Pensioni minime, addio ai 600 euro. Durigon: "Non ci sono risorse"

Venerdì 9 Dicembre 2022
Pensioni minime, addio ai 600 euro. Durigon: "Non ci sono risorse"
(Teleborsa) - Sfuma la possibilità di far salire le pensioni minime a 600 euro per mancanza di risorse sufficienti. Una decisione che era nell'aria e che è stata confermata senza mezzi termini dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, il quale ha ammesso che "non ci sono novità" perché "purtroppo non ci sono le risorse".

"Comunque si comincia già a dare un segnale importante portando le pensioni minime a 570 euro al mese", ha aggiunto il sottosegretario leghista, aggiungendo "faremo incontro con le parti sociali per arrivare a una riforma totale, complessiva e unica dal 2024".

Il ritocco a 572 euro disposto nella Manovra finanziaria aveva solleticato Forza Italia, che ha presentato un emendamento per arrotondare la cifra sulla soglia psicologica dei 600 euro. Un obiettivo decisamente più modesto dei 1000 euro promessi da Berlusconi, ma un segnale in tal senso.

A frenare gli entusiasmi ci sono le risorse limitate autorizzate dal Tesoro, che ha messo sul piatto una cifra esigua di 400 milioni per gli emendamenti alla Legge di Bilancio. Pochissimo per un intervento sulle pensioni.

Frattanto la Legge di Bilancio 2023 prevede già un mini adeguamento delle pensioni minime, che attualmente ammontano a 525,38 euro, pari all'1,5% per tutto il 2023. Tale incremento andrà applicato sull'importo della pensione minima già rivalutato del 7,3%.

Tutto questo significa che la rivalutazione porterà l'assegno minimo a 563,73 euro, pari ad un incremento di oltre 38 euro, e su questa cifra verrebbe applicato l'1,5% aggiuntivo, portando la cifra a 572,18 euro.

L'adeguamento delle pensioni minime sarà percentualmente più consistente nel 2024, perché la Legge di Bilancio ha previsto un aumento del 2,7%, che come per il 2023 andrà a calcolarsi sull'importo delle pensioni già rivalutate.

Il punto è che occorrerà vedere quanto sarà la rivalutazione delle pensioni, perché altrimenti l'aumento potrebbe essere più basso. Nell'ipotesi irrealistica di un'inflazione pari a zero, infatti, il 2,7% si applicherebbe sui 563,73 euro di quest'anno e quindi la differenza sarebbe di appena 15 euro.



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