Reddito di cittadinanza, mai controlli sui beni all’estero: Inps bloccata nel dare avvio alla stretta

Zero verifiche su auto e case possedute perché Orlando non ha varato il decreto oltre confine dai percettori del sostegno

Domenica 13 Novembre 2022 di Francesco Bisozzi
Reddito di cittadinanza, mai controlli sui beni all’estero: Inps bloccata nel dare avvio alla stretta

Dovevano partire in primavera i controlli serrati sui beni detenuti all’estero da parte dei beneficiari e degli aspiranti percettori del reddito di cittadinanza. Qualcosa però è andato storto. La stretta era prevista dalla scorsa legge di Bilancio.

Isee addio, arriva il “quoziente”. Reddito diviso per il numero di figli, ecco come funziona

Tuttavia, fanno sapere dall’Inps, il decreto attuativo con cui il ministero del Lavoro, guidato da Andrea Orlando, avrebbe dovuto autorizzare l’istituto di previdenza a emanare il nuovo piano di verifiche è sparito dai radar.

Ci sono stati, spiega sempre l’Inps, degli incontri preliminari con gli uomini della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, ma niente di più. Risultato? Chi ha la villa in Algarve, Portogallo, o la supercar a Tirana, Albania, giusto per fare qualche esempio, può continuare a prendere il sussidio dei Cinquestelle senza correre rischi. 


IN SALITA
Eppure la stretta annunciata dal passato governo nei confronti dei furbetti del reddito di cittadinanza, che in Italia risultano in povertà mentre all’estero fanno i benestanti, avrebbe dovuto avere la priorità. Se il sussidio, com’è noto, assorbe ormai quasi dieci miliardi di euro l’anno (quest’anno la spesa per la prestazione di sostegno al Reddito dovrebbe attestarsi attorno agli 8 miliardi) è anche per effetto dei clandestini del reddito di cittadinanza, che ingrossano la platea dei beneficiari pur non avendo i requisiti per ricevere l’aiuto. 
A ottobre 1,16 milioni nuclei beneficiari, per 2,45 milioni di persone, hanno ottenuto l’assegno, con un importo medio di 551 euro. Le famiglie raggiunte dal reddito di cittadinanza ammontano a 1,04 milioni, a cui si sommano 121mila nuclei in possesso della pensione di cittadinanza. La platea dei percettori è composta da 2,16 milioni di cittadini italiani, 208mila cittadini extra-comunitari e quasi 84mila cittadini europei. La mancata stretta sui controlli patrimoniali fuori confine non solo rende difficile verificare l’entità dei beni detenuti all’estero dei percettori stranieri, ma impedisce anche di fotografare la situazione patrimoniale fuori dal Paese dei beneficiari italiani.

Ecco, più nel dettaglio, cosa prevedeva l’ultima legge di Bilancio: «Con riferimento ai requisiti patrimoniali, e con specifico riferimento ai beni detenuti all’estero, l’Inps provvede a definire annualmente, entro il 31 marzo, un piano di verifica dei requisiti patrimoniali dichiarati nella dichiarazione sostitutiva unica. Il piano di verifica, definito con la collaborazione del ministero del Lavoro, dell’Agenzia delle Entrate e col supporto della Guardia di Finanza, può prevedere anche lo scambio di dati con le competenti autorità dello Stato estero, sulla base di accordi bilaterali». Il piano di verifica, si legge sempre nella legge di Bilancio, doveva essere approvato con decreto del ministero del Lavoro al più tardi entro giugno. Siamo a novembre inoltrato. Finora sono stati intensificati solo i controlli incrociati Inps-Giustizia grazie a una speciale convenzione, allo scopo di intercettare i percettori con alle spalle reati incompatibili con l’erogazione del sussidio. 


NEL MIRINO
Oggi il reddito di cittadinanza è sotto la lente del nuovo governo. In arrivo modifiche sostanziali. L’idea dell’esecutivo è di togliere l’aiuto a chi è in condizione di lavorare e non lavora. Parliamo di circa 700mila persone. Si ragiona sull’ipotesi di azzerare le offerte di lavoro che è possibile rifiutare (oggi il beneficio si perde dopo due offerte respinte) e sulla possibilità di rivedere i parametri in base ai quali le proposte vengono ritenute congrue (parametri legati attualmente alla distanza tra luogo di lavoro e domicilio). Nei primi nove mesi del 2022 l’Inps ha erogato oltre sei miliardi per il reddito di cittadinanza. Il flop del sussidio è il risultato di un insieme di ingredienti fatali, dai mancanti inserimenti lavorativi dei percettori occupabili (di questi 4 su 5 non stanno lavorando) alla piaga dei furbetti che hanno approfittato degli scarsi controlli per infilarsi nella platea dei beneficiari. 
 

Ultimo aggiornamento: 15:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA