Reddito di cittadinanza, verso i 4 milioni di beneficiari ma solo 200 mila lavorano

Venerdì 22 Gennaio 2021 di Francesco Bisozzi
Reddito di cittadinanza, verso i 4 milioni di beneficiari ma solo 200 mila lavorano
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Il reddito di cittadinanza potrebbe fare la fine che fanno i palloncini d’aria caricati all’eccesso: scoppiare. Complice il Covid, il sussidio quest’anno vola verso quota 4 milioni di beneficiari e 1,8 milioni di famiglie percettrici, e se così sarà la spesa per il reddito e la pensione di cittadinanza crescerà fino a superare i 9 miliardi di euro annui, poco meno di quanto è costata la misura nei suoi primi 20 mesi di vita.

Il governo, come confermato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nella lettera al vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e al commissario all’Economia Paolo Gentiloni, utilizzerà lo scostamento da 32 miliardi per mettere nuovo carburante nel serbatoio del sussidio: si parla di poco più di un miliardo di euro di risorse aggiuntive. Che, tenuto conto dei 4 miliardi già stanziati con la legge di Bilancio, ma spalmati su 9 anni, portano l’asticella delle risorse disponibili per il 2021 a circa 8,5 miliardi di euro. Potrebbero non bastare. Solo nell’ultimo mese il beneficio ha visto il numero dei percettori salire del 3,3% e arrivare così a 1,2 milioni di famiglie, per 2,9 milioni di persone complessive, dicono gli ultimi dati Inps.

A meno di un rallentamento improvviso, di questo passo i cittadini coinvolti saranno 600 mila in più di adesso già a luglio, per arrivare a superare la soglia dei 4 milioni attorno a novembre. Il costo mensile del sussidio, ora a quota 646 milioni di euro, in questo caso sforerebbe i 750 milioni nei mesi estivi, per attestarsi attorno agli 850 milioni a fine autunno.

In allarme anche i sindacati. Per la Cgil sono a rischio oggi fino a un milione di posti di lavoro: il sindacato avverte che per effetto delle chiusure delle attività travolte dal virus, e di una proroga selettiva del blocco dei licenziamenti, il numero dei sussidiati potrebbe crescere nei prossimi mesi persino di più di quanto lasciano intravedere i numeri attuali. «Gli effetti della crisi sulle attività lavorative, uniti all’estensione solo parziale dello stop ai licenziamenti, metterebbero a rischio nei prossimi mesi tra 500 mila e un milione di posti di lavoro. La maggioranza dei nuovi disoccupati avrebbe diritto alla Naspi, che oggi è l’ammortizzatore con più appeal, mentre per chi non ne avesse diritto si aprirebbero le porte del reddito di cittadinanza, a causa della condizione d’impoverimento cui andrebbe incontro. Ben vengano le misure a protezione del reddito delle persone, ma ora è necessario concentrare le risorse sugli investimenti idonei a far crescere l’occupazione di qualità», spiega al Messaggero la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti. 


Il sussidio, che nel 2020 è costato 7 miliardi, e circa 11 dalla sua entrata in vigore, necessita di almeno 9 miliardi di euro per riuscire a reggere la prossima ondata di beneficiari in arrivo. 

Il governo prevede al contrario un tasso di crescita dei percettori più contenuto rispetto ai sindacati e al trend di aumento emerso dagli ultimi dati dell’Inps: si attende un incremento del 25 per cento annuo, che equivale a 700 mila new entry nel 2021, per un totale di 1,5 milioni di famiglie raggiunte a fine anno. Insomma, la speranza è che bastino 8,5 miliardi di euro per alimentare il sussidio nel 2021. Tuttavia il perdurare dell’emergenza da un lato e dall’altro gli inserimenti lavorativi dei percettori attivabili che continuano a procedere al rallentatore, rendono a questo punto più probabile un finale diverso.

Le politiche attive del lavoro saranno il grande assente della fase che seguirà lo sblocco dei licenziamenti e uno dei principali fattori in grado di mandare fuori pista il reddito di cittadinanza perché sovraccarico. Appena duecentomila percettori idonei al lavoro risultavano occupati a ottobre, su oltre un milione di arruolabili. Per rendere il reddito di cittadinanza sostenibile sotto il profilo finanziario si calcola che i beneficiari occupati debbano più che raddoppiare nei prossimi mesi, ma sembra una missione impossibile dal momento che i centri per l’impiego ancora aspettano i maxi rinforzi promessi nell’ormai lontano 2019.

Le assunzioni degli oltre 11 mila specialisti da destinare ai cpi sono in clamoroso ritardo: poche regioni, tra cui il Lazio e la Toscana, sono a buon punto con i bandi o li hanno addirittura conclusi. Oggi il beneficio vale in media 528 euro. Chi incassa il reddito di cittadinanza fin dall’inizio ha ottenuto mediamente finora più di 10 mila euro. E, in molti casi, ancora deve iniziare a cercare lavoro. 
 

Ultimo aggiornamento: 11:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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