Settimana di quattro giorni non piace, strappo Intesa Sanpaolo-Abi: revocata la delega sul rinnovo del contratto nazionale

Fra gli scenari possibili la rottura del modello collettivo

Venerdì 3 Marzo 2023 di Rosario Dimito
Settimana di quattro giorni, strappo Intesa Sanpaolo-Abi: revocata la delega sul rinnovo del contratto nazionale

Strappo nelle relazioni sindacali del mondo bancario con un esito aperto a qualunque sviluppo, anche a quello della fine del contratto unico nazionale e l'avvento di contratti singoli ad bancam. Non siamo al divorzio del 2012 della Fiat di Sergio Marchionne dalla Confindustria, ma potrebbe incrinarsi l'assetto istituzionale del credito italiano. Ieri i vertici Abi hanno comunicato di aver ricevuto «da Intesa Sanpaolo la revoca del mandato per la rappresentanza sindacale all'associazione per gestire in autonomia la propria partecipazione alla contrattazione», si legge nella nota di Palazzo Altieri.

E tuttavia Intesa Sanpaolo parteciperà, su invito permanente dell'Abi, «alle future attività del Comitato Sindacale e del Lavoro (Casl) volte a negoziare il rinnovo del Ccnl». Il contratto in scadenza il 28 febbraio, giorni fa è stato prorogato al 30 aprile, ma è prevedibile che il negoziato possa prolungarsi sino all'estate inoltrata.

In assenza di motivazioni ufficiali sulle cause dello strappo, una ricostruzione attendibile fa riferimento a un'occasione di rottura giorni fa, avendo sullo sfondo, però, la proposta sulla settimana di quattro giorni che Intesa sta perseguendo con possibilità di lavoro in smart warking, una proposta che non sarebbe condivisa da tutti gli istituti. In primis non è d'accordo Unicredit, a favore della flessibilità ma non della settimana corta perché inibisce il gioco di squadra. Il casus belli potrebbe però essere stato quanto avvenuto il 21 febbraio durante una riunione fra sindacati e Abi: il leader della Fabi, Lando Sileoni, avrebbe criticato il capo delle relazioni sindacali di Intesa, Alfio Filosomi (non presente in quel momento), accusato di "omissioni" durante il congresso della Fisac-Cgil: il video della riunione nella sede Abi è stato postato su Youtube, suscitando la reazione della banca milanese che lamenta la mancata protesta dei rappresentanti dell'associazione e della presidente del Casl, Ilaria Dalla Riva (dirigente Unicredit) contro le critiche di Sileoni.

Un portavoce di Intesa, nel confermare la revoca del mandato, ha comunque spiegato che l'istituto manterrà l'adesione all'associazione per tutto il resto. Nel rinnovare il contratto di lavoro, Intesa intende «fornire il supporto più adeguato al proprio modello organizzativo». Questo in un contesto di «piena garanzia dei diritti individuali e collettivi».

Questa la posizione dell'Abi: «Siamo in una fase preliminare di avvio delle negoziazioni - di fatto non ancora iniziate - nel rispetto delle procedure contrattuali che prevedono la presentazione della piattaforma da parte delle organizzazioni sindacali», spiega Giovanni Sabatini al Messaggero. «Abbiamo condiviso la sospensione dei termini contrattuali fino al 30 aprile. Si stanno avviando nell'ambito Casl le riflessioni sul quadro di riferimento».

DIPLOMAZIE AL LAVORO
Ora si aprono tre scenari. Il primo: le diplomazie al lavoro potrebbero favorire la ricomposizione con il rientro nei ranghi di Intesa. Il secondo: Intesa conferma la revoca e innesca il terzo scenario: anche Unicredit e probabilmente altre banche si muovono sulla scia di Intesa, aprendo a singole negoziazioni, Su questa ipotesi Sabatini non si esprime. «L'Associazione si occupa della definizione del Ccnl. Ci sono poi le prospettive e le scelte di business delle singole aziende e su queste non entriamo. Come associazione lavoriamo sul minimo comune denominatore che significa rappresentare gli interessi di tutti. È un mondo di imprese tutte in competizione tra loro».

Ultimo aggiornamento: 14:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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