Reddito di cittadinanza a rischio senza Green pass: le nuove scadenze per Isee e lavoro

Chi non avrà almeno quello base (rilasciato con tampone e che dura 48 ore), dal 1° febbraio non avrà più l’accesso ai centri per l’impiego

Lunedì 31 Gennaio 2022
Reddito di cittadinanza, a rischio senza Green pass: le nuove scadenze per Isee e lavoro
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IL GREEN PASS

Sono ore di scende per i percettori del Reddito di cittadinanza. La prima riguarda i nuovi plaetti legati al Green pass.

Chi non avrà almeno quello base (rilasciato con tampone e che dura 48 ore), dal 1° febbraio non avrà più l’accesso ai centri per l’impiego per partecipare ad attività e colloqui da svolgersi soltanto e unicamente in presenza. Dunque il certificato verde si aggiunge ai requisito richiesti per continuare a percepire il Reddito di cittadinanza, secondo quanto stabilito dalla nuove Legge di Bilancio con l’ultimo decreto sul Covid datato 7 gennaio 2022. Dunque, servirà almeno un tampone antigenico al mese per prendere parte ai colloqui necessari per mantenere il diritto al sostegno economico.

I 100.000 A RISCHIO

Secondo i dati del governo i beneficiari possibilmente a rischio, perché non vaccinati e non guariti, sono circa 100 mila. L’obiettivo è spingere il popolo del Reddito di cittadinanza ad iniziare il ciclo vaccinale il prima possibile e raggiungere quota 10% entro l’inverno. Va ricordato che il sussidio è destinato ad oggi a circa 1,3 milioni di nuclei familiari (tre milioni di persone) di cui il 30% ritenuto occupabile e quindi tenuto a frequentare in presenza i centri per l’impiego.

APPUNTAMENTO ISEE

C’è un’altra scadenza che dovranno tenere bene a mente coloro che nel 2021 hanno cominciato a percepire il Reddito Di Cittadinanza: entro il 31 gennaio va rinnovata la vecchia DSU ISEE, calcolata appunto nel 2021 e già scaduta il 31 dicembre, se non vogliono rischiare la sospensione dell’erogazione dell’assegno da parte ddell’Inps. Il Reddito Di Cittadinanza è infatti legato all’indicatore economico del nucleo familiare, ma anche alle DSU, sulla base delle quali viene calcolato l’Isee riferito alla situazione reddituale e patrimoniale del nucleo risalente a due anni prima. Va dunque aggiornato da un anno all’altro per dimostrare di essere ancora in possesso dei requisiti economici necessari.

 

I REQUISITI

Ecco quali sono i requisiti patrimoniali: - un valore ISEE inferiore a 9.360 euro; - un valore del patrimoio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro; - un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il signle, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità); - un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, soglia aumentata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla pensione di cittadinanza.

COS’È

Il Reddito di cittadinanza prevede un sussidio economico mensile (che va da un minimo di 400 a un massimo di 840 euro mensili), parametrato sul numero di componenti della famiglia, con obbligo per i componenti disoccupati maggiorenni, fino a 64 anni, ad intraprendere un percorso di reinserimento lavorativo. Ecco alcune delle novità previste dalla legge di bilancio: - il sussidio decade dopo due, e non tre offerte di lavoro rifiutate; - un maggior controllo anche sulla situazione penale dei componenti del nucleo familiare, con uno scambio integrale dei dati tra INPS e Ministero della Giustizia; - la verifica sui patrimoni all’estero grazie a un incrocio di dati con le autorità straniere.

IL TAGLIO

Un'altra novità dell'ultimo momento è il taglio del Reddito di cittadinanza dopo primo rifiuto di un lavoro congrua. Si tratta del cosiddetto decalage: il sussidio (massimo 780 euro) viene tagliato di 5 euro per ciascun mese a partire dal mese successivo a quello in cui si è eventualmente rifiutata un’offerta congrua.
La riduzione si interrompe nel momento in cui un componente familiare avvia un’attività di lavoro dipendente o autonomo per almeno un mese continuativo: dal mese successivo l’assegno torna ad essere determinato con le modalità ordinarie. 
Inoltre viene ridotta, per la congruità della prima offerta, da 100 a 80 km la distanza massima dalla residenza del beneficiario (comunque raggiungibile entro il limite massimo di 100 minuti coi mezzi di trasporto pubblici), mentre la seconda può essere collocata ovunque in Italia.  Questa regola è applicabile nel caso specifico di rapporto di lavoro a tempo determinato o a tempo parziale.Se si tratta invece di seconda offerta – e salvo che nel nucleo familiare siano presenti persone disabili – va considerata congrua l’offerta ovunque collocata nel territorio italiano (in questo caso la disciplina coincide con quanto previsto attualmente per la terza offerta).

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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