Porti, 9 miliardi di investimenti, il 37,7 per cento è destinato al Nord

I fondi dal Pnrr e da ulteriori risorse nazionali. Giovannini: "Integrazione con altre infrastrutture"

Mercoledì 19 Ottobre 2022 di Luca Cifoni
Porti, 9 miliardi di investimenti. Civitavecchia più competitiva

In tutto 9,2 miliardi di investimenti, che dovranno servire a rendere i porti italiani più competitivi. La strategia che attinge a risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al connesso fondo complementare e ad altre risorse nazionali è stata presentata ieri dal ministro Enrico Giovannini.

Gli interventi previsti riguardano 47 porti in 14 Regioni; sono 16 le Autorità di sistema portuale coinvolte.

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LA SUDDIVISIONE
Ai porti del Mezzogiorno andranno il 46,9 per cento degli investimenti complessivi, mentre il 37,7 per cento è destinato al Nord e il 15,4 per cento al Centro-Italia. Tra le varie Regioni, Liguria e Sicilia sono quelle che vedranno la maggiore affluenza di risorse: alla prima sono stati assegnati circa 2,7 miliardi di euro, di cui 600 milioni per la nuova diga foranea di Genova, alla seconda circa 1,1 miliardi. «L'auspicio è che pianificazione strategica, investimenti infrastrutturali e riforme siano realizzati anche nel prossimo futuro con una logica sistemica e di piena integrazione degli interventi sui porti con quelli che riguardano le altre infrastrutture del Paese e il sistema logistico complessivo», ha osservato Giovannini. Secondo il titolare delle Infrastrutture «con le ulteriori risorse della programmazione europea e nazionale si dovrà continuare a investire nello sviluppo delle zone portuali e retroportuali, soprattutto nel Mezzogiorno, per renderle sempre di più aree di produzione, e non solo di transito delle merci e dei passeggeri, come dimostra l'esperienza dei grandi porti europei».
Dei 9,2 miliardi di euro complessivi, gli ultimi progetti sono stati individuati nell'ambito del Pnrr e del piano complementare. Per quanto riguarda quest'ultimo vengono finanziati interventi per 2,8 miliardi (descritti dettagliatamente nelle schede del Rapporto presentato ieri dal ministro).

Cinque gli ambiti: circa il 52% delle risorse (quasi 1,5 miliardi) è destinato allo sviluppo dell'accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici. Un ulteriore 24% delle risorse (676 milioni) va all'elettrificazione delle banchine (cold ironing). Sette investimenti in cinque porti hanno l'obiettivo di aumentare la capacità portuale attraverso opere di dragaggio e nuovi moli e piattaforme, con un investimento di circa 390 milioni di euro (13,8% del totale), mentre le rimanenti risorse (rispettivamente 250 e 50 milioni) sono destinate ad interventi per lo sviluppo delle aree retroportuali. Quattro interventi tra quelli descritti riguardano il porto di Civitavecchia: le relative risorse ammontano a circa 160 milioni. Si tratta più in dettaglio della realizzazione del tratto finale della diga foranea (banchina 13 bis) che vale 26,6 milioni, del nuovo accesso al bacino storico (43 milioni) del collegamento viario tra molo Vespucci e Antemurale (10 milioni) e dell'elettrificazione delle banchine, intervento decisivo per la riduzione dell'impatto ambientale delle grandi navi (80 milioni). «Sono risorse importanti che permetteranno a Civitavecchia di essere un porto sempre più competitivo e di diversificare i traffici, al servizio della Regione» ha commentato Pino Musolino, presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale.

 

Ultimo aggiornamento: 07:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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