La Commissione Ue si schiera a favore del reddito minimo, per combattere povertà ed esclusione sociale, e sostenere l'occupazione.
Ue, la mossa sul reddito minimo
La raccomandazione voluta dalla Commissione copre diverse aree: migliorare adeguatezza, copertura e assunzione del reddito minimo. Migliorare l'accesso al mercato del lavoro per coloro che possono lavorare, e l'accesso ai servizi abilitanti ed essenziali. Promuovere il supporto individuale, e aumentare l'efficacia della "governance" degli ammortizzatori sociali a livello comunitario, nazionale, regionale e locale, oltre ai meccanismi di monitoraggio e rendicontazione. Secondo le stime ricordate dall'esecutivo di Bruxelles nella Ue 95,4 milioni di persone sono a rischio di povertà ed esclusione sociale ed è occupato il 73,1% della popolazione tra i 20 e i 64 anni (dati 2021). Il 20% dei disoccupati, a rischio di povertà, non ha diritto attualmente a percepire alcun supporto al reddito.
Mentre all'inefficienza degli attuali schemi sul reddito minimo si imputa il fatto che tra il 30 e il 50% della popolazione che potrebbe beneficiarne non li percepisca. Agli Stati membri si raccomanda di conseguire un livello adeguato di sostegno al reddito entro la fine del 2030, salvaguardando la sostenibilità delle finanze pubbliche. Dovrebbero poi usare almeno il 25% dei fondi sociali europei per combattere l'esclusione sociale. Tra le possibili misure si segnala ad esempio l'importanza di criteri solidi e trasparente. E si sottolinea ad esempio l'importanza di criteri di ammissibilità trasparenti e non discriminatori, ad esempio facilitando la ricezione del sostegno