Piano Colao, spunta la sanatoria sui soldi in nero

Lunedì 8 Giugno 2020 di Andrea Bassi
Ministero dell'economia

Il piano Colao punta molto sul Fisco. E tra le pieghe del documento rispunta una vecchia idea, quella di un'emersione del contante tenuto dagli italiani nelle cassette di sicurezza o, come a volte capita, direttamente nelle case. Il condono del "nero" avverrebbe, secondo quanto proposto dal documento finale del gruppo di lavoro guidato dall'ex amministratore delegato di Vodafone, pagando una "tassa" del 10-15% del contante fatto emergere. 

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I soldi "regolarizzati", tuttavia, avrebbero in parte un obbligo di investimento. Il 50-60% delle somme dovrebbe tornare nell'economia reale in una strategia di rilancio del Paese. Secondo il piano Colao, andrebbero investiti in social bonds nominativi finalizzati a progetti quali la ristrutturazione delle scuole, o specifici progetti infrastrutturali, o altri strumenti analoghi, come l'investimento nel capitale di rischio della società di cui è azionista di controllo la persona che effettua la Voluntary Disclosure (a condizione che tali ammontari non vengano restituiti prima del termine prestabilito come dividendi o aumento dei compensi da amministratore).



L'idea di un condono sul contante, come si diceva, è già stata ampiamente discussa in passato. Messa nel cassetto soprattutto per il pericolo di regolarizzare proventi derivanti da attività illecite come il traffico di stupefacenti. Secondo le stime nelle cassette di sicurezza sarebbero custoditi 200 miliardi di euro in Italia. Un'emersione con una tassa del 10% farebbe entrare una ventina di miliardi nelle casse dello Stato. 

La Commissione Colao, propone anche un'altra misura il cui scopo sarebbe quello di dare certezza alle imprese in caso di accuse di evasione fiscale. L'ordinamento italiano si basa su quello che viene definito un "doppio binario". Se un'impresa incappa in una presunta elusione delle regole fiscali, generalmente non deve fronteggiare solo le pretese del Fisco, ma date le soglie molto basse di punibilità, deve quasi immediatamente affrontare anche il giudizio penale. Anche quando l'impresa si accorda con l'Agenzia delle Entrate e salda il suo debito fiscale, non è detto che automaticamente si chiuda il giudizio penale con una assoluzione. Anzi, non raramente capita che ci sia la pace con il Fisco ma la condanna della giustizia penale. 

La proposta inserita nel documento finale della Commissione Colao, prevede che qualora la società si doti di una struttura interna che valuti il "rischio fiscale" e se questa struttura viene giudicata adeguata dall'amministrazione fiscale, in caso di contestazioni non scatterebbero le sanzioni penali. E lo stesso vale se l'azienda, prima di mettere in atto un'operazione di ottimizzazione tributaria, ha effettuato una trasmissione preventiva dei documenti al Fisco. 

 

Ultimo aggiornamento: 20:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA