Ryanair, 15 anni di sanzioni: tariffe decuplicate in alta stagione. Prezzi di 373 euro per tratte che poi scendono a 40​

Enac: il vettore sta facendo il suo gioco se lascia l’Italia ci sarà spazio per altri

Venerdì 11 Agosto 2023 di Giacomo Andreoli
Ryanair, 15 anni di sanzioni: tariffe decuplicate in alta stagione. Prezzi di 373 euro per tratte che poi scendono a 40

Pubblicità ingannevole, pratiche scorrette e inottemperanza a provvedimenti Antitrust. Dal 2008 a oggi Ryanair è finita 11 volte nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, con sanzioni complessive per oltre 11 milioni di euro. Non avrebbe «fornito adeguata informazioni sulle condizioni e i costi di un’offerta», ma anche «ostacolato l’esercizio dei diritti dei consumatori», come pure «ridotto del 65% lo spazio per il bagaglio a mano compreso nella tariffa standard: una scelta non giustificata da esigenze di sicurezza».

Per questo, secondo il ministro delle Imprese Adolfo Urso, «negli ultimi anni la società ha manifestato una certa insofferenza alle regole del mercato».

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Nel frattempo, secondo il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, in alcune aree del Paese, in primis nell’isola che rappresenta, «si sono create situazioni di mancata concorrenza, quasi di monopolio, sfruttate per vessare la popolazione con prezzi esorbitanti». Il momento peggiore lo scorso 23 dicembre, quando secondo i dati dell’Antitrust un volo Roma (Fiumicino) - Palermo, operato dalla low cost irlandese, costava anche 373 euro (438 tra andata e ritorno), per poi scendere a 40 euro (meno di 100 con il ritorno) dopo l’Epifania. Un Milano-Palermo è invece passato da 255 a 9 euro. Insomma, prezzi decuplicati, se non peggio. Non va meglio per altre low cost: sempre tra il 23 dicembre e l’8 gennaio scorsi un volo Wizz Air da Milano a Palermo passava da 247 a 19 euro, uno EasyJet da 212 a 16 euro. 

Le compagnie “a prezzo ridotto”, però, beneficerebbero di incentivi milionari. Secondo alcune fonti di stampa sono oltre 500 milioni, ricevuti tramite accordi speciali con aeroporti e amministrazioni locali, che prevedono pacchetti di sconti con i vettori, ovvero contributi in cambio di passeggeri e quindi introiti per tutto il territorio. E a Ryanair, visto il numero elevato di passeggeri l’anno in Italia, spettava sicuramente la fetta maggiore di questa torta. In generale i prezzi dei biglietti si sono ridotti nel corso del 2023, ma quest’estate rimangono comunque ben più alti rispetto a un anno fa. Con picchi di oltre il 70% in più, considerando tutte le compagnie, e con aumenti per la settimana di Ferragosto anche del 41% per le sole low cost, secondo Federconsumatori. 

LA DIFESA

«Costa tutto di più - si è difeso il ceo della compagnia Eddie Wilson dopo la polemica con il governo sul decreto “Asset e investimenti” contro rincari e algoritmi - dalle tasse aeroportuali al cherosene fino alle retribuzioni. E se poi andiamo a vedere l’estate è evidente che la tariffa sia ancora più alta: la gente viaggia, l’offerta in Europa è ancora inferiore a quella del 2019, anche se noi vendiamo più posti del periodo pre-Covid». Certamente negli ultimi anni i costi sono aumentati, eppure nel primo semestre del 2023 il prezzo del carburante per il settore dell’aviazione civile ha registrato un calo anche del 45%, con il trend di diminuzione continuato a luglio. Nel frattempo ad aumentare sono stati i disservizi.

«In particolare il mese di luglio - spiega Felice D’Angelo, ceo di Italia-Rimborso, società che si occupa dei risarcimenti aerei - ha registrato un incremento importante: i disservizi sono stati oltre 500 (120 in più rispetto a un anno fa). Voli cancellati e in ritardo per cui i passeggeri possono ottenere la compensazione pecuniaria. Il 70% di questi disservizi provengono da compagnie aeree nate come low cost». E a questi numeri non concorre lo stop all’aeroporto di Catania dopo l’incendio dello scorso 17 luglio. Facendo poi il paragone tra i prezzi dei voli aerei del 2023 e quelli del 2021 emergono differenze rilevanti.

«Rispetto a due estati fa - spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori - i prezzi per il trasporto dei passeggeri sono in aumento del 110,8%. Il record spetta ai voli europei, che in due anni hanno subito rincari del 157,6%. Insomma, se un volo costava 100 euro a luglio 2021, ora ne costa 260». 
A questa stangata, secondo il rappresentante dell’associazione dei consumatori, «hanno sicuramente contribuito anche le low cost, come EasyJet, Vueling e Ryanair: i voli a prezzi stracciati sono spariti dai radar». Secondo la stessa compagnia irlandese, poi, le sue tariffe dovrebbero subire aumenti a due cifre su base annua tra luglio e settembre. Il prossimo inverno, però, ci dovrebbero essere prezzi più bassi per animare la domanda, con lo scopo di colmare il 25% dei posti in più rispetto al 2019. Per il numero uno della società servono più voli, più competizione e più offerta per poter ridurre il prezzo, non un tetto alle tariffe. Insomma, lo squilibrio tra domanda e offerta sarebbe ancora elevato, così come il livello generale dei costi, tra energia e materie prime. Secondo Pierluigi Di Palma, numero uno dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, però, Ryanair fa un discorso «pro domo sua: è evidente che il mercato italiano è appetibile e la società non lo lascerà, ma anche se lo farà ci saranno altri operatori che entreranno».

GLI UTILI

Gli ultimi guadagni registrati dalla compagnia sono ingenti, secondo la stessa società grazie al traino dell’aumento del traffico e delle tariffe, assieme a un calo dei costi. Nonostante i balzelli su tasse e retribuzioni di cui parla Wilson, la compagnia ha chiuso il suo ultimo anno fiscale a marzo con un utile netto di 1,43 miliardi, rispetto a una perdita di 355 milioni registrata nell’esercizio precedente. Un balzo evidente. A luglio, poi, sono arrivati i dati del primo trimestre del nuovo esercizio, con l’utile netto sempre in forte crescita, a 663 milioni. La società ha beneficiato in particolare di un buon andamento economico per le festività pasquali (quando in generale, tra i voli delle compagnie, ci sono stati in Italia aumenti fino al 300%).
Intanto ieri il ministro Urso ha risposto alla richiesta di chiarimenti della Commissione Ue sulla stretta anti-rincari del decreto Asset. «Siamo intervenuti secondo le regole Ue - ha detto - e siamo disponibili a fornire tutte le argomentazioni del caso».

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