Reddito di cittadinanza, il lavoro non si potrà rifiutare. Cartelle: a marzo stralcio sotto i 1.000 euro (multe escluse)

Non sarà più necessario che l’occupazione offerta sia “congrua”. Bonus mobili, il tetto sale a 8.000 euro

Giovedì 22 Dicembre 2022 di Roberta Amoruso e Andrea Bassi
Reddito di cittadinanza, il lavoro non si potrà rifiutare. Cartelle: a marzo stralcio sotto i 1.000 euro (multe escluse)

Arriva una ulteriore stretta sul Reddito di cittadinanza. Chi rifiuterà un’offerta di lavoro perderà l’assegno. Il Parlamento ha eliminato la dizione “congrua” dalla norma. Significa che l’offerta non dovrà più considerare le esperienze e le competenze maturate o la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e i tempi di trasferimento (entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici). Insomma, qualsiasi offerta arrivata da qualsiasi parte d’Italia dovrà essere accettata per non perdere l’assegno.

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Reddito, la stretta sui furbetti

Non è l’unica novità.

Il Reddito il prossimo anno sarà erogato al massimo per 7 mesi a tutte le persone considerate “occupabili”. Oltre questo termine potranno continuare a percepirlo le famiglie con figli, con disabili a carico e gli ultra sessantenni. Un’altra novità introdotta con gli emendamenti, riguarda il contributo di 280 euro per l’affitto. Non sarà più pagato ai percettori di reddito, ma direttamente ai proprietari di casa. Infine, i percettori del sussidio che hanno tra 18 e 29 anni e non hanno completato il ciclo scolastico obbligatorio, per poter continuare a percepire l’assegno dovranno frequentare necessariamente dei corsi di formazione.Tra gli emendamenti approvati, poi, c’è anche un aumento del bonus mobili per il 2023. Per il 2023 era previsto che l’incentivo per l’acquisto di arredamento e di elettrodomestici ad alta efficienza energetica in caso di ristrutturazione di un immobile, si riducesse dai 10 mila euro del 2022 a 5 mila euro. Con il passaggio in Parlamento si è deciso di portare la spesa detraibile a 8 mila euro per il prossimo anno.

Cartelle, a marzo stralcio sotto i 1.000 euro. Escluse le multe

Slitta di due mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo, lo stralcio automatico delle cartelle fino a mille euro relative al periodo 2000-2015. Approvato anche l’emendamento che esclude dalla cancellazione automatica le sanzioni amministrative, comprese le multe. Inoltre i Comuni possono decidere di non applicare la norma. Così il governo ha provato ad ascoltare le richieste anche delle amministrazioni comunali che negli ultimi giorni si erano dette preoccupate per la tregua fiscale ipotizzata in una prima ipotesi dall’esecutivo con stralcio di tutte le cartelle al di sotto dei 1.000 euro. L’aiuto, infatti, era visto come fortemente impattante sulle casse comunali in quanto il 90% dei crediti non supera la soglia dei 1.000 euro. 

Imprese, due anni in più per il contratto di espansione

Il contratto di espansione viene prorogato fino al 2025 (era previsto fino al 2023). Si tratta dello strumento che consente alle imprese in crisi di favorire l’esodo anticipato verso la pensione dei dipendenti . I due anni di vigenza in più sono stati varati con il decreto Milleproroghe. Si conferma il limite minimo di organico per accedere al beneficio: non dovrà essere inferiore complessivamente a cinquanta incluse le aziende che abbiano sottoscritto, dal 2023 al 2025, un contratto di rete. Dal 1 gennaio 2023, si riduce da 1.00 a 500 la soglia di dipendenti per le imprese di particolare rilevanza strategica che vogliono accedere a una maggiore riduzione dei versamenti a carico del datore (24 mesi in più), impegnandosi a 1 assunzione per ogni 3 lavoratori prepensionati. In questo caso almeno il 50% delle assunzioni dovrà essere under 35.

Pos, nessuna soglia per le sanzioni. Ristoro dei costi

Dopo giorni di polemiche e scontri è stata cancellata dalla manovra la norma che eliminava le multe per gli esercenti che rifiutavano di utilizzare il Pos sotto i 60 euro. Restano dunque le sanzioni. Rimane confermato invece l’aumento della soglia del contante da mille a cinquemila euro. Arriva però il “ristoro” per la cancellazione della norma sul Pos. Per trovare soluzioni per mitigare i costi delle transazioni elettroniche fino a 30 euro a carico degli esercenti arriva un tavolo permanente tra le categorie interessate. Ma qualora non arrivi ad un “livello dei costi equo e trasparente” scatta per i prestatori dei servizi e le banche un “contributo straordinario” destinato a misure per contenere l’incidenza dei costi a carico degli esercenti.

Bonus giovani, 18App si sdoppia: con Isee e merito fino a 1.000 euro

Archiviata la 18App, il bonus di 500 euro che scattava per tutti al compimento dei 18 anni, nascono altre due carte: una Carta Cultura Giovani e una Carta Merito, entrambe di 500 euro, separate ma cumulabili per un totale di mille euro. Se la 18App era, dunque, a disposizione di tutti i maggiorenni le due nuove carte prevedono delle regole: con la prima si deve avere un Isee di massimo 35 mila euro. La seconda la ottiene chi prende il massimo dei voti, 100, all’esame di maturità ma se lo studente ha anche Isee a 35mila euro raddoppia. Scatta anche un meccanismo di controlli e sanzioni anti-truffa per evitare gli utilizzi impropri registrati con la 18App. Per gli esercenti è prevista una sanzione da 1.000 euro fino a cinquanta volte la cifra indebitamente utilizzata.

Bar e ristoranti, tavolini liberi fino a giugno

Tavolini all’aperto e dehors liberi fino al 30 giugno 2023. Il correttivo inserito in un emendamento alla manovra proroga il termine del 31 dicembre 2022 per l’occupazione del suolo pubblico per il settore della ristorazione con gli esercenti che potranno continuare a realizzare pedane all’esterno dei propri locali occupando strade e marciapiedi. Basterà presentare la domanda per la nuova autorizzazione in via telematica, allegando semplicemente la planimetria degli allestimenti su strade e sulle piazze anche di interesse culturale e paesaggistico senza necessità di autorizzazioni da parte del Soprintendente o del ministero dei Beni culturali. 

Tassa di soggiorno, più facile per i Comuni portarla a 10 euro

Alzare l’imposta di soggiorno fino a 10 euro nei Comuni capoluogo di provincia che, in base alle ultime rilevazioni, abbiano avuto presenze turistiche almeno venti volte superiori a quelle dei residenti, diventerà più semplice. Secondo un emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio, non sarà più un decreto ministeriale ad individuarli: i Comuni faranno riferimento ai dati pubblicati dall’Istat, l’Istituto di statistica, riguardanti le presenze turistiche medie registrate nel triennio precedente all’anno in cui viene deliberato l’aumento dell’imposta. Per il triennio 2023-2025 si considera la media delle presenze turistiche del 2017-2019. 

Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 09:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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