Lockdown, sui ristori tempi lunghi per le nuove domande: chi non li aveva chiesti dovrà aspettare dicembre

Domenica 1 Novembre 2020 di Francesco Bisozzi
Lockdwon, sui ristori tempi lunghi per le nuove domande: chi non li aveva chiesti dovrà aspettare dicembre

Per decine di migliaia di aziende penalizzate dalle nuove restrizioni anti-contagio non sarà facile incassare gli aiuti messi in campo dal governo con il decreto Ristori allo scopo di sostenere i comparti più colpiti dal semi-lockdown. Chi a maggio non ha presentato domanda per ottenere il contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio dovrà affrontare infatti una corsa a ostacoli. E con ogni probabilità non riuscirà a beneficiare del sostegno prima di dicembre. Per ristoranti, bar, gelaterie, palestre e non solo si tratta dell'ennesima cattiva notizia. Nel complesso le aziende interessate dai rimborsi sono circa 460 mila. Questa volta la platea dei destinatari comprenderà anche hotel di lusso e ristoranti stellati (le imprese con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro avranno diritto a un ristoro pari al 10 per cento del calo del fatturato).

La coperta appare però troppo corta: è stato calcolato che l'indennizzo arriverà a coprire appena un paio di settimane d'incassi. Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in compenso si è detto pronto a mobilitare ulteriori risorse se necessario. 

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BONIFICO BANCARIO
L'articolo uno del decreto Ristori parla chiaro: per i soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio i rimborsi saranno corrisposti in automatico dall'Agenzia delle Entrate con accreditamento diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale era stato erogato il precedente contributo. Tradotto, la faccenda si complica per chi non ha ancora attinto a questo tipo di aiuto. I soggetti che non hanno richiesto l'indennizzo a maggio dovranno presentare domanda attraverso la procedura web prevista. Risultato? Questi ultimi, rispetto alle imprese già sostenute in primavera, risulteranno inevitabilmente penalizzati dal momento che riceveranno il bonifico più tardi. Ma gli aiuti a due velocità rappresentano solo una delle criticità che è possibile individuare nel nuovo decreto anti-Covid. Gli interventi messi in campo dal governo secondo le associazioni che rappresentano le categorie coinvolte non sono sufficienti anche perché non è stato tenuto conto dei cosiddetti costi strutturali che le imprese devono sostenere: l'ombrello fornito a bar e ristoranti e non solo per proteggersi contro il calo dei ricavi insomma non è abbastanza grande.

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«Il contributo a fondo perduto, la cassa integrazione, il credito d'imposta sui canoni di locazione da soli non bastano, la categoria della ristorazione nel contesto attuale non può sostenere a lungo una serie di costi strutturali», avverte il presidente della Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio Roberto Calugi. Bar e ristoranti hanno perso nel 2020 già 26 miliardi di euro rispetto al 2019, a causa del duro lockdown di primavera e delle restrizioni sulla capienza fissate in seguito, e temono che a causa della nuova stretta l'asticella arriverà a sforare la soglia dei 30 miliardi di euro entro la fine dell'anno. La Cna invece chiede che vengano subito integrati i codici Ateco esclusi dai ristori: per oltre 100 mila imprese del settore della ristorazione gli indennizzi sono un miraggio. Risultano tagliate fuori, sottolinea la confederazione, tutte le imprese che svolgono l'attività senza somministrazione, in pratica gli artigiani della ristorazione, dalle pizzerie al taglio alle rosticcerie, fino alle piadinerie. Il contributo a fondo perduto riconosciuto dal governo, come spiegato dal Mef, arriva fino a 150 mila euro e sarà pari mediamente a 14 mila euro.

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Più di cinquanta, 53 in tutto, le categorie individuate a cui destinare gli aiuti. Ma nel decreto Ristori ci sono anche 50 milioni di euro che potranno essere indirizzati appunto verso altri settori, per adesso fuori dal radar del provvedimento. Rispetto a maggio, poi, il contributo sarà maggiorato, a seconda della tipologia d'impresa: solo taxi e Ncc riceveranno il 100 per cento di quanto già avuto. La norma ricalca quella inserita nel decreto Rilancio ed è proprio per questo che chi ha già ottenuto il beneficio lo riceverà questa volta in automatico dall'Agenzia delle Entrate entro la metà di novembre. Faranno invece molta più fatica le attività che hanno aperto per la prima volta i battenti dopo il lockdown di primavera, e dunque escluse dal primo giro di aiuti, che al pari delle altre adesso si scontrano con le difficoltà legate alle dure restrizioni anti-contagio. Inoltre verranno automaticamente escluse dai ristori le partite Iva che avranno cessato l'attività prima della presentazione dell'istanza. Istanza che, come indicato nel decreto, andrà inoltrata utilizzando i modelli approvati dall'Agenzia delle Entrate il 10 giugno scorso.
 

Ultimo aggiornamento: 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA