Reddito di cittadinanza, requisiti più stringenti su figli e anziani a carico. Il 60% dei tagli riguarderà gli stranieri

Il report Bankitalia: la riforma varata consente di ridurre i costi per lo Stato di quasi 2 miliardi

Lunedì 5 Giugno 2023 di Jacopo Orsini
Reddito di cittadinanza, requisiti più stringenti su figli e anziani a carico. Il 60% dei tagli riguarderà gli stranieri

La stretta varata dal governo sul Reddito di cittadinanza vale un risparmio di quasi due miliardi.

La stima è contenuta nella relazione annuale della Banca d’Italia, dove si sottolinea inoltre che l’irrigidimento dei requisiti per ottenere il sussidio comporterà per le famiglie di stranieri una riduzione della platea dei potenziali beneficiari dell’aiuto di due terzi. Per i nuclei italiani i destinatari del sostegno potrebbero invece diminuire del 40%.

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IL DECRETO
Come promesso in campagna elettorale, con un decreto legge varato all’inizio di maggio, l’esecutivo ha ridisegnato le misure di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale introducendo una misura ribattezzata “Assegno di inclusione” (Adi) che dal 2024 sostituirà il Reddito varato nel 2019 dal governo Lega-5 stelle guidato da Giuseppe Conte. Il nuovo sussidio arriverà fino alla soglia di 6.000 euro annui per i nuclei formati da una sola persona, un valore che verrà poi aumentato in base alla dimensione e alla composizione della famiglia. Rispetto al Reddito, i coefficienti stabiliti per il nuovo sussidio saranno più alti per i disabili, ma più bassi per gli adulti tra 18 e 59 anni senza carichi di cura e per i minori. L’Adi però sarà pienamente cumulabile con l’assegno unico, mentre attualmente la parte del sussidio relativa ai figli che hanno diritto all’aiuto viene decurtata. I nuclei che vivono in affitto continueranno a ricevere anche un contributo per l’affitto fino a 3.360 euro l’anno. L’Adi sarà erogato per 18 mesi e, dopo uno di sospensione, potrà essere rinnovato.


Con la nuova misura l’obiettivo del governo è ridurre la platea dei beneficiari del sussidio. L’Adi sarà infatti destinato solo alle famiglie che rispettano alcune condizioni anagrafiche o di disabilità: quelle con almeno un componente minorenne o di età superiore a 59 anni oppure disabile. Potranno però ottenere il beneficio i nuclei che risiedono in Italia da almeno 5 anni, invece dei 10 previsti dal Reddito. L’accesso alla misura rimarrà poi condizionato a un Isee inferiore a 9.360 euro. La soglia non è stata modificata ma, nota la Banca d’Italia, «altri requisiti saranno più restrittivi: per quanto riguarda il patrimonio immobiliare verrà introdotto un vincolo sul valore ai fini dell’Imu dell’abitazione di proprietà; per le famiglie che vivono in affitto la soglia del reddito familiare per ricevere l’Adi non sarà più incrementata di oltre la metà, come invece avviene attualmente per tenere in considerazione i costi connessi con la locazione». 


Per gli adulti che non avranno più accesso al Reddito, il governo ha poi introdotto il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), che sarà erogato dal prossimo settembre. Il sostegno prevede, nel caso di partecipazione a programmi formativi o a progetti utili per la collettività, l’erogazione di un’indennità fissa di 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi non rinnovabile. L’accesso a questo aiuto sarà riservato a chi ha un Isee non superiore a 6.000 euro.


Veniamo ai risparmi. Già lo scorso anno la ripresa dell’economia aveva ridotto il numero dei nuclei percettori del Reddito a quasi 1,7 milioni, il 4,6% in meno rispetto all’anno precedente e il calo, aggiunge la Banca d’Italia, «è proseguito nei primi mesi del 2023». «Nel prossimo biennio, secondo le stime ufficiali del governo, le nuove misure impiegherebbero risorse per 7 miliardi all’anno», osserva ancora l’istituto. Il Reddito invece, senza le modifiche previste dall’ultima legge di bilancio, «avrebbe comportato una spesa annua di circa 8,8 miliardi». Dunque 1,8 miliardi di uscite in meno l’anno.


LA PLATEA
L’istituto di via Nazionale stima poi che, per le famiglie di nazionalità italiana, l’introduzione dei requisiti anagrafici «riduca la platea dei nuclei potenzialmente beneficiari dell’Adi di quasi il 30 per cento rispetto a quella dell’Rdc e che la variazione dei requisiti economici comporti un’ulteriore diminuzione di circa il 10 per cento». Per le famiglie di stranieri, invece, «l’estensione della platea derivante dall’allentamento del requisito di residenza in Italia (stimabile in circa il 20 per cento) sarebbe più che controbilanciata dall’irrigidimento delle altre regole di accesso all’Adi, poiché questi nuclei soddisfano con più difficoltà i nuovi requisiti anagrafici e più spesso vivono in affitto». In conclusione «complessivamente il numero di famiglie straniere beneficiarie si ridurrebbe di due terzi» rispetto al Reddito. 
 

Ultimo aggiornamento: 17:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA