Ucraina, palazzo Chigi anticipa il Def in vista di uno scostamento: piano sostegni della Farnesina

Il documento di programmazione era atteso ad aprile

Venerdì 18 Marzo 2022 di Michele Di Branco
Ucraina, palazzo Chigi anticipa il Def in vista di uno scostamento: piano sostegni della Farnesina

La guerra costringe il governo a riscrivere l'agenda economica. Palazzo Chigi anticiperà di qualche settimana il Def, atteso per aprile, varando il documento prima della fine del mese di marzo. È stato il premier Mario Draghi ad annunciarlo specificando che oggi il Consiglio dei Ministri approverà il decreto legge per aiuti a famiglie e imprese sul caro energia, ma che «non ci sarà alcuno scostamento di Bilancio».

Draghi ha spiegato che il Paese «sta attraversando una fase rallentamento della crescita economica, ma non una recessione».

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Insomma il governo, almeno per il momento, non intende operare un ulteriore scostamento di Bilancio appesantendo i conti pubblici ma la decisione di anticipare il Def di 20 giorni prefigura la concreta possibilità che questa opzione possa essere attivata. Con l'incalzare del conflitto ucraino e il deterioramento del contesto energetico ed inflazionistico, l'esecutivo ha bisogno di verificare al più presto qual è lo stato dei conti e se la coda di miglioramento del Pil nel 2021 sta limitando i danni. Con i numeri aggiornati sul tavolo, il Governo potrà valutare tutte le ipotesi in campo, fra le quali anche un eventuale scostamento di Bilancio, come ha ammesso la sottosegretaria all'Economia, Alessandra Sartore.
Draghi non ha nascosto la serietà della situazione. «Non è ancora il caso» di lanciare allarmi sulle conseguenze di tipo economico o alimentare per l'Italia a causa del conflitto in Ucraina «ma quando sarà il caso di lanciare allarmi lo faremo», ha avvertito il premier. Insistendo poi su una strada simile a quella già intrapresa per il gas: il tentativo di diversificare il più possibile, assistendo famiglie ed imprese.
GLI AIUTI
Ed a proposito di aiuti alle imprese, spunta l'ipotesi di un pacchetto di sostegni economici per aiutare le aziende italiane in affari con i Paesi protagonisti del conflitto ucraino. Il Ministero degli Esteri, infatti, è pronto ad intervenire con un mix di misure destinato ad alleviare le perdite causate dalle sanzioni e dall'inevitabile calo di fatturato patito dalle circa 13 mila aziende che lavorano nei territori teatro della guerra.

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Gli uffici della Farnesina, in contatto con il ministero dell'Economia, ipotizzano l'introduzione di crediti d'imposta e ristori indirizzati alle imprese il cui fatturato, almeno per il 20%, è nutrito da esportazioni verso Russia, Ucraina e Bielorussia.
Verrebbero presi in esame i bilanci degli ultimi 3 anni e gli aiuti, costruiti sulla base della grandezza delle singole imprese e sui danni economici subiti, avrebbero un tetto massimo di un milione di euro. L'intervento dovrà ovviamente superare l'esame della Commissione Europea e, dunque, le norme dovranno evitare di incorrere nella censura di Bruxelles sugli aiuti di Stato.
I TEMPI
Rapidi i tempi di realizzazione del progetto che potrebbe essere varato attraverso un decreto ad hoc o inserito dal governo in uno dei provvedimenti messi a punto per contrastare l'emergenza economica.
Gli aiuti sono attesi con particolare attenzione da molti settori nevralgici dell'industria italiana: meccanica, moda e agroalimentare in testa. Le sanzioni imposte alla Russia, come già negli anni passati, si ripercuoteranno molto pesantemente sulle imprese italiane.

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Secondo i dati di Confartigianato, l'Italia è infatti al quarto posto, tra i Paesi dell'Ue, per il valore delle esportazioni sui mercati russo e ucraino: nel 2021, ha venduto prodotti per 9,8 miliardi milioni di euro complessivi. Sempre nel 2021, nel settore della moda, l'Italia si è confermata in testa tra Paesi Ue per l'esportazione in Russia per un valore di 1,4 miliardi. Un altro settore rilevante nelle esportazioni a Mosca, lo scorso anno, è stato quello dei mobili, con 333 milioni. Per quanto riguarda l'Ucraina, le vendite di made in Italy nel 2021 ammontano a 2,1 miliardi di euro, in crescita del 20,6% rispetto al 2019. Pesantissimo l'impatto sulle piccole imprese: i settori italiani con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli) vendono in Russia prodotti per 2,7 miliardi, pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese.
 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 13:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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