Nella riforma fiscale anche le pensioni saranno oggetto di revisione.
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L’obiettivo è raggiungere l’equità orizzontale, facendo sì che ogni persona a parità di reddito paghi le stesse tasse. Oggi non è così, in quanto i lavoratori dipendenti sono avvantaggiati dalle detrazioni; quindi da tale operazione potrebbe esserci già un primo vantaggio per i pensionati.
Per quanto riguarda eventuali risparmi sulle tasse, con un conseguente aumento della pensione netta a parità di lordo, bisognerà attendere ulteriori sviluppi visto che il governo non si è ancora espresso su quali saranno le nuove aliquote Irpef, fermo restando che si passerà dalle attuali quattro a tre. Vediamo, dunque, come potrebbero cambiare le pensioni con la riforma fiscale e quali pensionati ne potrebbero giovare.
Le detrazioni per le pensioni
Le aliquote Irpef sono - e saranno - uguali per tutti, bisognerà intervenire sulle detrazioni che oggi differiscono a seconda delle categorie. A oggi, infatti, nel confronto tra lavoratori dipendenti e pensionati i primi sono nettamente favoriti.
REDDITO IRPEF DIPENDENTI IRPEF PENSIONATI
10.000 780 euro 442 euro
15.000 370 euro 1.913 euro
20.000 2.058 euro 3.485 euro
25.000 3.765 5.057 euro
30.000 5.599 euro 6.764 euro
35.000 7.783 euro 8.673 euro
40.000 10.032 euro 10.582 euro
45.000 12.216 euro 12.491 euro
50.000 14.400 euro 14.400 euro
L’obiettivo è di arrivare come oggi avviene per la sola fascia da 50.000 euro, equiparando le detrazioni tra le varie categorie e far sì che tutti paghino le stesse imposte. Ovviamente questo passaggio dovrebbe favorire i pensionati visto che grazie alle nuove detrazioni si dovrebbe tendere verso la colonna di sinistra, quella appunto riferita ai lavoratori dipendenti.
Le nuove aliquote Irpef
Per il momento le fasce di reddito e le relative aliquote Irpef verranno ridotte da quattro a tre. Dopodiché, entro la fine della legislatura, si dovrebbe arrivare alla flat tax, quindi a un’aliquota unica per tutti, mantenendo però il criterio della progressività (come confermato da Giorgia Meloni).
Al momento, però, non è ancora chiaro quali saranno le nuove aliquote. Le opzioni sono due e a seconda di quella prescelta ne risulteranno dei differenti vantaggi. Nel caso della prima opzione, i tre scaglioni di reddito sarebbero:
- fino a 15.000 euro il 23%;
- tra i 15.000 e i 50.000 euro il 27%;
- sopra i 50.000 euro il 43%.
Secondo le stime effettuate questa opzione comporterebbe un maggiore esborso per i redditi fino a 20.000 euro: dai 90 euro in più l’anno per chi guadagna fino a 15 mila euro, 150 euro per chi ne guadagna 20 mila. Dopodiché iniziano i risparmi: 100 euro in meno con un reddito di 35 mila euro l’anno, 1.100 euro per chi ne guadagna 50 mila.
Con la seconda opzione, invece, scaglioni e aliquote sarebbero così riviste:
- fino a 28.000 euro il 23%;
- tra i 28.000 e i 50.000 euro il 33%;
- sopra i 50.000 euro il 43%.
Questa soluzione ha il vantaggio di ridurre le tasse a tutti: si parte da 60 euro in meno con un reddito di 15 mila euro, 100 euro con un guadagno di 20 mila e 400 euro per chi invece ne guadagna 35 mila. Un risparmio, ma inferiore rispetto a quello riconosciuto con la prima soluzione, è previsto anche per i redditi da 50 mila euro, pari a circa 700 euro.
Riforma delle tasse per le pensioni: quando?
Ci sono dubbi anche per quanto riguarda le tempistiche. Inizialmente si pensava che la riforma di aliquote e detrazioni Irpef, con relativo decreto attuativo, sarebbe stata approvata prima dell’estate. A oggi sembra che i tempi potrebbero essere più lunghi, arrivando alla fine del 2023 così da rivedere il sistema di tassazione delle pensioni solamente dal 2024.
🇫🇷
Macron ha escluso lo scioglimento del parlamento, il rifacimento del suo governo o l'indizione di un referendum nazionale sulla riforma delle pensioni.
Il popolo per lui ( e non solo per lui) non conta nulla. pic.twitter.com/PBZ08rUFrd— TRUE REPORT NEWS (Pagina di TRUEREPORT.NET) (@TrueReportNet) March 21, 2023
In ogni caso ricordiamo che la legge delega approvata la scorsa settimana autorizza il governo a completare la riforma entro un arco temporale di due anni.
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