Pensioni, come conviene andarci nel 2023? Da quota 103 a Opzione donna le diverse opzioni (e i vantaggi)

Dato l'aumento dei prezzi, il caro-vita e l'inasprimento delle condizioni pensionistiche, è bene precisare requisiti, vantaggi (e svantaggi) di ogni possibile misura

Lunedì 3 Aprile 2023 di Mario Landi
Pensioni, da quota 103 all'Ape sociale: quale scegliere? Ecco a chi conviene e a chi no

Pensione anticipata nel 2023, quale scegliere? Sono tre le opzioni per uscire dal lavoro prima del tempo stabilito: quota 103, opzione donna e Ape sociale.

Dato l'aumento dei prezzi, il caro-vita e l'inasprimento delle condizioni pensionistiche, è bene precisare requisiti, vantaggi (e svantaggi) di ogni possibile misura. Detto ciò, bisogna preliminarmente osservare che l’Inps non eroga soltanto una tipologia di pensione, ma che i trattamenti che si possono ottenere sono differenti, sia in base alla specifica gestione previdenziale alla quale si è iscritti, sia in base all’anzianità di iscrizione e contributiva, nonché alla categoria di appartenenza. Vediamo le diverse opzioni.

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Quota 103

È disponibile sul sito dell'Inps la domanda per la pensione anticipata flessibile, prevista in via sperimentale dalla legge di bilancio 2023 per i lavoratori che entro il 31 dicembre di quest'anno maturano un'età anagrafica di almeno 62 anni e un'anzianità contributiva minima di 41 anni. La pensione si può ottenere trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti e, comunque, non prima del primo aprile 2023. I soli lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni devono attendere sei mesi e almeno il primo agosto 2023. Durante il periodo che intercorre tra la data di decorrenza della pensione anticipata flessibile e la data di conseguimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, non è possibile cumulare la pensione con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione dei redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5mila euro lordi annui.

Vantaggi, svantaggi e importi

L'importo massimo mensile della pensione anticipata flessibile in pagamento non potrà superare cinque volte il trattamento minimo stabilito per ciascun anno (per il 2023 l'importo è pari a 2.818,65 euro). Tale limite non trova più applicazione al raggiungimento del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia, che per il biennio 2023/2024 è di 67 anni. Il termine di pagamento del TFR/TFS, inoltre, non tiene conto della data di collocamento a riposo dell'interessato, bensì del momento in cui il dipendente avrebbe raggiunto il requisito ordinario previsto per la pensione anticipata, ovvero matura il requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia.

Opzione donna

L'Inps rende note le istruzioni per accedere alla pensione anticipata c.d. «opzione donna», prevista dalla legge di Bilancio 2023 (L.197/2022). Possono esercitare l'opzione le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 hanno maturato un'anzianità contributiva di almeno 35 anni e un'età anagrafica di almeno 60 anni e che si trovino - alla data di presentazione della domanda - in una delle seguenti condizioni: a) assistano da almeno sei mesi il coniuge o la parte dell'unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, oppure un parente o un affine di secondo grado convivente nel caso in cui i genitori, il coniuge o l'unito civilmente della persona con handicap grave abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti; b) presentino una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, pari almeno al 74%; c) siano lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo, alla data del 1/1/2023 ovvero è attivato in data successiva, un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

Vantaggi, svantaggi e importi

La vera convenienza di scegliere l’opzione donna è il largo anticipo che permette alla lavoratrice. La dipendente, infatti, potendo andare in pensione a partire dai 58 anni riesce ad anticipare la pensione di vecchiaia di circa 9 anni, e non è poco. A livello economico, invece, si tratta di una misura che conveniente non è quasi mai. Gli anni di contributi che sono nel retributivo (notoriamente più conveniente) vengono calcolati con il contributivo, meno conveniente. Accedendo a quasi 62 anni nel 2022 o a quasi 63 anni nel 2023, anticiperebbe la pensione di soli 5 o 4 anni. Non posso calcolarle l’importo della pensione che verrebbe a percepire con la misura nel 2022. Attendendo un altro anno e uscendo nel 2023 sicuramente la pensione spettante aumenta, ma non di molto. Si parla, nell’ordine di 40/50 euro lordi al mese.

Ape sociale

L'Ape sociale è un’indennità  garantita dallo Stato ed erogata dall’Inps,  a lavoratori   in stato di difficoltà, che chiedano di andare in pensione  al compimento dei 63 anni. Per ottenere l’indennità è necessario avere, al momento della richiesta, i seguenti requisiti: almeno 63 anni di età anzianità contributiva come previsto per la propria categoria (v. sopra) non essere titolari di alcuna pensione diretta. L’accesso al beneficio è inoltre subordinato alla cessazione di qualunque attività lavorativa anche autonoma, tranne che per redditi minimi (v. sotto). L’indennità è corrisposta ogni mese per 12 mensilità nell’anno, fino all’età della pensione di vecchiaia (67 anni nel 2021).  E’ compatibile con l'Assegno sociale, fino al limite di reddito previsto  per l'accesso che per il 2020 è pari a 5.977,79 € come reddito individuale e 11.955,58 € come reddito coniugale e con il Reddito di Cittadinanza. E' compatibile anche con lo svolgimento di attività lavorativa, ma  solo se i relativi redditi non superano: 8.000 euro annui come dipendente o parasubordinato; 4.800 euro annui come lavoratore autonomo.

 

Vantaggi, svantaggi e importi

L’anticipo pensionistico APE ha un importo mensile che non può superare 1.500 euro. L’agevolazione, infatti, è pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, se questa è inferiore a 1.500 euro al mese, o è pari a 1.500 euro se è pari o maggiore di questa cifra. Inoltre, la Circolare 62/2022 aveva già chiarito anche la particolarità inserita dalla Legge di Bilancio 2022 sugli operai agricoli, confermata dalla Manovra 2023. Non è più necessario – ai fini della decorrenza del beneficio – computare il trimestre in argomento a fare data dal licenziamento o dalle dimissioni per giusta causa (verificati tramite le risultanze UNILAV). Ciò vale se sono se avvenuti nell’anno in cui vi è stata la proposta la domanda di APE sociale o, se avvenuti in precedenza, dalla fine dell’anno precedente a quello di presentazione della domanda. Conseguentemente, in fase di calcolo dell’indennità di disoccupazione agricola spettante per i periodi di disoccupazione antecedenti la decorrenza dell’APE sociale, non sarà necessario considerare non indennizzabili i 3 mesi antecedenti la decorrenza dell’APE sociale.

Ultimo aggiornamento: 22:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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