Il quadro degli aiuti a famiglie e imprese per fronteggiare gli effetti della guerra in Ucraina è quasi pronto.
Verrà, innanzitutto, creato un fondo per aiutare i settori più colpiti dalla crisi, dalla pesca alla ceramica, dalle cartiere alla siderurgia. Per le imprese agricole, azzoppate dal blocco delle importazioni di mais, cereali, mangimi, arriverà una nuova moratoria dei debiti e la sospensione del versamento degli oneri previdenziali. Moratorie e sospensioni dei mutui, potrebbero essere allargate a molti altri settori.
Su questo dalla Ue è arrivato un primo segnale positivo. La Commissaria al mercato interno, Margrethe Vestager, ha trasmesso una bozza di comunicazione con la quale viene dato il disco verde a sostegni temporanei di liquidità a tutte le imprese colpite dalla crisi, sotto forma di garanzie o di prestiti sovvenzionati. Saranno consentiti anche aiuti monetari. Giorgetti nel suo intervento in consiglio dei ministri, ha parlato anche della necessità di creare stoccaggi per le materie prime diverse dal gas i cui prezzi stanno schizzando in alto o che sono difficili ormai da reperire.
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IL PASSAGGIO
Ma il punto più delicato riguarda, ovviamente, il caro energia. Terna, la società che gestisce la rete elettrica, ha confermato che nel prossimo trimestre il costo delle bollette potrebbe salire ancora. Ha anche spiegato di aver avuto mandato dal governo di ridurre i consumi di gas attraverso un monitoraggio di tutta la capacità produttiva da altre fonti presente sul territorio. Contro il caro-energia, la soluzione che potrebbe emergere dal confronto europeo, è quella di un tetto ai prezzi di acquisto sia del gas che dell'energia elettrica. Limite al quale dovrebbe affiancarsi, almeno in Italia, un nuovo azzeramento degli oneri di sistema, oltre alla conferma del taglio dell'Iva al 5% per il gas. Misure sono attese anche sul fronte del caro-carburante, che ormai ha sfondato la soglia dei 2 euro al litro e per il quale potrebbe esserci una sterilizzazione parziale dell'Iva. La domanda, però, è da dove arriveranno i soldi. Il costo delle misure oscillerebbe tra i 25 e i 30 miliardi. Il governo anticiperà l'approvazione del Def al 31 marzo. Lì dovrebbero emergere degli spazi di manovra, anche se una parte è già stata usata per l'ultimo decreto bollette. Se i fondi non basteranno, potrebbe esserci un nuovo scostamento dal deficit. Sulla questione energetica è intervenuto anche il leader degli industriali Carlo Bonomi. «Non possiamo più permetterci di produrre in perdita, non ce la facciamo più», ha detto. «Inevitabilmente», ha aggiunto, «dovremo ricorrere alla cassa integrazione». Bonomi ha ribadito la stima di «400 milioni di ore» di cig e sulla politica energetica ha detto: «Decenni di errori, senza guardare qual era l'obiettivo del Paese. E questo perché lo ha voluto la politica, ci ha spinto in quella direzione. Il conto lo paghiamo noi, lo paga sempre l'impresa italiana, lo pagano sempre gli imprenditori».