Pensioni, stretta sulla riforma: assegno per giovani e donne, uscita a 64 anni e previdenza complementare

Tre tavoli, il primo sugli assegni troppo bassi del contributivo. Il 7 febbraio un vertice politico

Mercoledì 12 Gennaio 2022 di Andrea Bassi
Il tavolo sulle pensioni, in primo piano i ministri Daniele Franco e Andrea Orlando

Impostare, in tempi stretti, una riforma delle pensioni che incida su tre aspetti sui quali saranno costituiti altrettanti tavoli: la flessibilità nell’età di uscita dal lavoro, un assegno adeguato per quei giovani e quelle donne che sono totalmente nel sistema contributivo, e un rilancio della previdenza complementare.

L’intenzione è quella di arrivare con una proposta definita entro aprile, in concomitanza con la presentazione del nuovo Def, il documento di economia e finanza del governo. Si partirà proprio dai giovani e le donne.

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Pensioni, stretta sulla riforma: si parte da giovani e donne

Il tavolo tecnico sarà convocato per il 20 gennaio, e il 7 febbraio ci sarà un vertice politico. È questo il risultato del primo incontro tra i sindacati e il governo che si è tenuto ieri dopo che a dicembre il presidente del Consiglio Mario Draghi, aveva deciso di convocare un tavolo per discutere con le parti sociali delle correzioni al sistema pensionistico dopo la fine di Quota 100. «Questo primo incontro», ha detto il ministro del lavoro Andrea Orlando, aprendo il summit, «è la prosecuzione del lavoro che abbiamo impostato con il metodo del dialogo sociale e che deve portare in tempi relativamente brevi ad interventi di riforma». Il ministro ha promesso un «calendario di incontri» sui tre temi principali.

Il primo riguarda il punto più importante per i sindacati: l’età di uscita dal lavoro. Con Quota 102 quest’anno si potrà lasciare a 64 anni con 38 di contributi. I sindacati chiedono 62 anni e 41 di contributi. Il governo è disposto a concedere i 64 anni anche in futuro, ma con il ricalcolo contributivo dell’assegno. Orlando ha lasciato intendere chiaramente che la direzione è questa. La flessibilità, ha detto, è «legata alla natura contributiva e all’equilibrio finanziario del sistema che deve tenere conto delle diverse aspettative di vita, delle caratteristiche del lavoro, del lavoro di cura e domestico delle donne». 


Il secondo punto riguarda l’adeguatezza degli assegni dei giovani che sono completamente nel sistema contributivo e che, quindi, non avranno quell’adeguamento alla pensione minima previsto oggi. Sarà come detto, il primo punto di discussione. Il problema, ha sottolineato Orlando, è «capire cosa succede ad una larga fascia di lavoratori, non solo giovani, che per una serie di fattori, la discontinuità dell’attività lavorativa, la mancata crescita dei salari, arriverà all’età della pensione con pensioni che rischiano di non essere adeguate».

Infine il terzo punto, le pensioni complementari. Anche qui si aprirà una discussione, con i sindacati che chiedono di riaprire il periodo di silenzio-assenso per conferire il Tfr ai fondi. Aal tavolo, oltre al ministro Orlando, erano presenti per il governo il ministro dell’Economia Daniele Franco e il direttore del Dipe, Marco Leonardi. Per i sindacati i segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, ed il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli. 

Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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