Pnrr ai tempi supplementari. Un mese in più per il via ai fondi degli obiettivi 2022

Martedì 28 Marzo 2023 di Francesco Bechis
Pnrr ai tempi supplementari. Un mese in più per il via ai fondi degli obiettivi 2022

Un mese in più. Il governo Meloni prende e ottiene tempo dalla Commissione europea per il Pnrr. Scadenza rinviata: dal 31 marzo al 30 aprile. È questa la nuova data entro cui l'Ue dovrà decidere se l'Italia ha centrato tutti e 13 gli obiettivi relativi alla terza rata del Piano da 19 miliardi di euro. Alla vigilia della cabina di regia convocata oggi a Palazzo Chigi - in agenda anche l'integrazione del capitolo energetico del piano, il Repower EU - la maggioranza esulta per una proroga che ridà ossigeno, ottenuta grazie alla trattativa del ministro Raffaele Fitto con il Commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni in un incontro a margine del Consiglio europeo. Il cielo è sereno tra Roma e Bruxelles, assicurano dall'esecutivo, il rinvio è dovuto solo ad ulteriori «attività tecniche di campionamento e verifica». La nota di Chigi prosegue nell'ordine con un'ammissione e un'accusa. La prima: rispettare la tabella di marcia europea non sarà una passeggiata. La seconda: i ritardi si devono alle scelte del governo Draghi. Tre infatti i target per cui la Commissione ha concesso più tempo, e tutti e tre hanno a che fare con misure «approvate dal precedente governo». Le concessioni portuali di cui l'Ue vuole «limitare la portata massima». Le reti di teleriscaldamento: la Commissione ha «messo in dubbio l'ammissibilità di alcuni interventi». Infine i Piani urbani integrati che vedono due interventi sotto la lente Ue: investimenti per il Bosco dello Sport di Venezia e lo Stadio Artemio Franchi di Firenze. Spiegano i tecnici al lavoro sul piano che il rinvio di un mese fa comodo tanto a Roma quanto a Bruxelles. La Commissione ha fatto sapere che in presenza di un decreto legge non avrebbe erogato i fondi. Non si fida della decretite italiana che vede i testi approvati cambiare pelle subito dopo in Parlamento. E di certo il governo non sarebbe riuscito a convertire in legge il decreto Pnrr entro tre giorni. D'altro canto, all'Italia la proroga conviene. Avrebbe altrimenti rischiato di incassare una rata più magra. Alla Lituania, che all'ultima scadenza si è presentata con 32 obiettivi raggiunti su 34, la Commissione ha tagliato di un quinto i fondi. Adesso però bisogna mettersi «alla stanga» come ha detto Sergio Mattarella e superare ostacoli e angherie sulla strada del piano europeo. Ne elenca diverse la relazione semestrale che oggi presenterà la Corte dei Conti: dai ritardi dei Comuni - a dicembre avevano presentato progetti per 29 miliardi di euro, ben al di sotto dei 40 miliardi allocati - al progetto, per ora messo da parte, di uno "scudo erariale" per gli amministratori pubblici. Critiche ingenerose agli occhi del governo, convinto di aver ereditato un piano mal scritto e mal pensato. Intanto però l'esecutivo pensa a nuovi ritocchi.
Si parte dalla stretta sui controlli antimafia, anche questo un punto sollevato dai magistrati contabili: saranno estesi di tre anni, fino al dicembre 2026, e rafforzati i poteri istruttori dei Gruppi interforze antimafia presso le prefetture.

Ma c'è anche uno sprint sul piano assunzioni per coprire i vuoti nella Pa: al Viminale saranno assunti trecento funzionari amministrativi. E ancora un taglio alla burocrazia nel campo delle rinnovabili. Stop alle valutazioni ambientali per i progetti al di sotto dei 30 megawatt e i progetti di rifacimento di impianti fotovoltaici ed eolici che non superano i 50 megawatt.

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