Reddito alimentare, l'app per donare ai bisognosi il cibo che resta invenduto

Solo nei supermercati ogni anno buttate duecentomila tonnellate di alimenti

Mercoledì 21 Dicembre 2022 di Valeria Arnaldi
Reddito alimentare, l'app per donare ai bisognosi il cibo che resta invenduto

Combattere lo spreco e contrastare la povertà. Sono i principi alla base del “reddito alimentare”, la cui sperimentazione prenderà il via nelle città metropolitane, secondo quanto previsto da un emendamento del Pd (appena approvato) alla legge di Bilancio.

Un fondo di 1,5 milioni per il 2023 e di due milioni per il 2024 consentirà di destinare, per i prossimi due anni, a chi è in povertà assoluta pacchi con prodotti invenduti della distribuzione alimentare.

Basterà prenotarli «mediante un’applicazione» e ritirarli «presso uno dei centri di distribuzione ovvero riceverli nel caso di categorie fragili».

Manovra torna in Commissione: approvato per errore emendamento da 450 milioni

Un circolo virtuoso, che mette a frutto i prodotti invenduti, nella grande e piccola distribuzione, per venire in aiuto di chi ha più bisogno. Con un decreto del ministero del Lavoro, da emanare entro sessanta giorni, saranno poi definite le modalità attuative, la platea beneficiaria e il coinvolgimento del Terzo Settore. Un meccanismo apparentemente semplice dalle ricadute potenzialmente molto importanti.

LA SITUAZIONE

Stando all’ultimo rapporto Caritas, nel 2021 la povertà assoluta nel nostro Paese ha confermato i massimi storici raggiunti nel 2020, con il dato di un milione e 960mila famiglie, pari a circa cinque milioni e 600mila persone, ossia il 9,4 per cento della popolazione residente. E stando alle più recenti rilevazioni condotte dall’Ossevatorio Cirfood, sono 200mila le tonnellate di generi alimentari gettate annualmente in supermercati e ipermercati. Senza contare piccoli rivenditori, mense e abitazioni private. Proprio queste ultime sono la principale fonte di “spreco”.

Gli italiani gettano 674,2 grammi di cibo pro capite a settimana, secondo il Waste Watcher International Observatory. A livello nazionale, ciò si traduce in un costo di 9,2 miliardi di euro per l’intero anno. Nel nostro Paese, che comunque non è sul podio di quelli che sprecano di più - negli Usa, sono 1.338 i grammi pro capite - il dato è pari a oltre il doppio di quello in Sudafrica e Giappone, rispettivamente con 324 e 362 grammi. In Europa, è più alto della Francia, con i suoi 634 grammi. 

Tra gli alimenti più sprecati, la frutta: in Italia se ne gettano 30,3 grammi pro capite a settimana. Poi, l’insalata, con 26,4 grammi, e il pane fresco con 22,8. Da un’indagine Coldiretti/Ixè è emerso che il 55 per cento degli italiani adotta soluzioni fai-da-te anti-spreco, incluse ricette per rendere golosi gli “avanzi”.
«Molti dei piatti più tradizionali hanno origine proprio dall’esigenza di non sprecare cibo come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al Sud la frittata di pasta. Anche la frutta può rivivere se caramellata o diventare marmellata o macedonia», spiega Coldiretti. Ma non basta.

GLI ALTRI DATI

Nelle abitazioni, in media, si getta circa l’11 per cento del cibo acquistato. E il 2 per cento tra i rivenditori. Nel mezzo, le mense con il 5 per cento. Il settimo rating dei menù scolastici italiani, stilato da FoodInsider sull’anno di studi 2021/2022 registra un calo nei consumi.

Stando al 47 per cento degli insegnanti coinvolti nel sondaggio, i bimbi consumano meno della metà del pasto. Perciò, all’incirca metà del cibo è destinato ad essere gettato.

IL TERZO SETTORE

Intanto, soluzioni antispreco sono già attive per i più bisognosi. Caritas, e, in particolare, Fondazione Solidarietà Caritas Firenze si impegnano per contrastare gli sprechi e recuperare l’invenduto nella grande distribuzione e guardano, inoltre, alle mense scolastiche. Obiettivo, raccogliere cibo e fare cultura anti-spreco. Così, anche la Caritas Ambrosiana. E non solo. «Da sempre e, ancora di più dall’inizio della pandemia e ora con la crisi, lanciamo campagne di raccolta di cibo davanti a supermercati e negozi in tutta Italia e riceviamo cibi anche da grande distribuzione e piccoli rivenditori», spiega Roberto Zuccolini, portavoce della Comunità di Sant’Egidio, «ciò, unito alla raccolta fondi, ci ha consentito di distribuire, dall’inizio del Covid, 600mila pacchi alimentari. E sono già 250mila da gennaio, tra i quali 120mila a Roma. La politica, in questo modo, va incontro a un’esigenza già espressa da comunità, associazioni e società civile». 

LE VARIE APP

In soccorso contro gli sprechi arriva anche la tecnologia. L’app Too Good To Go consente di acquistare una “magic box” con l’invenduto del giorno da ristoranti, forni, bar. Bastano pochi euro, da due a sei. MyFoody fa risparmiare fino al 50 per cento, comprando prodotti in scadenza o con difetti nella confezione. Così pure Best Before. La cultura anti-spreco si diffonde anche di app in app. 

Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA