Prorogare lo smart working per chi ha figli con meno di 14 anni e per i lavoratori fragili. Così da estendere la possibilità di lavorare da casa per queste due categorie di dipendenti, che altrimenti dovranno presto rientrare in ufficio. È questo l'obiettivo di un emendamento al Decreto Lavoro, il provvedimento del governo varato il Primo maggio per tagliare il cuneo fiscale e (tra le altre cose) dare una stretta al Reddito di cittadinanza.
Smart working, la proposta
La proposta sullo smart working, presentata dal Movimento 5 stelle in Commissione Lavoro, è stata inserita tra gli emendamenti "segnalati" al Decreto, motivo per cui l'Aula del Senato (dove il provvedimento si trova ora per la conversione) ne dovrà discutere il 13 giugno.
Ma l'Organizzazione mondiale della sanità ha ufficialmente dichiarato conclusa la pandemia da Covid, dunque non sarà facile sostenere la necessità di un ulteriore sforzo per prorogare ancora il tele-lavoro. Almeno fino al 31 dicembre, ossia di altri sei mesi. Si stima infatti che sei mesi di smart working costerebbero tra i 16 e i 18 milioni di euro, perché la norma prevede che se la mansione del lavoratore non può essere svolta da remoto, l'azienda deve affidargliene una diversa, assumendo semmai un nuovo dipendente per quel compito.
Lavoratori fragili, chi sono
I penstastellati, però, tirano dritto. E non è escluso che in parlamento si possano trovare convergenze. Almeno per quanto riguarda i lavoratori fragili, ossia quelli maggiormente esposti a rischi sanitari. Per i quali, la proposta dei grillini vorrebbe estendere il tele lavoro in modo illimitato. Rientrano in questa categoria le persone con disabilità grave, o quelle in possesso di un certificato in cui si attesta una condizione di rischio elevato a causa di immunodepressione, patologie oncologiche o relative terapie salvavita. Che, se la norma non cambierà, dovranno rientrare in azienda dal primo luglio, proprio come i genitori di bambini e ragazzi con meno di 14 anni.
La scadenza
La scadenza del 30 giugno riguarda però solo quelle aziende e quelle categorie per le quali non sono in vigore accordi collettivi o individuali che permettano ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni da casa. In questo caso - che riguarda la stragrande maggioranza dei dipendenti attualmente in smart working - nulla cambierà.
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