Amendola, il ministro Affari Ue: «Le liti frenano il Recovery. Così arriviamo in ritardo»

Domenica 20 Dicembre 2020 di Fabrizio Nicotra
Ministro agli Affari europei: «Le liti frenano il Recovery. Così arriviamo in ritardo»

Enzo Amendola, ministro per gli Affari europei, le tensioni nel governo e nella maggioranza nascono sulla gestione dei soldi del Recovery fund. Italia Viva non vuole la Cabina di regia. Secondo lei riuscirà a spuntarla?
«E’ naturale che sulla programmazione e gestione del prossimo bilancio europeo e di Next Generation tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione, debbano dire la loro.

Il governo da ottobre ha aperto un percorso di condivisione con il Parlamento quindi non mi stupisco per i rilievi di Iv. Quello che preoccupa sono gli esiti di una verifica politica che, in alcuni casi, mi sembra si sviluppi a prescindere dal Recovery. Nel merito della proposta sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) è giusto discutere tutto in maniera approfondita».

Troppe liti, non siamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia chiesta da Bruxelles?
«Non eravamo in ritardo, adesso però rischiamo di esserlo. La definizione del nostro Piano di rilancio è ferma al Consiglio dei ministri dal 7 dicembre. Intanto l’Europa ha superato i veti di Polonia e Ungheria, che bloccavano l’avanzamento del Next Generation Eu. Quindi è probabile che la Commissione fissi per metà febbraio la data in cui i piani dovranno cominciare a essere presentati. L’Italia finora si è mostrata all’altezza del compito e il dialogo con Bruxelles continua a essere fruttuoso. Abbiamo lavorato di concerto con i ministeri, le Regioni e i Comuni nei 19 Comitati tecnici tenuti fino a ora. Siamo l’unico Stato che ha parlamentarizzato il dibattito sulle Linee guida. Fermarsi ora sarebbe un azzardo dannoso».

Dei 209 miliardi quanti andranno alla Sanità? Dovrebbe essere il settore più potenziato, sarà così?
«La proposta iniziale sulla Sanità è di 9 miliardi, dedicati esclusivamente agli investimenti, più altri 4 miliardi per l’efficientamento delle strutture pubbliche. Molti sostengono di voler alzare i saldi, bene, se ne discuterà in Parlamento. Con una premessa regolamentare: nel Next Generation sono da considerare solo spese per investimento, delle quali più del 60% sono vincolate a progetti sul green e sul digitale. Inoltre i fondi del Recovery vanno inquadrati in una logica complementare con gli oltre 100 miliardi del Qfp (Quadro finanziario pluriennale, ndr) e le risorse del bilancio nazionale che sulla Sanità sono stati ingenti negli ultimi periodi. Ma su questo punto, come sui saldi complessivi, la proposta è aperta a modifiche, purché se ne discuta senza slogan e carte alla mano».

I governatori del Sud sostengono che i loro territori saranno penalizzati.
«Le risorse per il riscatto del Mezzogiorno ci sono e incideranno sul divario Nord-Sud. Da settembre con il presidente Bonaccini raccogliamo un lavoro comune con tutte le Regioni italiane. È offensivo dire che siamo sordi alle proposte di quelle del Sud. Però ribaltiamo la logica: la distribuzione dei fondi del Next Generation avviene su linee guida programmatiche, non su una redistribuzione territoriale delle risorse. Quindi in alcune linee si inciderà molto di più sul divario Nord-Sud, viste le carenze strutturali del Mezzogiorno. Del resto, la cooperazione con le Regioni meridionali è totale».

Altro tema che agita il governo è quello del Mes. Voi del Pd insistete, ma M5S non cede. L’Italia prenderà quei soldi?
«Sono coerente, la mia posizione non cambia: si decida in base a un’analisi di fabbisogno ed effetti sul debito, tenendo anche conto del contesto che stiamo vivendo e della sua evoluzione. Non ci giriamo intorno, in Parlamento forze dell’opposizione e della maggioranza sono contro il Mes e non è un tema di cui non si può tenere conto».

Crede che alla fine Renzi andrà fino in fondo? Il 2022 si aprirà con una crisi di governo? Non le sembra uno scenario “lunare”, visto dagli italiani che sono alle prese con una delle emergenze sanitarie più gravi della storia e con una conseguente crisi economica che morde milioni di famiglie?
«Ripeto, noi siamo fermi in Consiglio dei ministri dal 7 dicembre per una verifica politica di cui ancora non si vede via d’uscita. Il mio partito con il segretario Nicola Zingaretti ha detto chiaramente che per noi questo impasse è deleterio, rischia anche di essere incomprensibile ai nostri partner europei. Mi auguro che presto si arrivi realmente a decidere come procedere. Al momento, per i tecnici, al lavoro senza un indirizzo politico del governo e del Parlamento, è difficile fare di più».

Il Pd chiede al presidente del Consiglio una maggiore iniziativa, un “cambio di passo” come amano dire i politici. Conte è stato troppo attendista, troppo fermo?
«Credo che il presidente, come tutto il governo, tra prima e seconda ondata di Covid 19 abbia dovuto fare fronte a delle scelte complicate sia dal punto di vista sanitario che per garantire coesione economica e sociale. Alle critiche non ci siamo mai sottratti, ma questo sforzo ha sicuramente pesato sulle tabelle di marcia delle ultime settimane. Resto convinto che questa era ed è la priorità degli italiani».

Come se ne esce?
«Io mi auguro se ne esca con una buona dose di realismo poiché mi hanno insegnato che le sorti di un partito sono legate alla lettura dell’interesse generale del Paese. Fatta questa premessa, se davvero le forze che compongono la maggioranza non sono in grado di trovare un compromesso, a mio avviso non restano che le urne».

L’Ue dovrebbe celebrare il Vaccino-day il 27 dicembre. Molti osservatori ritengono però che Bruxelles si sia mossa in ritardo visto che altri Paesi, Stati Uniti e Gran Bretagna tra gli altri, sono partiti prima.
«Mi lasci dire che la certezza che il 27 dicembre inizierà la campagna vaccinale anti Covid in tutta Europa mi rende orgoglioso di essere europeo. E’ il più bel regalo che potessimo ricevere in questo Natale dall’Europa unita. Parlare di ritardi in questo momento è come guardare al dito anziché alla luna».
 

Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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