Pensioni, scattano i controlli per accertare chi ne ha diritto all'estero: chi è a rischio e quanto sarà l'aumento

La campagna sarà divisa in due sessioni, o cicli, e ad effettuare i controlli sarà appunto Citibank NA

Martedì 28 Febbraio 2023
Pensioni, scattano i controlli per accertare chi ne ha diritto all'estero: chi è a rischio e quanto sarà l'aumento

Pensioni a rischio? L’Inps ha dato il via ai nuovi controlli per accertare se i pensionati all’estero sono in vita. Chi effettuerà le verifiche? Citibank NA, l’Istituto di credito che esegue i pagamenti al di fuori del territorio nazionale per conto dell’INPS.

Se non c'è una corrispondenza, come riportato da Money.it, si rischia lo stop della pensione. Per evitare che il pagamento venga sospeso, i pensionati all’estero dovranno tutelarsi seguendo una precisa procedura. Ecco cosa fare.

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Chi è a rischio

Sono a rischio le pensioni di chi non riuscirà a fornire il modulo di attestazione dell’esistenza in vita. Cosa fare per evitare la sospensione dei pagamenti da settembre 2023 e marzo 2024? A seconda del blocco d’appartenenza, occorrerà provvedere al ritiro della pensione entro il 19 agosto 2023 o 19 febbraio 2024. Tuttavia è necessario sapere che la localizzazione su Western Union non potrà avvenire se il pensionato è residente in Italia; se tale agenzia non è presente nel paese in cui si è residenti o se l’importo è superiore a 6.300 euro.

Cosa fare

Non dovrà restituire il modulo chi avrà già riscosso almeno una rata in contanti allo sportello Western Union entro il termine di restituzione dell’attestazione. titolari di pensioni che sono oggetto di scambi mensili di informazioni con le Istituzioni previdenziali tedesche, svizzere, polacche e francesi (Cnav); pensionati residenti in Belgio, beneficiari di trattamenti pensionistici comuni con l’Sfpd; beneficiari i cui pagamenti sono stati già sospesi da Citibank a seguito del mancato completamento delle precedenti campagne di accertamento dell’esistenza in vita o di riaccrediti consecutivi di rate di pensione.

 

Gli aumenti

Da gennaio le pensioni fino a 2.101,52 euro lordi mensili (ovvero fino a quattro volte il trattamento minimo che è di 525,38 euro) sono state incrementate del 7,3 per cento, il tasso provvisorio che era stato fissato lo scorso novembre. Per gli assegni di importo superiore a questa soglia la rivalutazione invece non è totale, ma determinata con percentuali decrescenti (e ritoccate all’ultimo momento). Così è stato necessario rifare tutti i conteggi. Ora quindi anche per i pensionati relativamente più benestanti arrivano le maggiorazioni, insieme agli arretrati relativi ai due mesi precedenti.

Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 19:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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