Ape Sociale e Opzione Donna, arriva la proroga. La partita governo-sindacati sulla riforma del sistema previdenziale parte oggi con due palle già virtualmente in buca. L’esecutivo, che pure ancora non conosce l’esatta entità della copertura finanziaria necessaria per portare avanti i molti dossier sul tavolo, ha già deciso che si va avanti ancora per un anno con due strumenti in scadenza a fine 2020. Dunque conferma nel 2021 per l’Ape Sociale che consente a talune categorie di lavoratori (disoccupati, caregiver, invalidi al 74%, addetti a mansioni gravose) di andare in pensione 63 anni, con 30 o 36 anni di contributi, e nuovo disco verde anche per Opzione Donna: un meccanismo di pensione anticipata riservata alle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2019 abbiano maturato 35 anni di contributi e un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).
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Per l’Ape Sociale, tra l’altro, si sta ipotizzando un potenziamento dell’operazione al fine di includere tra i beneficiari alcune categorie al momento tagliate fuori.
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Martedì 15 Settembre 2020 di Michele Di BrancoAltro tema caro ai sindacati quello del sostegno ai giovani con la creazione di una pensione di garanzia in grado di contrastare salari bassi, carriere discontinue e disoccupazione: un mix di elementi che, proiettati negli anni a venire, renderanno le pensioni sempre più misere. Secondo i dati del Censis, fra 30 anni, saranno 5,7 milioni coloro che potrebbero trovarsi sotto la soglia di povertà e per evitarlo si sta cercando di costruire una misura in grado di garantire assegni dignitosi anche a chi ha buchi contributivi derivanti da carriere discontinue.