Pnrr, ambiente e soprintendenze: ecco il decreto sblocca-vincoli

Procedure rapide per ottenere i pareri su impatto ambientale e beni culturali

Giovedì 5 Gennaio 2023 di Francesco Malfetano
Pnrr, ambiente e soprintendenze: ecco il decreto sblocca-vincoli

La parola d’ordine è sburocratizzare. E cioè, per usare un’espressione cara al ministro per il Pnrr Raffaele Fitto, «Passare alle cose concrete». Nel decreto che il governo varerà entro la fine del mese di gennaio ci sarà quindi un cambio di metodo nella gestione del Piano di ripresa e resilienza.

Un differente approccio che non riguarderà solamente la governance ma soprattutto, come richiesto a più ripreso dai sindaci di tutta la Penisola, punterà a tagliare le lungaggini degli iter autorizzativi. E cioè sarà prevista una rimodulazione dei «timbri necessari» per ottenere il via libera alle opere strategiche, liberando il campo dagli ostacoli che abitualmente fanno capo ai pareri legati alle diverse strutture territoriali dei ministeri della Cultura e dell’Ambiente. 

Ad esempio non solo c’è l’idea di rendere più semplice il ricorso ai cosiddetti “poteri sostitutivi” (e cioè alla possibilità per il governo di attribuire a un altro organo pubblico o a un commissario la gestione di un progetto), ma soprattutto di limitare al minimo l’impatto delle sovrintendenze e di accelerare il lavoro della commissione che si occupa delle Valutazioni di impatto ambientale (Via/Vas) imponendo tempi certi e termini perentori, aggiornandone le competenze e i dispositivi tecnologici a loro disposizione, e infine operando nuove assunzioni, sia per gli enti locali sia per la commissione stessa (formalmente già passata da 40 a 70 componenti poche settimane fa, ma ancora in attesa delle nomine). Nomine, queste ultime, che arriveranno entro gennaio. Subito dopo la conversione del Dl Aiuti Quater infatti, saranno 43 i nuovi commissari Via/Vas che si insedieranno con l’obiettivo preciso di valutare e approvare quanti più progetti possibile. 

Dal loro via libera del resto dipende la possibilità di iniziare concretamente i lavori e, quindi, in maniera indiretta, anche di far comprendere all’Unione europea quanto sia necessario rivedere i paletti di spesa per il Piano oggi che il costo delle materie prime si discosta del 20/30% da quello preventivato. 

Non a caso Giorgia Meloni e il ministro Fitto si stanno preparando a chiedere ufficialmente a Bruxelles una revisione insieme. Un incontro chiave potrebbe avvenire già a inizio della prossima settimana con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che sarà a Roma lunedì per la presentazione di un libro su David Sassoli.

La revisione da parte della Ue è considerata fondamentale. Come lo stesso Fitto ha più volte precisato rispetto ai preventivi di spesa fatti dal governo Draghi, in gioco ci sono ampie fette del totale di 40,9 miliardi di euro previsti per quest’anno e legati anche al conseguimento di riforme come la legge sulla Concorrenza da approvare entro l’anno con all’interno anche le concessioni autostradali, la legge sull’assistenza per gli anziani non autosufficienti (a marzo), la riforma della proprietà industriale (a settembre) e, infine, la nuova normativa sulla gestione delle risorse umane nella Pa (entro fine anno). 

I NUOVI OBIETTIVI
Nel 2023 la tabella di marcia del Pnrr prevede il raggiungimento di ben 27 obiettivi complessivi entro il 30 giugno, e di 69 entro fine dicembre. Tanti. E in effetti a palazzo Chigi è già scattato il campanello d’allarme. Nel settore edile, per esempio, a rischio sarebbero già gli oltre 20 miliardi di misure infrastrutturali previste, e segnatamente la parte relativa al quarto trimestre 2023 che prevede - proprio in virtù dei rallentamenti dovuti alla burocrazia - l’aggiudicazione degli appalti per interventi legati alla gestione del rischio alluvione e riduzione del rischio del dissesto idrogeologico; l’aggiudicazione di tutti gli appalti per il potenziamento, l’elettrificazione e l’aumento della resilienza delle ferrovie per il Mezzogiorno; l’aggiudicazione degli appalti per la realizzazione di piste ciclabili, metropolitane e filovie nelle grandi città; l’aggiudicazione dei contratti per le infrastrutture idriche primarie.
 

Ultimo aggiornamento: 10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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