Pensioni anticipate, perché si perde l'assegno se si torna a lavoro? Eccezioni e quando si possono ricevere altri redditi

Martedì 6 Febbraio 2024
Pensioni anticipate, perché si perde l'assegno se si torna a lavoro? Eccezioni e quando si possono ricevere altri redditi

Pensioni anticipate. Chi usufruisce di Quota 100 o 102, o qualsiasi anticipata flessibile non può tornare a lavorare, pena la perdita dell'assegno emesso dall'Inps. Insomma, non può produrre un altro reddito. Se ciò avviene, l'istituo previdenziale è tenuto a sospendere l'erogazione della pensione e anche a recuperare eventuali mensilità dell'assegno ricevute "indebitamente". È l'Inps a spiegare il perché.

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Pensioni anticipate e incumulabilità con altri redditi da lavoro

E' la normativa vigente a stabiliere alcuni casi di incumulabilità tra le pensioni e i redditi da lavoro.

In particolare, per le pensioni Quota 100, Quota 102 e per le pensioni anticipate flessibili è prevista, a partire dal primo giorno dalla decorrenza della pensione e fino a quando non si maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia, la non cumulabilità con i redditi provenienti sia da lavoro dipendente che autonomo.

L’Inps, tra l’altro, provvede ad informare i propri utenti sul regime di incumulabilità della pensione con i redditi da lavoro, al momento in cui comunica il provvedimento di liquidazione della pensione, in applicazione del principio di trasparenza dell’azione amministrativa.

Quando si può produrre altro reddito

I pensionati con Quota 100, Quota 102 o pensione anticipata flessibile, prima del compimento dell’età prevista per il pensionamento di vecchiaia, sono tenuti a dichiarare all'Inps eventuali redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo, che potrebbero influire sull’incumulabilità della pensione.

Fino a quando non si maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia, l'assegno dell'anticipata non è dunque cumulabile con altri redditi da lavoro.

Le eccezioni

La normativa stabilisce un’eccezione per i redditi da lavoro autonomo occasionale, purché non superino i 5mila euro di compensi lordi annui. L'Inps ha chiarito, inoltre, che ai fini del calcolo del limite dei 5mila euro lordi, si considerano tutti i redditi annuali derivanti da lavoro autonomo occasionale, anche quelli riconducibili all’attività svolta nei mesi dell’anno precedente la decorrenza della pensione e/o successivi al compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia.

Cosa succede

In caso di mancato rispetto del regime di non cumulabilità, l’Inps è dunque tenuta a sospendere la pensione e a recuperare le mensilità pagate indebitamente.

Ultimo aggiornamento: 14:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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