubblica e prevederà numerosi spazi aperti alla cittadinanza, oltre a contribuire al miglioramento dell’intero quartiere. Lo stesso avverrà con il “Bosco” di Venezia, un’area con stadio e palazzetto dello sport che nei piani del Comune giocherà un ruolo strategico nel rilancio dell’economia di tutta la Regione. Su di essa, penderebbe un vincolo di destinazione d’uso «agricolo», il cui cambio sarebbe però già in corso. 
Dunque, avanti tutta. Con la fiducia che con Bruxelles si possa trovare un’intesa. Del resto, è stato proprio Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici, a sottolineare come la Commissione «lavorerà con il governo italiano per rendere i programmi del Pnrr il più possibile attuabili: il successo del piano italiano – ha chiarito Gentiloni – è un obiettivo comune». 


IL NODO ASSUNZIONI
Ma un ruolo centrale, per determinare la riuscita dei progetti del Pnrr, lo giocherà anche il dossier assunzioni nella pubblica amministrazione. Dove in molti casi mancano i tecnici e i funzionari in grado di mettere a terra le risorse nei tempi previsti. Per questo, nei giorni scorsi, era circolata l’ipotesi di un maxi piano di assunzioni, pari a tremila nuovi contratti in tre anni. Ieri però da Palazzo Chigi è arrivata la precisazione: le cifre circolate erano la «mera sommatoria delle proposte avanzate dai singoli ministeri»: i numeri effetti «risulteranno fortemente ridimensionati», si fa sapere. Uno stop che sarebbe stato imposto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il quale, raccontano dall’esecutivo, ha dovuto «frenare la corsa a mostrare i muscoli» da parte dei ministeri che chiedevano nuovi ingressi, per non aggravare troppo gli effetti sulle finanze pubbliche. Per questo il decreto sulla Pa, il cui arrivo era previsto domani in Cdm, pare destinato a slittare. 
 

Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 12:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA