Pensioni e taglio tasse nella manovra da 23 miliardi. Si cercano fondi per rafforzare assegno unico per i figli

Slitta il via libera alla legge di Bilancio. Sulla previdenza sono in arrivo 5 miliardi

Giovedì 14 Ottobre 2021 di Andrea Bassi e Marco Conti
Manovra fino a 23 miliardi con pensioni e taglio tasse. Si cercano fondi per rafforzare assegno unico per i figli

«Il governo non segue il calendario elettorale», come sottolineato più volte da Mario Draghi, ma se si tratta di un paio di giorni non si vede perché non attendere. E così di riunioni del consiglio dei ministri ne sono previste due nel giro di quattro giorni, weekend compreso. Per oggi è atteso il varo del decreto fiscale, mentre per la manovra di bilancio si dovrà attendere sino a lunedì e, con ogni probabilità, la chiusura delle urne dei ballottaggi. 

Il presidente del Consiglio, presentando la nota di aggiornamento al Def, ha spiegato che le misure che verranno inserite nella legge di bilancio saranno scelte sulla base della loro capacità di aumentare il Pil. Si fa quindi molto concreto il drastico ridimensionamento delle due misure bandiera che M5S e Lega vollero nell’ormai “giurassico” primo governo-Conte: il reddito di cittadinanza e Quota 100.

Per la prima riforma, che avrebbe dovuto abolire la povertà, si profila una sorta di definanziamento rispetto ai miliardi stanziati in precedenza, mentre Quota 100 è destinata a scadere a fine anno senza ipotesi alternative se non quelle che tagliano la pensione a chi vorrebbe lasciare il lavoro prima del tempo.

Si comprende, quindi, il perché dei due giorni in più e l’attesa anche dell’ultimo colpo di coda delle amministrative, prima di ufficializzare lo smantellamento di quanto costruito dal governo giallo-verde.

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La cifra finale della manovra di bilancio è ancora ballerina. I tecnici stanno completando i calcoli. Ma la somma scritta sull’ultima riga non dovrebbe distanziarsi troppo dai 23 miliardi di euro. Da qui a lunedì, quando il testo sarà esaminato dal consiglio dei ministri, dovranno essere identificati con precisione anche i capitoli. Alcuni punti fermi iniziano ad essere messi. Per pensioni e tasse, in attesa di trovare la quadra politica, verranno molto probabilmente creati due distinti fondi. Due contenitori nei quali saranno apposte le risorse in attesa di definire esattamente il tipo di misure per affrontare quelli che, come detto, si preannunciano come i due principali nodi della manovra: il superamento di Quota 100 e la riduzione del cuneo fiscale partendo dall’Irpef sulla classe media. Alle pensioni dovrebbero essere destinati circa 5 miliardi. In questa cifra, però, va considerata omnicomprensiva.

Il capitolo pensioni è composito. Non c’è, infatti, solo Quota 100. C’è da finanziare la rivalutazione del montante pensionistico che sta alla base dell’assegno che i lavoratori percepiranno quando lasceranno l’impiego. A causa della recessione negli ultimi cinque anni il montante, invece di rivalutarsi in base al Pil, si è svalutato. Significa che per ogni 100 euro versati alla previdenza i lavoratori ne riceverebbero indietro 99. L’intenzione del governo è di riportare a 100 questa rivalutazione. Così come c’è da finanziare l’adeguamento all’inflazione degli assegni già in essere. Il costo della vita, dopo anni di calma piatta, ha iniziato a correre. Anche questo è un capitolo delicato. Stesso discorso per il Fisco. Il Tesoro ha a disposizione 6-7 miliardi. Un paio arrivano dal fondo per il taglio delle tasse creato nella scorsa manovra. Altri 4 circa dall’aumento del gettito derivante dall’adesione spontanea dei contribuenti. 

IL CONTRIBUTO

Andranno aggiunte altre risorse probabilmente per arrivare almeno a una decina di miliardi. Anche perché, oltre al taglio dell’aliquota Irpef del 38% di almeno un paio di punti (è questa al momento l’ipotesi più accreditata), ci sarà probabilmente da finanziare con ulteriori risorse l’assegno unico per i figli. Il decreto attuativo della misura è praticamente pronto. L’assegno sarà di 180 euro per figlio per chi ha un Isee inferiore a 15 mila euro. Ma ci sarà anche un assegno “universale”, che sarà cioè pagato a prescindere dal reddito e che dovrebbe oscillare tra i 40 e i 50 euro al mese per figlio. Si tratta di una misura che costa una ventina di miliardi. Il governo ha a disposizione 6 miliardi del fondo “taglia-tasse”, 5,5 miliardi che arriveranno dalla cancellazione degli assegni al nucleo familiare e altri 6 miliardi dalla cancellazione delle detrazioni Irpef per i figli a carico. Qualche altra cosa arriverà anche da misure minori, come l’azzeramento del bonus bebé. Ma qualche altra risorsa in manovra potrebbe essere necessaria. 
 

Ultimo aggiornamento: 22:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA