Produzione industriale, rischi da caro bollette-inflazione

Mercoledì 9 Febbraio 2022
Produzione industriale, rischi da caro bollette-inflazione
(Teleborsa) - "Il 2021 è risultato un anno particolarmente robusto per l'industria italiana: la produzione è infatti cresciuta in media dell'11,8% rispetto all'anno precedente, una dinamica più vivace rispetto a quelle registrate dalle altre principali economie dell'Eurozona. Al contrario di Germania e Francia infatti l'industria italiana ha già recuperato, e superato, i livelli di attività pre-Covid (+2% rispetto a febbraio 2020)". Questo il commento a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo sulla produzione industriale che rallenta nel mese di dicembre.



I rischi per l'industria - scrive Andrea Volpi - "a inizio 2022 appaiono rivolti verso il basso ma le prospettive per il medio termine restano incoraggianti: secondo la più recente indagine trimestrale della Commissione Europea le imprese manifatturiere italiane, grazie all'elevato stock di ordinativi, dispongono di oltre 6 mesi di produzione assicurata (tra i più elevati nell'intera Eurozona) suggerendo come l'industria disponga di un ampio potenziale di crescita una volta superate le problematiche correnti".

"Dopo una chiusura d'anno debole, le prospettive per l'inizio del 2022 non sono incoraggianti. L'indagine trimestrale dell'Istat sui vincoli alla produzione segnalava che le imprese indicavano nella insufficiente capacità produttiva il vincolo più stringente, ma che anche la scarsa disponibilità di manodopera rappresentava un vincolo crescente alla produzione. Più recentemente, i dati della fiducia delle imprese hanno evidenziato un deterioramento in atto", così Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING. "In gennaio la fiducia delle imprese manifatturiere è calata leggermente e l'indice dei direttori acquisti delle imprese manifatturiere ha registrato una contrazione più consistente, dovuta al persistere dei problemi delle catene di approvvigionamento. Il deterioramento della fiducia ha verosimilmente a che vedere anche con il boom dei prezzi dell'energia che assieme agli aumenti delle materie prime, stanno comprimendo i margini delle imprese. Le notizie che riportano temporanei stop alla produzione da parte di imprese che operano in settori energivori mostrano come la forte inflazione dei prezzi energetici non sia più solo un problema di domanda e di consumi, ma stia diventando rilevante anche sul fronte dell'offerta. Sulla base degli indicatori ad alta frequenza disponibili ci aspettiamo che la produzione industriale si sia contratta su base mensile anche in gennaio".


"Dati altalenanti.
Dopo l'andamento negativo di ottobre e positivo di novembre, la produzione scende nuovamente nel confronto mensile, anche se resta in territorio positivo nel confronto con febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, +2% e con gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia, +0,7%" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

"E' insoddisfacente,
però, il fatto che facendo la media dell'anno, come dimostra il nostro studio, si è ancora sotto ai valori pre-crisi. Non deve, infatti, trarre in inganno il fatto che la produzione del 2021 sia salita dell'11,8% rispetto al 2020, mentre nel 2020 sia scesa "solo" dell'11,4% rispetto al 2019, come se questo bastasse a tornare in territorio positivo. Se, infatti, si confrontano i dati del 2021 con quelli del 2019, la produzione totale è ancora inferiore dello 0,9% (cfr. tabella n. 2). Per i beni di consumo non durevoli il gap ammonta addirittura al 6%. Ecco perchè sarebbe stato importante proseguire con una produzione sempre crescente anche nel mese di dicembre, considerato che a gennaio le imprese subiranno il contraccolpo del caro bollette" conclude Dona.

Di primo segnale negativo "rischia di aggravarsi nel corso del 2022", parla il Codacons.

"L'industria italiana è riuscita nel 2021 a recuperare i valori pre-Covid, e questo è senza dubbio un dato molto positivo – afferma il presidente Carlo Rienzi – La situazione attuale, tuttavia, caratterizzata da una inflazione alle stelle e dai fortissimi rincari delle bollette di luce e gas, rischia di avere ripercussioni non solo sui consumi delle famiglie ma anche sulla salute della nostra industria, riportando indietro i livelli di produzione e vanificando la buona performance fatta registrare lo scorso anno".

Coldiretti
parla di "tempesta perfetta scatenata dallo shock energetico che "colpisce la filiera agroalimentare e ridimensiona le previsioni di crescita del 2022 azzoppando la ripresa per effetto dell'aumento esponenziale dei costi di produzione".




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