Reddito di cittadinanza, chi lo perderà? Si potrà lavorare da stagionali senza rinunciare al sussidio

Dal beneficio usciranno 800mila percettori che hanno le caratteristiche per poter lavorare

Mercoledì 23 Novembre 2022 di Francesco Bisozzi
Reddito di cittadinanza, chi lo perderà?

Fuori subito dal reddito di cittadinanza 404mila famiglie. La stretta sugli occupabili introdotta in manovra impatta su poco meno della metà dei nuclei beneficiari.

Nel 2024 il reddito di cittadinanza lascerà definitivamente spazio a una nuova prestazione di sostegno, con un nome diverso, destinata esclusivamente a fragili e over 60.

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Reddito, chi lo perderà?

Stop alle domande per il sussidio già nei prossimi mesi. Chi non è in condizione di lavorare continuerà a ricevere l'assegno con gli stessi importi per tutto l'anno prossimo, dopodiché verrà trasferito a bordo del nuovo aiuto che il governo ha annunciato di voler mettere in campo.


I LIMITI
Gli occupabili invece saranno coperti solo per otto mesi al massimo nel 2023, a patto che seguano un corso di formazione o di riqualificazione professionale, della durata di sei mesi, e di non rifiutare alcuna offerta di lavoro. Così il premier Giorgia Meloni: «Al primo no basta reddito». Saranno anche intensificati i controlli sui percettori e sulle proposte di impiego che arrivano ai sussidiati, che per troppo tempo non sono state tracciate. Una falla di cui hanno approfittato i furbetti del reddito di cittadinanza allergici al lavoro. Infine la manovra rende compatibile il lavoro stagionale con il reddito entro tremila euro. «Siamo fedeli ai nostri principi, si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare il reddito di cittadinanza sarà abolito alla fine del prossimo anno, e comunque non potrà essere percepito per più di 8 mesi nel 2023. C'è gente in grado di cercare un'occupazione che lo prende da tre anni, evidentemente non ha funzionato», ha spiegato il premier.


La stretta sugli occupabili interessa 660mila beneficiari del reddito di cittadinanza tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro nei centri per l'impiego (la metà dei quali non ha ancora firmato nessun accordo peraltro). Poi ci sono altri 173mila percettori che risultano ancora in misura nonostante siano titolari di un contratto di lavoro, visto che continuano ad avere i requisiti reddituali richiesti. Ma chi sono i cosiddetti occupabili? Vengono individuati in base all'età e ai carichi familiari. Rientra in questa categoria chi ha tra 18 e 59 anni e non ha in famiglia disabili, minori o anziani. Dunque a perdere il sussidio dopo l'estate saranno in circa 800mila.


I RISPARMI
Con la stretta si risparmieranno nel 2023 circa 734 milioni (per avere un ordine di grandezza basti pensare che a settembre di quest'anno la misura ha assorbito 638 milioni di euro). Come detto lo strumento introdotto dai Cinquestelle che non hanno preso affatto bene la decisione di abolire l'aiuto anche se si tratterà di un processo graduale è destinato nel 2024 a uscire di scena e al suo posto arriverà una nuova prestazione di sostegno al reddito, costruita su misura per fragili e anziani in condizioni di bisogno. Ad avvelenare il reddito di cittadinanza sono stati i mancati inserimenti lavorativi dei percettori, i pochi controlli su chi lavora in nero e continua a beneficiare dell'assegno, l'inefficienza dei centri per l'impiego. Tutto questo si è riflettuto sulle imprese che hanno riscontrato difficoltà crescenti nel reperire personale. Un dato su tutti: appena un percettore del sussidio su cinque ha un contratto di lavoro. Il sussidio calato a terra nel 2019 è costato fin qui attorno ai 25 miliardi di euro. I dati Inps evidenziano che chi ha richiesto l'aiuto ad aprile 2019 può avere percepito fino a settembre di quest'anno anche 40 o più mensilità del reddito di cittadinanza.
 

Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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