Prezzi energia più alti e bollette aumentate, Svimez: «Al Sud mezzo milione di nuovi poveri»

Senza sussidi le famiglie povere in Italia sarebbero state 2,5 milioni

Lunedì 28 Novembre 2022
Prezzi energia più alti e bollette aumentate, Svimez: «Al Sud mezzo milione di nuovi poveri»

Il Rapporto Svimez 2022 tratteggia un 2023 particolarmente duro per famiglie e imprese del Sud. Il caro bollette pesa infatti sullo sviluppo e la vita quotidiana nel Mezzogiorno. A causa dei rincari dei beni energetici e alimentari l'incidenza delle famiglie in povertà assoluta potrebbe crescere di circa un punto percentuale salendo all'8,6%, con forti eterogeneità territoriali: +2,8 punti percentuali nel Mezzogiorno, contro lo 0,3 del Nord e lo 0,4 del Centro. È quanto emerge dal Rapporto Svimez 2022 che stima in valori assoluti 760 mila nuovi poveri causati dallo shock inflazionistico (287 mila nuclei familiari), di cui mezzo milione al Sud. Le politiche nazionali dovranno quindi assicurare continuità alle misure contro il caro energia e accelerare il rilancio degli investimenti pubblici e privati. 

Mattarella e l’Autonomia: «Vanno tutelati i cittadini, stessi diritti da Nord a Sud»

Tredicesima, ecco quando arriva a 34 milioni di lavoratori: 47 miliardi ma un quarto sarà mangiato dalle tasse

Il rapporto sottolinea che il risultato stimato per il Sud è spiegato essenzialmente dalla maggiore diffusione nelle regioni meridionali di famiglie più numerose (numero di componenti maggiore di 3) e con minori a carico per le quali il rischio povertà è segnatamente più elevato rispetto ai nuclei più ridimensionati. In base alle stime Svimez, l'aumento dei prezzi di energia elettrica e gas si traduce in un aumento in bolletta annuale di 42,9 miliardi di euro per le imprese industriali italiane; il 20% circa (8,2 miliardi) grava sull'industria del Mezzogiorno, il cui contributo al valore aggiunto industriale nazionale è tuttavia inferiore al 10%.

Gli interventi di salvaguardia varati dal governo durante la pandemia, dal blocco dei licenziamenti, agli ammortizzatori sociali in deroga fino al Rem (Reddito di emergenza, ndr) che si è andato ad aggiungere al Reddito di cittadinanza, «hanno tamponato emergenze sociali e occupazionali che altrimenti avrebbero assunto proporzioni drammatiche», si legge.

Gli effetti delle misure sono stati positivi anche nel mitigare le disuguaglianze: senza questi interventi le famiglie povere sarebbero state quasi 2,5 milioni, quasi 450 mila in più rispetto ai 2 milioni circa del 2020, cui corrispondono oltre un milione di persone in meno in condizione di povertà assoluta (-750 mila al Sud e -260 mila al Centro-Nord).

Senza le erogazioni le famiglie in povertà assoluta sarebbero state il 9,4% anziché il 7,7%. In particolare, nelle regioni meridionali, senza sussidi l'incidenza della povertà assoluta fra le famiglie avrebbe raggiunto un picco di circa 13 famiglie ogni 100 (13,2% al Sud e 12,9% nelle Isole), che grazie agli interventi cala di 3,4 punti al Sud e 4,5 punti nelle Isole. Ma la crisi inflazionistica presenta rischi concreti per la sostenibilità dei bilanci di famiglie e imprese, con effetti più allarmanti nel Mezzogiorno. Con riferimento alle famiglie, a subire maggiormente le conseguenze dei rincari della bolletta energetica e dei beni di prima necessità sono i nuclei a reddito più basso, per i quali l'incidenza dei costi «incomprimibili» arriva a coprire circa il 70% dei consumi totali.

Queste famiglie sono maggiormente concentrate nel Sud Italia.

Italiani a tavola: le rinunce dovute al caro prezzi: dagli alcolici ai dolci

Ultimo aggiornamento: 14:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci