Bollette e pensioni, ecco gli aiuti. Decreto da 14,5 miliardi: assegno mensile rivalutato del 2,2%, bonus di 200 euro per le categorie finora escluse

Decontribuzione solo per i redditi fino a 35mila euro. Novità anche sui benefit aziendali. Proroga taglio accise fino a metà ottobre

Mercoledì 3 Agosto 2022
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Tutti i pensionati avranno a partire dal prossimo primo ottobre una rivalutazione del 2,2 per cento dei propri trattamenti.

Mentre per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro l’anno l’incremento del netto in busta paga arriverà attraverso un ulteriore esonero contributivo di un punto, per i mesi che vanno da luglio a dicembre (tredicesima compresa); incremento che si aggiunge a quello di 0,8 punti entrato in vigore nel gennaio di quest’anno. Insieme alla conferma delle misure per ridurre il peso degli aumenti dell’energia sono questi i capitoli più importanti del nuovo decreto legge di aiuti che il governo dovrebbe approvare oggi.


LE RISORSE
Complessivamente il provvedimento vale quasi 14,5 miliardi, che vengono ricavati dalle maggiori entrate affluite in questi mesi nelle casse dello Stato. Una parte consistente delle risorse (5 miliardi secondo quanto riferito dai sindacati) sarebbe destinato alla proroga e al rafforzamento degli interventi che puntano a ridurre l’impatto dei prezzi energetici sulle bollette (a partire dalla cancellazione degli oneri di sistema); alle imprese andrebbero circa 3 miliardi, con un beneficio concentrato - grazie a meccanismi di crediti di imposta - su quelle energivore e gasivore. Lo sconto di 30 centesimi sui prezzi finali dei carburanti, ottenuto mediante il taglio delle accise, costa 900 milioni per l’ulteriore estensione di un mese (fino al 20 settembre). Secondo la bozza di decreto che circolava ieri, ancora incompleta, l’intervento sulle pensioni vale invece 2,4 miliardi nel 2022, quello sulle retribuzioni circa 1,6 suddivisi tra quest’anno e il prossimo.

La novità in materia di pensione punta a correggere il difetto dell’attuale sistema di indicizzazione, che opera rispetto all’aumento dei prezzi dell’anno precedente: a fronte di un’impennata dei prezzi così brusca il recupero diventa inevitabilmente tardivo. Per ovviare parzialmente si è deciso di anticipare ad ottobre un 2 aumento del 2 per cento, che sarà “scalato” dalla rivalutazione del prossimo anno: se per ipotesi l’inflazione toccasse l’8 per cento, il nuovo scatto a gennaio sarebbe del 6. Inoltre viene anticipato anche il recupero dello 0,2 per cento che corrisponde alla differenza tra l’inflazione riconosciuta provvisoriamente a gennaio 2022 (1,7%) e quella poi effettivamente misurata per l’anno precedente (1,9%). Per gli adeguamenti a regime valgono le regole in vigore che prevedono percentuali leggermente ridotte per gli assegni più alti.

 

LE RETRIBUZIONI

Per quanto riguarda le retribuzioni la strada è ancora quella dell’esonero contributivo: il versamento a carico del lavoratore viene ridotto di un punto aggiuntivo con effetto retroattivo per il periodo che va da luglio a dicembre. Per questo semestre il taglio sarà quindi di 1,8 punti e l’aliquota scenderà al 7,39% ma senza conseguenze per la futura pensione degli interessati: lo Stato provvederà ad accreditare la differenza. La riduzione del costo del lavoro potrebbe in prospettiva diventare strutturale, o almeno questo è quello che sperano i sindacati; per ora comunque risulta meno costosa per le finanze pubbliche del bonus 200 euro che è stato versato a luglio. Questa particolare forma di sostegno sarà invece riconosciuta alle categorie che erano rimaste escluse come lavoratori somministrati e collaboratori. Per i lavoratori autonomi il fondo da 500 milioni messo da parte per la stessa finalità viene portato a quota 600. Infine novità anche per il welfare aziendale: la soglia dei benefit detassati risale a 516 euro e il datore di lavoro potrà corrispondere esentasse anche somme per il pagamento delle utenze.

 

 

LE NUOVE MISURE 

BOLLETTE

Basta modifiche unilaterali
e tetto per i “vulnerabili”

Con il gas e l’elettricità alle stelle, le compagnie energetiche dall’inizio dell’anno stanno scrivendo ai loro clienti che cambieranno i contratti e alzeranno le tariffe. Possono farlo, perché la legge lo permette, anche se sul contratto c’era scritto “prezzo bloccato”. E allora ecco che spunta nel Decreto lo stop, anche retroattivo, alle modifiche unilaterali dei contratti fino al 31 ottobre. Ma poiché da ottobre le bollette potrebbero raddoppiare, a questi prezzi, il governo corre ai ripari per rinforzare i bonus sociali già riconosciuto alle famiglie economicamente svantaggiate o in gravi condizioni di salute con Isee non oltre 12.000. Ma sul tavolo oltre alla conferma dell’azzeramento degli oneri di sistema e dei crediti di imposta per le imprese c’è anche l’introduzione di una tariffa calmierata sul gas a partire dal 2023 per i cosiddetti “vulnerabili”, cioè chi si trova in condizioni svantaggiate, che ha disabilità, in condizioni di povertà energetica o ha oltre 75 anni. Il gas calmierato sarebbe fornito dagli operatori di ultima istanza. Infine, entra tra i benefit aziendali anche il pagamento delle bollette.

SCUOLA

Incentivi sulla formazione
ci sarà il professore esperto

Novità in arrivo anche nella scuola. È prevista dunque una revisione delle norme sulla formazione continua degli insegnanti, appena introdotte con la riforma legata al Pnrr. Ma c’è anche il battesimo per la figura del «docente esperto». Si tratta di «docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi» e potranno guadagnerà 5.650 euro in più sotto forma di «assegno annuale ad personam». I prof «esperti» non potranno, però, essere più di 8mila (si parte dall’anno scolastico 2032-33) e saranno selezionati tra i docenti di ruolo che «abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili». È prevista inoltre «una tantum» accessoria da stabilire con i contratti tra il «10 e il 20%» per chi completa un percorso triennale. «Al superamento del percorso formativo triennale e solo in caso di valutazione individuale positiva, dice la bozza del Decreto, «è previsto un elemento retributivo una tantum di carattere accessorio».

ILVA

Norma salva-acciaieria:
intervento da un miliardo

Arriva una norma salva-Ilva, «ancora in una fase di limatura», che andrà «a supporto della gestione dell’operatività» dell’ex Ilva di Taranto. È lo stesso ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ad annunciarlo al termine di un nuovo incontro al Mise, a cui hanno partecipato il ministro del Lavoro Andrea Orlando, sindacati, Confindustria e vertici di Acciaierie d’Italia. «Avevamo un compito a casa da fare e credo che entro domani lo adempiremo», ha dichiarato il Giorgetti nel corso del suo intervento, ma senza specificare l’entità dell’intervento finanziario né le modalità, lamentano i sindacati. Anche se ha assicurato che sarà un’intervento «sufficiente» fino a quando le condizioni di contesto torneranno a una relativa normalità. L’ipotesi è che sia confermato nel decreto il sostegno da un miliardo anticipato nell’ultimo incontro con i sindacati. Risorse necessarie per consentire una boccata di ossigeno alle casse dell’azienda che non riesce ad acquistare materie prime per la produzione.

Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 18:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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