Lega alla guerra sul Reddito: «Rinnovabile una sola volta»

Sabato 16 Febbraio 2019 di Francesco Pacifico
ROMA Dalla Lega il viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia, avverte gli alleati: «Abbiamo sempre detto che il reddito di cittadinanza non può essere sine die». Dai Cinquestelle gli replica la sua omologa in via XX settembre, Laura Castelli: «Nessuna modifica. Se qualcuno vuole mettere in dubbio la formulazione uscita dal Consiglio dei ministri, deve prima parlare con i due vicepremier e con il premier». Riscoppia la guerra in maggioranza sul reddito di cittadinanza, creando l'ennesima minaccia, che potrebbe mettere in crisi la tenuta del governo. Alla base del contendere ci sono gli emendamenti al decretone presentati dal Carroccio, soprattutto quelli che impongono di rinnovare il sussidio per una sola volta (il provvedimento, invece, non pone limiti ma soltanto uno stop tecnico di un mese), di vietare il cumulo degli incentivi per le aziende che assumono nel Mezzogiorno, di portare a 36 le ore da destinare ai lavori sociali per i Comuni, fino alla stretta per chi ha debiti fiscali e agli aggravi amministrativi per gli immigrati che accedono al sussidio, che devono presentare anche le dichiarazioni patrimoniali dei beni detenuti nei Paesi di appartenenza. Tutte proposte di modifica che per i grillini vanno semplicemente ritirate. Un accordo in maggioranza su questo fronte ancora non c'è e da Palazzo Madama - dove il testo del decretone è in discussione - fanno capire che serve un'intesa ai massimi livelli, tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Nelle riunioni informali tenute in questi giorni gli esponenti dei due partiti non hanno fatto passi indietro rispetto alle loro posizioni iniziali. Anche se dal Carroccio fanno capire che sono pronti a modificare i loro emendamenti, a trattare su temi come la durata del sussidio e gli incentivi al Sud, ma non a ritirarli tout court. Lo sottolinea anche il sottosegretario Garavaglia, parlando proprio della durata del sussidio: «È evidente che questo tema va chiarito». Qualcosa in più si capirà questa mattina nella commissione Lavoro di Palazzo Madama, che non ha lavorato negli ultimi due giorni (ufficialmente per attendere i pareri della Bilancio) e che da oggi, per tutto il weekend, deve iniziare a discutere e votare proprio gli emendamenti. Il dossier è bollente e lo dimostra anche la cautela con la quale l'hanno trattata i componenti della commissione guidata da Daniele Pesco. Qui, infatti, si è deciso di accantonare tutti i temi più spinosi e che possono prevedere un aumento di spesa: la durata del sussidio, ma anche l'aumento dell'assegno alle famiglie numerose, lo sconto previsto per luce e gas da estendere anche per le bollette dell'acqua, l'accessibilità nei controlli per gli ispettori del lavoro alle banche dati Inps, fino al termine entro il quale il datore può perdere il beneficio in caso di licenziamento del lavoratore. Idem, sul versante Quota 100, per gli emendamenti che propongono agevolazioni per le lavoratrici madri, agevolazioni per il riscatto della laurea oltre i 45 anni o l'innalzamento del tetto per l'anticipo del Tfs con prestito bancario garantito dallo Stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA