Reddito di cittadinanza, 9 beneficiari su 10 restano senza lavoro

Venerdì 5 Giugno 2020 di Francesco Bisozzi
Reddito di cittadinanza, 9 beneficiari su 10 restano senza lavoro

ROMA C'era una volta il reddito di cittadinanza. Quello dei 780 euro al mese, dei percorsi di accompagnamento personalizzati all'inserimento lavorativo, dei navigator tuttofare. Ma i numeri snocciolati ieri al Senato dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo raccontano una storia diversa. A un anno e mezzo dal varo della misura dei Cinquestelle, meno del 10 per cento dei percettori in condizione di lavorare ha trovato un impiego. «Sono oltre un milione gli attuali nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza, corrispondenti a circa 2,5 milioni di persone. In 65 mila hanno stipulato un contratto di lavoro», ha spiegato la ministra. In tutto gli attivabili sono circa un milione.

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LA CRISI
La misura, pensata per traghettare nel mondo del lavoro gli inattivi, oltre che per contrastare la povertà, in compenso è già costata circa 5 miliardi di euro. Attualmente percepiscono il reddito di cittadinanza 993.659 famiglie. L'importo medio erogato era pari ad aprile a 554 euro. «Al 29 febbraio risultavano essere stati convocati nei centri per l'impiego 622.810 beneficiari. Quelli che hanno sottoscritto il patto per il lavoro e il patto di servizio sono 316 mila», ha proseguito la madrina del sussidio. Finora in meno di ventimila hanno firmato un contratto a tempo indeterminato. Fari puntati dunque sui tremila navigator assunti lo scorso anno. In media hanno contribuito a inserire nel mondo del lavoro venti sussidiati ciascuno. Pochini, considerato che sono stati stanziati 500 milioni per ingaggiare i famosi tutor voluti dal presidente dell'Anpal Domenico Parisi. I centri per l'impiego, per giunta, a causa del Covid-19 non torneranno a operare a pieno regime prima di settembre. Nel frattempo il decreto Rilancio ha esteso per altri due mesi la sospensione del requisito della condizionalità per i beneficiari del reddito di cittadinanza, che fino a luglio non sono costretti perciò a recarsi nei Cpi.
La cosiddetta fase due del reddito di cittadinanza, caratterizzata dall'attivazione dei percorsi d'inserimento lavorativo, ha preso il largo a settembre, quando sono partite le chiamate per la stipula dei patti per il lavoro. La ministra Catalfo ha sottolineato che i beneficiari del sussidio che si sono recati nei Cpi alla prima convocazione sono stati 500.541, di cui 74.230 sono stati esonerati e 17.563 sono stati rinviati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale. In Campania i beneficiari in condizione di lavorare sono più di 200 mila, circa 180 mila in Sicilia e oltre 50 mila nel Lazio.

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Dai dati in possesso dell'Anpal emerge che al momento il 61,8 per cento dei contratti sottoscritti dai percettori ritenuti attivabili è a tempo determinato, il 18,3 per cento a tempo indeterminato, mentre il restante 20 per cento è composto da altri contratti, tra i quali rientrano la somministrazione e le collaborazioni. Critica pure la Corte dei Conti, che nell'ultimo rapporto sul coordinamento della finanza pubblica ha bocciato la misura, evidenziando la lentezza con cui si svolgono le convocazioni nei centri per l'impiego: a febbraio, secondo i calcoli dei giudici, appena il 58 per cento dei beneficiari potenzialmente attivabili si era recato nei Cpi.

 

Ultimo aggiornamento: 11:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA