Pensioni, ad ottobre i primi aumenti per recuperare l'inflazione: ecco come calcolarli

Giovedì 18 Agosto 2022 di Giusy Franzese
Pensioni, ad ottobre i primi aumenti per recuperare l'inflazione: ecco come calcolarli

Buone notizie per i pensionati: è in arrivo la rivalutazione degli assegni per proteggerli dall’inflazione. I primi aumenti scatteranno a ottobre. Poi ne arriverà un altro più sostanzioso da gennaio 2023, in base al meccanismo, reintrodotto da quest’anno dal governo Draghi, di indicizzazione per quote e scaglioni.

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La rivalutazione: come funziona

La rivalutazione prevede il recupero dell’inflazione rilevato dall’Istat.

I calcoli si fanno a consuntivo, quindi quest’anno si recupera l’indice di inflazione del 2021, che l’Istat ha calcolato nell’1,9%. Nel 2023 si recupererà l’inflazione di quest’anno, che viaggia ormai a livelli altissimi trascinata dal caro energia e si stima sarà tra il 7 e l’8%. La perequazione si applica a tutte le pensioni erogate dalla previdenza pubblica, ovvero dal FPLD, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative e esclusive e da quelle integrative o aggiuntive. Coinvolge sia le pensioni dirette sia quelle ai superstiti.

Gli scaglioni

I pensionati che ricevono un assegno mensile fino a 4 volte l’assegno sociale (circa 2 mila euro) avranno una rivalutazione piena dell’importo rispetto all’inflazione; i pensionati che ricevono tra 4 e 5 volte l’assegno avranno il 90% di aumento rispetto all’inflazione; i pensionati che ricevono più di 5 volte l’assegno sociale avranno il 75% di aumento rispetto all’inflazione.

L’anticipo

Con il decreto Aiuti bis di inizio agosto il governo ha disposto l’anticipo di una quota, pari al 2%, della rivalutazione che spetterebbe nel 2023. L’anticipo spetta ai titolari di assegni fino a 2.692 euro. Si applica da ottobre a dicembre, comprendendo la tredicesima e dunque per quattro mensilità. Il beneficio sarà pari a circa 11 euro al mese netti per una pensione minima (524 euro mensili). Invece per un trattamento di 1.000 euro lordi l’anticipo della rivalutazione sarà pari a 20 euro lordi che al netto dell’Irpef scendono a 56 netti. Per un assegno lordo da 2.000 euro l’aumento complessivo per 4 mensilità sarà di 160 euro lordi, mentre per il trattamento che tocca il tetto massimo a quota 2.692 l’anticipo lordo cumulato di 4 mensilità sarà pari a 210 euro (130 netti).

Il conguaglio

A novembre gli assegni riceveranno il conguaglio dell’inflazione 2021 che era stata provvisoriamente valutata all’1,7% ed è risultata a consuntivo pari all’1,9: l’aumento  quindi sarà pari allo 0,2 per cento, che va ad aggiungersi a  quallo del 2% di ottobre. 

Nel 2023

Come detto nel 2023 la rivalutazione dovrà recuperare l’inflazione di quest’anno. Per avere il numero esatto bisognerà quindi attendere le rilevazioni Istat di gennaio che daranno il consuntivo dell’anno. A fine luglio lì’inflazione acquisita era già al 6,4%, è quini più che probabile una rivalutazione per il 2023 di almeno il 7%.

Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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