Pensioni, aumenti per l'importo “minimo vitale” e nuovo limite di pignorabilità: le novità dell'Inps

L'Istituto ha pubblicato due nuove circolari attraverso le quali ha dato il libera agli aumenti straordinari delle pensioni di importo inferiore al trattamento minimo

Venerdì 7 Aprile 2023
Pensioni, aumenti per gli importi “minimo vitale” e nuovo limite di pignorabilità: le novità dell'Inps

Pensioni 2023, l'Inps  ha reso noti il nuovo limite di impignorabilità delle pensioni e l’incremento degli importi dei trattamenti minimi valido per il triennio 2023-2025.

L'Istituto nazionale della previdenza sociale ha pubblicato sul proprio sito due nuove circolari, la n. 38 e la n. 35, attravreso le quali ha dato il libera agli aumenti straordinari delle pensioni di importo inferiore al trattamento minimo, cioè 563,74€ al mese. Complessivamente nel 2023 la pensione minima sale a 600 euro agli ultra75enni e a 572 euro ai pensionati più giovani.

Cosa cambia

Prima delle modifiche, la normativa precdente prevedeva che: “Le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza” non potevano essere pignorate “per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro”. Ma il decreto-legge n. 115/2022 ha rivisto il limite di impignorabilità delle pensioni collegato all’ammontare dell’assegno sociale che, invece di essere pari alla misura massima mensile dell’assegno sociale aumentato della metà è, oggi, corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale.

 

Gli aumenti

La disposizione da ultimo richiamata, come noto, ha previsto, per ciascuno degli anni 2023 e 2024, una rivalutazione eccezionale a favore delle sole pensioni inferiori al minimo. La rivalutazione ordinaria c'è stata al tasso del 7,3%, così portando il minimo da 525,38 euro (31 dicembre 2022) a 563,74 euro (1° gennaio 2023). La rivalutazione eccezionale è prevista, nel 2023, al tasso dell'1,5% per i pensionati d'età inferiore a 75 anni e del 6,4% per quelli con almeno 75 anni d'età (nel 2024 è prevista al 2,7% per tutti i pensionati). Di conseguenza nel 2023 gli assegni minimi per gli ultra 75enni salgono a 599,82€ (563,74x1,064) per gli altri a 572,20€ (563,74€x1,015).

 

Gli arretrati

A chi al 1° di quest'anno risultava già titolare di pensione, con il primo pagamento verranno corrisposti anche gli arretrati spettanti. Chi andrà in pensione nel 2023 o nel 2024, invece, vedrà l’importo incrementare a partire dalla data di decorrenza del trattamento. Le somme corrisposte a titolo di incremento sono fiscalmente imponibili e, conseguentemente, assoggettate a tassazione (bisognerà quindi riportarli correttamente al momento della dichiarazione dei redditi: qui chi è esonerato e non la deve presentare) . L’aumento riconosciuto, compreso di mensilità arretrate, sarà riportato nella certificazione fiscale relativa agli anni di erogazione e verrà posto in pagamento direttamente ai beneficiari tramite la procedura automatizzata.

 

Come si calcola

Calcolo del reddito da pensione: il calcola pensione permette di stimare, in base alle dinamiche lavorative, l’ammontare della pensione mensile che l'utente percepirà nel momento del ritiro dall’attività lavorativa.
L‘INPS mette a disposizione “La mia pensione” il simulatore per il calcolo della pensione che permette di verificare, tra le altre cose, l’importo dei contributi versati e quindi di stimare l’importo presunto dell’assegno pensionistico spettante.

La circolare

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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