Pensioni, Tridico (Inps): «Così può scattare a 64 anni. È corsa all’assegno unico per i figli»

Il presidente Inps: «Già 110mila domande, il sostegno sarà pagato entro il 22 del mese»

Lunedì 3 Gennaio 2022 di Andrea Bassi
Pensioni, Tridico (Inps): «Così può scattare a 64 anni. È corsa all’assegno unico per i figli»

Presidente dell’Inps Pasquale Tridico, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno ha detto che il calo demografico è uno degli aspetti più preoccupanti da affrontare. Esattamente il giorno dopo queste parole, è diventato operativo l’assegno unico da 50 a 175 euro a figlio. Questa risposta al calo demografico è un punto di arrivo o di partenza?
«Sulle questioni del lavoro e del welfare il Presidente Mattarella ha colto i punti centrali, sia sulla demografia, che sui giovani e il lavoro povero. Ma sull’assegno unico mi permetta di fare una premessa». 

Che premessa?
«Abbiamo lavorato giorno e notte tra Natale e Capodanno per fare in modo che questa misura che interessa 11 milioni di bambini e ragazzi, potesse partire il primo dell’anno. Quaranta dirigenti, invece di brindare, sono rimasti a vigilare passo per passo che la procedura partisse senza alcun intoppo». 

Ed è stato così?
«Sì, la considero una operazione straordinaria. Abbiamo predisposto un simulatore e una procedura iper-semplificata, nella quale non si chiede null’altro che il codice fiscale, e che sta riscuotendo molto successo tra gli utenti. È uno dei segnali della nuova fase di rivoluzione digitale e semplificazione che l’Istituto sta portando avanti ad ogni livello».

Quanti sono ad oggi gli assegni richiesti?
«Nelle prime 48 ore 110 mila». 

Torniamo alla domanda, l’assegno unico è un punto di arrivo?
«È una misura importante. Forse tardiva. Avremmo dovuto pensarci prima. A mio parere è comunque un punto di partenza, non di arrivo».

Cos’altro servirebbe?
«Diversi Paesi di cui dovremmo seguire l’esempio, come Francia e Svezia, che in passato hanno avuto dinamiche demografiche negative hanno completamente invertito il trend sulla base di tre misure: un sostegno monetario per i figli come il nostro assegno unico; poi i servizi alla famiglia e, infine, le politiche occupazionali a favore della donna». 

Che tipo di politiche occupazionali?
«Decontribuzione mirata e politiche di conciliazione vita-lavoro. Hanno investito massicciamente in questa direzione e hanno totalmente invertito la curva demografica». 

Il pagamento dell’assegno unico partirà a marzo. C’è il rischio che i lavoratori vedano prima in busta paga la perdita delle detrazioni sui figli, e solo dopo ricevano l’assegno. L’Inps sarà in grado di garantire che i soldi arrivino in tempo per evitare questo effetto “ottico“?
«Abbiamo fatto un accordo con Banca d’Italia, attraverso cui eroghiamo l’assegno unico, e abbiamo prenotato degli slot che garantiscano il pagamento tra il 15 e il 22 di marzo a quanti avranno fatto domanda entro il 28 di febbraio. Poi ogni mese quella settimana sarà occupata dal pagamento dell’assegno unico». 

Dunque i pagamenti saranno puntuali?
«Ci stiamo impegnando al massimo, per questo abbiamo costituito anche una task force. L’assegno unico sarà il secondo principale impegno dell’Istituto. Sono 11 milioni i minori interessati, i pensionati sono 16 milioni».

Il 2021 ha segnato anche un’altra novità, la fine di Quota 100, sostituita da Quota 102 quest’anno. Negli ultimi mesi avete registrato un aumento delle domande in vista della scadenza?
«Non c’è stata nessuna corsa finale. Nel triennio con Quota 100 si saranno pensionate circa 400 mila persone. Un numero di gran lunga inferiore alle stime iniziali. Con Quota 102 usciranno poche migliaia di persone». 

Il governo intanto ha aperto un tavolo con i sindacati. La proposta sembrerebbe quella di uno scambio tra flessibilità e ricalcolo contributivo dell’assegno. Una proposta simile l’ha avanzata anche lei?
«È un binomio che ripeto già da qualche anno. La flessibilità è possibile all’interno del modello contributivo. Io propongo un compromesso: si può anticipare l’uscita a 64 anni ottenendo solo la quota contributiva dell’assegno. Poi dai 67 anni si riceverebbe anche la parte retributiva. Credo che sia una soluzione accettabile anche per i sindacati. Ma credo anche che dovremmo imparare a maneggiare con cura l’informazione sulla sostenibilità dei sistemi previdenziali».

Maneggiare con cura?
«Esatto. La sostenibilità del nostro sistema è fortemente connessa al fatto che ci sono troppe poche persone che lavorano, soprattutto giovani. Da decenni siamo inchiodati a un numero: 23 milioni di lavoratori». 

Non bastano a sostenere le pensioni?
«Il tasso di occupazione è del 58-59% sul totale degli attivi. E ci sono 3,5 milioni di lavoratori in nero. Negli ultimi 30 anni tutte le riforme del lavoro hanno provato ad alzare questo tasso con la flessibilità. È stato un fallimento». 

Cosa servirebbe, secondo lei?
«L’occupazione si crea con gli investimenti. E si deve accelerare su un salario minimo equo di almeno 9 euro l’ora, come indicato dalla stessa Unione Europea, che interessa soprattutto le categorie che fanno più fatica nel mercato del lavoro: donne e giovani. Bisogna poi rendere gratuito il riscatto della laurea».

Come aiuterebbe il riscatto gratuito della laurea?
«Farebbe parte di un pacchetto di policy insieme ad assegno unico e salario minimo. Spingerebbe i giovani a studiare e laurearsi. E introdurrebbe un’anticipazione implicita del pensionamento per le future generazioni». 

La manovra ha introdotto una stretta sul Reddito di cittadinanza, rafforzando i controlli preventivi Inps. Sono partiti?
«Sul Reddito c’erano due buchi neri: il controllo della residenza, che era in capo ai Comuni, e quello sui carichi pendenti dei beneficiari. Il primo lo ha risolto la legge di bilancio. Ora siamo noi a fare il controllo preventivo e per i casi sospetti sospendiamo l’assegno. Con la Giustizia stiamo da tempo cercando di negoziare una convenzione per avere accesso ai dati, ma non siamo ancora riusciti a siglarla. Lì i problemi non sono risolti. Ma, in generale, come Inps abbiamo impresso una spinta alla macchina dei controlli su diverse prestazioni e stiamo ottenendo risultati incrementali dalla condivisione di banche dati».
 

Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA