Termosifoni, come risparmiare in bolletta? I consigli: dall'umidità all'aria nei tubi. Orari e periodi di accensione

Le limitazioni: un’ora in meno di accensione al giorno, stagione ridotta di 15 giorni, riduzione di un grado delle temperature

Lunedì 24 Ottobre 2022 di Giusy Franzese
Riscaldamento, come risparmiare in bolletta? La guida: periodi e orari di accensione nelle sei fasce climatiche

Le calde temperature di questi giorni in quasi tutta Italia hanno suggerito a molti sindaci di varare ordinanze con il rinvio del periodo di accensione dei riscaldamenti. Una sorta di manna dal cielo, visti i rincari energetici che stanno facendo crescere l’ansia da caro-bollette in tante famiglie.

Perché, nonostante il decreto che riduce orari e temperature massime per limitare i consumi ed evitare così problemi di approvvigionamento del gas, il freddo invernale a questo punto fa paura. L’Enea ha quindi diffuso un vademecum per ottenere risparmi senza “morire di freddo” ed esorcizzare anche il timore del caro-bolletta in arrivo. Riepiloghiamo le nuove regole e i consigli.

 

Il decreto

Il governo Draghi ha varato un decreto per il risparmio del gas, che introduce per la stagione invernale 2022-2023 nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici: un’ora in meno di accensione al giorno rispetto agli scorsi anni (il numero cambia a seconda della zona climatica); stagione ridotta di 15 giorni (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 quella di spegnimento); riduzione di un grado delle temperature massime consentite (19 gradi), con una tolleranza di due gradi.

Le limitazioni di orario e temperature non si applicano a ospedali, cliniche, case di cura, edifici per assistenza sociale, alle scuole materne e negli asili nido, ambasciate, piscine, saune, edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, e agli edifici dotati di impianti prevalentemente a energie rinnovabili. Inoltre in caso di temperature particolarmente rigide i comuni possono autorizzare accensioni fuori dal periodo previsto, a patto che sia per poche ore al giorno.

Secondo l’Enea se queste misure venissero attuate dall’80% delle famiglie italiane, si potrebbe avere a livello nazionale un risparmio complessivo di 2,7 miliardi di mc di metano.

 

Fasce climatiche e calendario

Per sapere da che giorno sarà possibile utilizzare il proprio riscaldamento bisogna conoscere in quale delle sei fasce climatiche rientra il proprio comune.

Per la zona A, che comprende la Sicilia meridionale e le isole come Lampedusa bisognerà attendere l’8 dicembre per l’accensione dei riscaldamenti e sarà possibile tenere i termosifoni in funzione solo per cinque ore.

Nella zona B che comprende il resto dell’isola maggiore stesso giorno di inizio ma 7 ore di utilizzo consentito.

Gran parte del Mezzogiorno, che comprende la Campania e la Puglia meridionale, ricade nella zona C per cui il via alle caldaie sarà dato sempre alla festa dell’Immacolata ma le ore di accensione salgono a 9.

L’8 novembre si potrà avviare il termostato a Roma, Firenze, Pescara e Foggia (zona D) per un massimo di 11 ore giornaliere.

Al Nord e nelle zone interne del Centro (zona E) è consentito già dal 22 ottobre (massimo 13 ore).

A Trento e in tutto l’arco alpino (zona F) non sono invece previste limitazioni.

 

Effetto sole

Le temperature ancora primaverili hanno spinto comunque alcuni sindaci a posticipare ulteriormente l’orario di accensione. A Milano il sindaco Giuseppe Sala ha posticipato la data di una settimana (dal 22 ottobre al 29 ottobre) estendendo i limiti non soltanto agli impianti termici a combustione ad uso riscaldamento, ma anche quelli alimentati con fonti energetiche diverse dal metano (ad esempio, a pompa di calore e/o a gasolio). Posticipi al 29 ottobre già decisi anche a Torino, Bergamo, Monza e Cremona, mentre Varese e Pavia accenderanno i termosifoni non prima del 31 ottobre. In Emilia i sindaci di Bologna e Imola hanno rimandato al 2 novembre e non si esclude che in questi giorni altri primi cittadini decidano per iniziative simili. A Udine, dove è già possibile accendere i termosifoni (dal 24 ottobre) il sindaco ha emanato un’ordinanza che obbliga bar ed esercizi commerciali a «tenere chiuse le porte d’ingresso affacciate sulla strada», così da non disperdere il calore.

 

Decisioni condominiali

Le assemblee condominiali in questi giorni stanno decidendo come procedere per rispettare le nuove regole. E già in tanti, secondo i primi riscontri, per tentare di risparmiare sui preventivi si stanno orientando verso una stretta ancora maggiore dell’arco temporale di accensione. La città di Roma, ad esempio, rientra nella fascia climatica D (accensione dall’8 novembre al 7 aprile, per 11 ore al giorno) ma in molti casi le assemblee condominiali si fermano a otto ore giornaliere.

 

Il vademecum Enea

L’Enea ha realizzato un vademecum per «agevolare l’attuazione delle misure di contenimento dei consumi di metano per il riscaldamento domestico sulla base del recente decreto del Ministero della Transizione Ecologica (n. 383 del 6 ottobre 2022)». Oltre a ricordare le nuove regole il vademecum fornisce istruzioni anche sui corretti comportamenti quotidiani, disciplinando espressamente modalità e tempi per garantire il necessario ricambio d’aria negli ambienti climatizzati. “Rinnovare l’aria che respiriamo permette di eliminare batteri e sostanze inquinanti. Tuttavia, per cambiare l’aria in un’abitazione è sufficiente mantenere aperte le finestre per pochi minuti, più volte al giorno, preferibilmente durante le ore più calde e quando il riscaldamento non è in funzione”.

E’ importante anche mantenere il giusto livello di umidità nell’ambiente installando un termoigrometro: al di sotto del 40% di umidità in casa il clima diventa troppo secco e batteri e i virus trovano un ambiente favorevole alla prolificazione, favorendo malattie respiratorie; al di sopra del 70%, invece, si forma condensa sulle parti fredde dell’edificio, come le pareti perimetrali e le finestre, che può portare alla formazione di muffe e conseguenti allergie. La corretta manutenzione degli impianti è la regola numero uno, non solo in termini di minor consumo di gas ma anche di sicurezza e attenzione all’ambiente. Prima di riaccendere i riscaldamenti è importante eliminare l’aria presente nei tubi ed effettuare una buona pulizia dei radiatori per rimuovere i depositi che possono essersi accumulati durante la stagione estiva. Inoltre, è importante ricordare che ogni grado in più in casa rispetto al massimo di 19°C consentiti comporta un aumento del consumo fino al 10% tenendo presente anche che la temperatura sale di 1-2°C dopo che una persona permane 30 minuti all’interno di una stanza. Altro suggerimento importante è fare un check-up energetico del proprio appartamento, affidandosi a tecnici qualificati per la valutazione dello stato di isolamento termico di pareti e finestre e dell’efficienza degli impianti di riscaldamento. La diagnosi consente di individuare eventuali interventi di miglioramento che possono abbattere i costi anche fino al 40%.

Ultimo aggiornamento: 19:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA