Reddito di cittadinanza, abolizione nel 2024. Solo otto mesi nel 2023 per chi può lavorare. Ecco come cambia

Obbligo formazione, stop dopo "no" a offerta: le novità. Rabbia di Conte: governo disumano

Martedì 22 Novembre 2022 di Mario Landi
Reddito di cittadinanza abolito nel 2024, solo otto mesi nel 2023 per chi può lavorare: ecco come cambia

Reddito di cittadinanza, cosa cambia dopo la Legge di Bilancio? Le misure inserite nella manovra sono state spiegate dal premier Giorgia Meloni in conferenza stampa da Palazzo Chigi il giorno dopo il via libera nel Cdm della tarda serata di ieri.

Nel 2023 sarà di 8 mesi per chi può lavorare mentre dal 2024 sarà abolito. «Siamo fedeli ai nostri principi, si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza. Ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non potrà essere percepito per più di otto mesi e decade alla prima offerta di lavoro. Di cose che non hanno funzionato sull'uso del reddito ci se ne sono molte. Noi abbiamo intenzione di rimettere complessivamente mano a questa materia. Noi non manderemo avanti il reddito di cittadinanza. Va abolito per chi può lavorare e riformato per chi ha bisogno di essere tutelato. È tutta la materia che va rivista. Vedo forze politiche che chiamano la piazza, però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni. C'è gente che lo prende da tre anni, evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all'infinito. Io credo che lo Stato debba occuparsi di loro a trovare un posto di lavoro».

Reddito di cittadinanza, come cambia

Stop al reddito di cittadinanza per gli occupabili: riceveranno il sostegno per altri otto mesi nel 2023, poi basta. Al capolinea 660 mila percettori circa, su 2,4 milioni di cittadini raggiunti dalla misura, che sfuggono ai Centri per l’impiego. Per loro ancora pochi mesi di sussidio, poi niente più beneficio. Continueranno invece a beneficiare della misura fragili, donne in gravidanza e anziani per tutto l’anno prossimo, in attesa di una revisione complessiva dello strumento che arriverà nel 2024. Tradotto: gli attivabili avranno a disposizione un periodo cuscinetto di otto mesi nel 2023 per trovare un lavoro, dopodiché dovranno dire addio per sempre alla card. La spesa per la prestazione di sostegno ha raggiunto nei primi nove mesi del 2022 quota sei miliardi di euro circa. Da quando è stato calato a terra, il sussidio ha assorbito 25 miliardi di euro. Il reddito di cittadinanza è stato la misura bandiera dei Cinquestelle, nonché uno degli strumenti più discussi (e discutibili) tra quelli messi in campo in questi ultimi anni.

Obbligo formazione, stop dopo "no" a offerta

«Con le nuove regole sul Reddito di cittadinanza sono stati messi in sicurezza coloro che hanno condizioni di difficoltà ulteriore, i nuclei con minori, disabili, anziani e donne in gravidanza», ha assicurato la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in conferenza stampa sulla manovra. «C'è un collegamento con la formazione, c'è il passaggio dal sussidio all'attivazione, non come richiamo ma come percorso obbligatorio», ha aggiunto, precisando anche altri elementi: il lavoro stagionale è reso compatibile entro 3.000 euro con il reddito; saranno intensificati i controlli e il beneficio decadrà dopo il rifiuto di un'offerta congrua. 

«Come ha detto chiaramente il presidente Meloni parlando della legge di bilancio noi elimineremo il reddito di cittadinanza per tutte quelle persone che possono essere forza lavoro. Ovviamente non lasceremo indietro i fragili, gli over 60, le donne, chi ha veramente bisogno e chi non può lavorare ma il 2023 sarà l'anno della fine delle reddito di cittadinanza. Ci sarà solo per 8 mesi, non abbiamo potuto toglierlo da subito perché abbiamo dovuto fare delle misure per non lasciare nessuno indietro». Lo ha detto il ministro Daniela Santanchè

 

Letta: in piazza contro misure inique. Conte: governo disumano

L'attacco al reddito di cittadinanza non sarà senza conseguenze: il leader del M5s Giuseppe Conte lancia l'altolà e avverte: «Siamo disposti a tutto per difenderlo e daremo battaglia nelle sedi istituzionali e nelle piazze se il governo andrà avanti con questo indegno proposito di smantellare questa misura che definisce una riforma epocale per la sinistra, al pari dello Statuto dei lavoratori o del Servizio Sanitario Nazionale. Un governo che ha come obiettivo quello di smantellare il reddito significa che ha perso il contatto con la realtà. È un governo in preda ad una furia iconoclasta, che non tiene conto dei dati e si concentra sugli occupabili: non ci sono giovani scansafatiche seduti sul divano che aspettano l'assegno di cittadinanza» protesta il leader M5s che chiama «ad unirsi alla nostra battaglia» tutte le forze che hanno a cuore le persone in difficoltà e «non solo il Pd». «Non suoni come minaccia, ma lo dico con fermezza: non ci fermeremo», avverte il governo.

Il messaggio alla maggioranza è chiaro: non basterà tagliare l'assegno alla cosiddetta platea degli «occupabili». Sarebbe comunque un atto che Conte bolla come «disumano» perché colpirebbe «una platea di 660 mila persone molte delle quali hanno già compiuto 50 anni ed hanno difficoltà a ricollocarsi sul mercato del lavoro». Non solo, il taglio metterebbe in difficoltà «tanti lavoratori che prendono 4 o 5 euro l'ora e che integrano con il reddito di cittadinanza il loro reddito» e tutti quei percettori, «il 70%, che hanno un titolo di istruzione molto basso». Tornato a descrivere il Movimento come «forza progressista» e portatrice di una «rivoluzione gentile», Conte intende proseguire nella sua marcia per intestarsi la guida dell'opposizione. «Il Pd ha perso un po' la forza propulsiva dopo tanti anni di pratica e gestione del potere e ora rivendica la necessità di una profonda rivisitazione del suo profilo identitario. Percorso che noi abbiamo fatto e la campagna elettorale ha dato i suoi frutti» dice in occasione di un convegno organizzato dalla vicepresidente 5 stelle del Senato, Mariolina Castellone. 

Il segretario del Pd Enrico Letta lancia l'appello: «Sabato 17 la nostra manifestazione contro una manovra improvvisata e iniqua. Inadeguata rispetto al rischio recessione e all'impennata dell'inflazione. Lo avevamo anticipato nella nostra Assemblea di sabato. Ora, dopo le decisioni di ieri lo confermiamo con ancora più convinzione».

Ultimo aggiornamento: 15:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA