Pnrr, avanti con gli asili nido. Stop per le caldaie: una "mina" da 14 miliardi

Consegnata la relazione al Parlamento sullo stato di attuazione. Salvini scrive a Fitto: dateci più risorse

Venerdì 9 Giugno 2023
Pnrr, avanti con gli asili nido. Stop per le caldaie, una "mina" caldaie da 14 miliardi

Sugli asili nido finanziati con i fondi del Pnrr il governo andrà avanti.

L'obiettivo è di costruirli tutti. Ma sono molte le misure che segnano il passo in vista della scadenza del 30 giugno, il termine finale per chiudere i progetti ai quali è legata la quarta rata da 16 miliardi dei fondi europei. La grana più grossa riguarda l'ecobonus e la sostituzione con l'incentivo, delle caldaie a gas con altre caldaie a gas e che rischia di mettere in bilico 14 miliardi del Pnrr. Ma andiamo con ordine. Alla fine, dopo una lunga attesa, la Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr è arrivata. E al suo interno sono contenute diverse novità, frutto della "trattativa" avviata con la Commissione europea. Tutti i dossier sono stati affrontati in un incontro che si è tenuto il 19 aprile scorso con i tecnici di Bruxelles. L'Italia è indietro sulle stazioni di ricarica per l'idrogeno. Il Pnrr ne prevede 40, il governo ha chiesto di abbassare questo tetto a 35. Anche sulle colonnine di ricarica elettrica (ne sono previste 2.500 ultraveloci in autostrada e altre 4.000 in zone urbane) servirà un "extra-time" per centrare l'obiettivo.

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Un altro progetto che segna il passo, come noto, sono gli asili nido. Il Pnrr prevede che debbano essere create strutture per garantire 264.480 nuovi posti. «La misura», spiega il governo, «ha scontato una difficile fase di avvio legata alle criticità gestionali e amministrative». Ma il governo non rinuncerà all'obiettivo di costruirli tutti. Entro fine giugno sarà aggiudicato il numero massimo di interventi possibili. Per quelli in ritardo saranno proposte «misure di attuazione rafforzata per consentire, comunque, il rispetto del target finale». Ma il problema più grande per il momento, è quello legato all'ecobonus. La Commissione europea vorrebbe conteggiare tra gli interventi ammissibili al finanziamento con i fondi del Pnrr, solo la sostituzione di caldaie a gasolio con caldaie a gas. Vorrebbe invece non considerare "eleggibile" al finanziamento comunitario, la sostituzione di una vecchia caldaia a metano con una più recente. Solo che la maggior parte delle sostituzioni è di questa natura. La necessità di chiarire questi aspetti, spiega la relazione, «è molto rilevante dato che la misura ha un costo imputato al Pnrr pari a 13,95 miliardi che, in caso di non ammissibilità, inciderebbe in misura significativa sul bilancio dello Stato».

L'INTERVENTO

Intanto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha scritto al collega Raffaele Fitto, spiegando la proposta per modificare la destinazione di 7 degli oltre 39 miliardi che il Mit gestisce nell'ambito del Pnrr. Questo ribadendo che «la dotazione originale rimane sostanzialmente inalterata» e che vengono «confermati gli impegni». Insomma, contemporaneamente un monito alla maggioranza e un modo per sgombrare il campo da ogni responsabilità di rinunciare alle risorse del Piano addossato al segretario della Lega. In particolare il Mit chiede di ricalibrare i 6,3 miliardi per i lavori affidati a Rete ferroviaria italiana, rafforzando le tratte Orte-Falconara e Metaponto-Potenza, ma anche altre linee regionali, invece di puntare subito sulla Roma-Pescara e sulla Palermo-Catania, con le risorse per queste ultime che andrebbero spostate su altri fondi Ue visti i tempi troppo stretti del Pnrr. E ancora, servono modifiche sulla Liguria-Alpi (con all'interno il terzo valido dei Giovi e il collegamento con Genova) e sulla tratta Napoli-Bari, ma anche sulle linee da elettrificare al Sud. Mancano poi le materie prime per il nuovo sistema di sicurezza tecnologico delle ferrovie, con gli stessi soldi che potrebbero essere usati per migliorare metropolitane e nodi ferroviari, mentre l'idrogeno andrebbe sfruttato solo per i treni. Salvini ha concluso chiedendo a Fitto altri 110 milioni per ridurre le perdite della rete idrica nazionale e 360 milioni per gli extra costi del materiale rotabile per il trasporto rapido.
Giacomo Andreoli
Andrea Bassi
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